In Procura è tornato Valentino Fanti

SIENA. Abituati ai “torrenziali” interrogatori di Antonio Vigni, i giornalisti sono stati quasi colti alla sprovvista quando, dopo “appena” tre ore e mezza, l’avvocato Mussari ha lasciato il Palazzo di giustizia. Secondo i procuratori l’incontro è durato “l tempo giusto; giusto il tempo di una valutazione”.
Mussari era arrivato poco prima delle 12 in tribunale e ha atteso nel corridoio per una cinquantina di minuti prima di entrare nelle stanze della procura. L’interrogatorio si è svolto nell’ufficio del procuratore capo Tito Salerno, presenti i pm Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso, il generale Bottillo, che comanda il nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza e i due legali dell’ex presidnete del Monte, Tullio Padovani e Fabio Pisillo. Fonti giudiziarie fanno sapere che il verbale dell’interrogatorio di Giuseppe Mussari è stato scretato e che per ora non è prevista una nuova convocazione davanti ai pm, che valuteranno nei prossimi giorni se chiamare di nuovo l’ex presidente della banca per ulteriori chiarimenti. Rumors sulla presentazione di una memoria darebbero una spiegazione sulla brevità dell’incontro, ma altre voci ipotizzano che le risposte dell’ex-presidentee non abbiamo soddisfatto i magistrati.
I legali di Mussari hanno affermato che il loro assistito ”ha risposto a tutte le domande formulate dai Pm”. Tullio Padovani, legale di Mussari, è uscito con una impressione positiva dicendo: “Ho assistito a tantissimi interrogatori nella mia carriera e questo lo posiziono nella fascia alta di gradimento per un avvocato difensore”. Secondo la Reuters il legale ha aggiunto “Anche il fatto che il confronto coi magistrati sia durato relativamente poco “è un elemento di gradimento”. Rimane il fatto che non sembra sia stato fissato una nuova convocazione per Mussari. Intanto i pm hanno deciso di prendersi una settimana per vagliare tutte le informazioni raccolte in questi giorni. Nel frattempo ci aspettano gli ultimi fuochi della campagna elettorale per le politiche di fine mese…
Valentino Fanti, segretario del cda di Mps e già capo della segreteria dell’ex presidente Giuseppe Mussari, è arrivato in procura poco dopo che se n’era andato Mussari. Fanti dovrebbe essere sentito come persona informata sui fatti, dopo l’audizione di alcuni giorni fa, sembra per “riscontrare alcune dichiarazioni rese da Mussari”. ”E’ stata una giornata proficua, soprattutto nella seconda parte”, dicono dalla Procura
Da Milano arrivano notizie economiche e giudiziarie. Chiude con una perdita importante in borsa il titolo MPS dopo la fine del tutto sommato breve interrogatorio di Mussari: -2,50% a euro 0,23 ma tutto il comparto bancario ha chiuso in negativo. Nel frattempo il pm Antonio Renna ha chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere per Gianluca Baldassarri. L’ex capo dell’area Finanza di MPS sarà interrogato domattina nel carcere di San Vittore. Nella richiesta dei pm pare sia segnalato che Baldassarri aveva già presentato la richiesta di iscrizione nel registro degli italiani all’estero.
Si registra anche la presa di posizione di Antonio Di Pietro sul complesso della vicenda MPS: “le responsabilità politiche e istituzionali se le deve assumere il presidente del Consiglio Monti e il ministro dell’Economia, che erano stati avvertiti per tempo fin dall’anno scorso, con plurime interrogazioni parlamentari, di quel che stava accadendo, e si sono girati dall’altra parte, facendo finta di non vedere, omettendo così quel che era il loro dovere di ufficio”. Presente a una iniziativa elettorale a Firenze, l’esponente politico ha aggiunto che a suo avviso “hanno agito con leggerezza e negligenza Bankitalia e la Consob; perché, dopo aver accertato che le cose non funzionavano, si sono limitati a prenderne atto, senza rimuovere le cause che avrebbero portato a queste conseguenze … C’è una responsabilità politica in questa commistione tra sistema bancario e sistema politico, che le forze politiche in generale e il Pd in particolare – accusa Di Pietro – non hanno voluto rimuovere in questi anni per un interesse politico-economico”.