
SIENA. “L’obiettivo di Coldiretti Siena è di creare un rapporto diretto tra consumatori e agricoltori – dichiara il direttore Giampiero Marotta, che aggiunge – regole chiare, pochi passaggi e risparmio, sono le parole chiave della nostra filiera corta. La quota di mercato che rappresentiamo raggiunge solo il 3%, per questo stupisce tanto accanimento nei confronti degli agricoltori che, evidentemente, non possono essere considerati i responsabili della crisi del terziario”. Coldiretti risponde alle polemiche sollevate prima da Confcommercio, poi da Confesercenti, che hanno sbandierato un attacco indiscriminato contro gli agricoltori senesi.
La vendita diretta contrasta i rincari che superano il 300% – Le due associazioni attaccano Coldiretti con l’accusa di essere “la sigla più attiva nel promuovere i farmers market”. Mercati che, secondo le due sigle, non porterebbero un vero risparmio e adeguate garanzie e per provarlo, riportano l’esempio dei distributori automatici del latte, rei secondo quanto si legge, di vendere un latte “che va bollito”. “Critiche che lasciano il tempo che trovano – commenta Marotta – la vendita diretta colloca il produttore agricolo finalmente in una posizione centrale all’interno della filiera commerciale e contrasta il moltiplicarsi dei prezzi che in molti casi sono del 300%. Per restare all’esempio citato, il latte bovino fresco alla stalla è pagato 34 centesimi, ma il consumatore arriva a spendere 1 euro e 20 al litro. Questi sono i temi sui quali si dovrebbe discutere, screditare gli agricoltori con argomenti inutili e purtroppo falsi, fa perdere di vista gli obiettivi, che per Coldiretti Siena sono la qualità delle produzioni e il risparmio”.
Il risparmio – Il risparmio dei mercati di filiera corta è dimostrato dall'affluenza dei cittadini. La concorrenza sleale non appartiene all'agricoltura, il “teorema” della Coldiretti sulla tutela della salubrità è sotto gli occhi di tutti.
Sicurezza e controlli – Marotta rassicura, laddove ce ne fosse bisogno, anche su sicurezza e controlli nella vendita dei prodotti agricoli locali. “I nostri agricoltori rispettano le regole sulla tracciabilità e la qualità. Oltre ad attenersi alle norme fiscali (registratori di cassa o ricevute fiscali e bilance omologate), gli agricoltori rispettano le norme sulla manipolazione degli alimenti (Haccp), gli obblighi contributivi e previdenziali, e le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro”. Chiarito quest’aspetto, Coldiretti punta il dito sulla posizione “strana e falsa”, assunta dall’associazione di commercianti, sulla nuova legge regionale sull'agriturismo. La nuova legge, infatti, secondo Coldiretti, mette regole e paletti molto più chiari e fermi rispetto al passato, chiarendo definitivamente, cosa può essere venduto e cucinato negli agriturismi. “Le due sigle – conclude Marotta – parlano di discriminazione dei negozi e di concorrenza sleale solo per alzare un polverone a discapito di un intero settore, l’agricoltura, che invece si rimbocca le maniche e prova ad uscire dalla crisi senza affondare nessuna categoria”.
La vendita diretta contrasta i rincari che superano il 300% – Le due associazioni attaccano Coldiretti con l’accusa di essere “la sigla più attiva nel promuovere i farmers market”. Mercati che, secondo le due sigle, non porterebbero un vero risparmio e adeguate garanzie e per provarlo, riportano l’esempio dei distributori automatici del latte, rei secondo quanto si legge, di vendere un latte “che va bollito”. “Critiche che lasciano il tempo che trovano – commenta Marotta – la vendita diretta colloca il produttore agricolo finalmente in una posizione centrale all’interno della filiera commerciale e contrasta il moltiplicarsi dei prezzi che in molti casi sono del 300%. Per restare all’esempio citato, il latte bovino fresco alla stalla è pagato 34 centesimi, ma il consumatore arriva a spendere 1 euro e 20 al litro. Questi sono i temi sui quali si dovrebbe discutere, screditare gli agricoltori con argomenti inutili e purtroppo falsi, fa perdere di vista gli obiettivi, che per Coldiretti Siena sono la qualità delle produzioni e il risparmio”.
Il risparmio – Il risparmio dei mercati di filiera corta è dimostrato dall'affluenza dei cittadini. La concorrenza sleale non appartiene all'agricoltura, il “teorema” della Coldiretti sulla tutela della salubrità è sotto gli occhi di tutti.
Sicurezza e controlli – Marotta rassicura, laddove ce ne fosse bisogno, anche su sicurezza e controlli nella vendita dei prodotti agricoli locali. “I nostri agricoltori rispettano le regole sulla tracciabilità e la qualità. Oltre ad attenersi alle norme fiscali (registratori di cassa o ricevute fiscali e bilance omologate), gli agricoltori rispettano le norme sulla manipolazione degli alimenti (Haccp), gli obblighi contributivi e previdenziali, e le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro”. Chiarito quest’aspetto, Coldiretti punta il dito sulla posizione “strana e falsa”, assunta dall’associazione di commercianti, sulla nuova legge regionale sull'agriturismo. La nuova legge, infatti, secondo Coldiretti, mette regole e paletti molto più chiari e fermi rispetto al passato, chiarendo definitivamente, cosa può essere venduto e cucinato negli agriturismi. “Le due sigle – conclude Marotta – parlano di discriminazione dei negozi e di concorrenza sleale solo per alzare un polverone a discapito di un intero settore, l’agricoltura, che invece si rimbocca le maniche e prova ad uscire dalla crisi senza affondare nessuna categoria”.