L'intervento in seguito al danno di immagine derivato dal sequestro di 80mila quintali di olio sofisticato
SIENA. “Serve una legge di giustizia per consentire a chi fa bene di essere premiato, e a chi fa male di andare in galera, il sequestro di 80 mila quintali di olio sofisticato a Siena danneggia sia i produttori sia i consumatori. Approvare la norma a tutela del made in Italy, è la battaglia portata avanti da Coldiretti: è indispensabile recuperare i ritardi accumulati nell’attuazione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli e, nello specifico, degli oli di oliva vergini, intensificando e potenziando gli strumenti di controllo e garantendo la completa ed effettiva rintracciabilità delle produzioni, la leggibilità e l’affidabilità delle indicazioni riportate in etichetta e sulle confezioni”.Così Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena, spiega le azioni territoriali a sostegno della qualità e della trasparenza della filiera degli oli di oliva vergine che, l’associazione, sta portando avanti a tutti i livelli istituzionali. Sono partite lettere per tutti i sindaci della provincia di Siena per chiedere sostegno all’approvazione del disegno di legge n. 3211 di iniziativa dei Senatori Mongiello, Scarpa Bonazza Buora, sulle “Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini”. Un settore che nel nostro Paese è stimato in 150 milioni di piante, oltre un milione di ettari e una produzione di circa 600.000 tonnellate all’anno.
“Numeri importanti a cui la provincia di Siena contribuisce in maniera significativa per questo – spiega Massimiliano Volpone, direttore Coldiretti Siena – siamo impegnati in un progetto di tutela e valorizzazione della qualità e della trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini. Per il bene di agricoltori e consumatori è importante smantellare i rischi di frode, sofisticazione, contraffazione e concorrenza sleale. Come dimostrano gli ultimi fatti di cronaca, portati alla luce dal lavoro svolto dalla Guardia di Finanza di Siena, anche nella nostra provincia, sono sempre più frequenti frodi e contraffazioni che ingannano i consumatori sull’origine delle olive e sulla vera natura dei prodotti, costituiti, molto spesso, da oli di oliva vergini deodorati, di bassa qualità, di valore commerciale tre volte inferiore a quello etichettato come extravergine e di effettiva provenienza nazionale. Al rischio per la salute si aggiunge il rischio per l’economia locale: la messa in commercio di oli di oliva vergini di scarsa qualità come oli italiani e l’usurpazione del Made in Italy provoca gravi danni all’economia, alle imprese agricole virtuose e viola il diritto dei consumatori ad alimenti sicuri, di qualità e di origine certa. È difficile fare una stima complessiva ma sappiamo che il fenomeno è di grandissime proporzioni, basta pensare che la Camera di Commercio di Siena, nel Rapporto economico 2012, evidenzia come siano proprio oli e grassi animali e vegetali la prima voce delle importazioni dall’estero, nel senese. Secondo questi dati le importazioni, nel senese, nel 2011, avrebbero superato i 96 milioni di euro, e, forse, ad essere importato è olio di dubbia provenienza“. In soccorso di uno dei principali prodotti di Siena nel mondo, l’olio extravergine di oliva, Coldiretti sollecita più controlli sulla filiera, azioni di “dissuasione”nei confronti dei consumatori, invitandoli a non acquistare prodotti commercializzati dai soggetti indagati e richiamando l’attenzione dei parlamentari senesi e toscani per “arrivare al più presto all’approvazione della legge presentata a marzo e ancora in discussione al Senato”.