Le verità dell'ex presidente
SIENA. Il coraggio di prendere posizione e condurre battaglie per la legalità, per la tutela dei diritti degli agricoltori, per lo sviluppo delle imprese e dei lavoratori che operano in agricoltura: nel settore zootecnico, nel mondo enoico, in quello legato al vero olio extravergione di oliva delle Terre di Siena e in tutte le attività connesse all’agroalimentare. Ecco perchè sono un uomo di Coldiretti e lo sarò per sempre.
Sono stato presidente Coldiretti Siena dal 2006, quando i miei colleghi agricoltori mi elessero democraticamente all’unanimità rappresentante legale di una Federazione che all’epoca aveva conti in rosso e perdite da 200.000 euro l’anno. Dal 2006, rispondendo sempre e solo agli agricoltori che mi hanno eletto, ho risanato i conti della Federazione arrivando non solo a sanare i debiti, ma anche portare i conti correnti di Coldiretti Siena e Impresa Verde Siena in attivo e, oggi, a redigere un Bilancio consolidato che si attesta su 150.000 euro. Sono arrivato al Consorzio agrario provinciale di Siena nel 2012, quando la marginalità operativa era negativa: in tre anni abbiamo portato questo parametro a segnare + 1,5 milioni di euro. Sono stato eletto democraticamente e, oggi, mi mandano via appellandosi allo Statuto regionale e a quello confederale.
Chi e perchè ha commissariato Coldiretti Siena? Ho Fatto solo e sempre gli interessi degli agricoltori, cosa si cela, veramente, sotto questo commissariamento? In questo momento di commissariamento, indipendente dalla mia volontà e da quella degli agricoltori Coldiretti Siena – che nell’ultimo Consiglio provinciale mi hanno riconfermato all’unanimità, anche difronte allo spettro del commissariamento – voglio rassicurare tutti che non farò come chi ha messo gli interessi personali davanti a tutto. Non farò come hanno fatto altri in questa città: difenderò il patrimonio degli agricoltori, anche quello immobiliare, fino alla morte perché sono figlio riconoscente e libero di queste terre. Sono sardo, ma Siena mi ha adottato, mi ha cresciuto, mi ha formato e mi ha plasmato sotto l’egida di quel “Buon Governo” che parte dalla campagna, dai pascoli da cui arrivo, e a cui sarò sempre fedele. Sono Siena e le sue terre, sono i suoi agricoltori, espressioni e bandiera, con i loro prodotti, dell’eccellenza del Made in Italy nel mondo, gli unici padroni a cui ho sempre risposto e quelli per i quali ho lavorato in questi lunghi anni. Una fedeltà sincera e appassionata, da sempre, e continuerà ad essere così, anche alle cause e agli obiettivi di Coldiretti, a quella parte “buona” del sistema che crede nei valori e nei principi della scuola cristiano-sociale in cui mi identifico. Una fede che mi ha portato a sposare, e a vincere, importanti battaglie sindacali a livello provinciale e regionale: dall’agricoltura tradizionale alla filiera agroalimentare con la legge di orientamento, i mercati, le vendite dirette, le botteghe di Campagna Amica, il km 0, l’impegno costante per il made in Italy e contro l’agropirateria.
Non uscirò mai da Coldiretti – nonostante il commissariamento, su cui molti sono gli interrogativi e i nodi da sciogliere – perché le rivoluzioni si fanno dall’interno, mossi dalla speranza che sia possibile cambiare in meglio. Come ha detto Papa Francesco: “la grande rivoluzione è andare alle radici”. E alle radici, alle origini di questa vicenda, giacciono tutti i temi, i dubbi e i misteri su è necessario indagare, interrogarsi e riflettere ricordando che la verità rende l’uomo libero.
Fausto Ligas