La prof.ssa Bagna: "Dal 13 Gennaio i primi 300 studenti cinesi del 2014. A marzo altri 500"
di Max Brod e David Busato
SIENA. Era il 16 Marzo del 2013 e quel giorno, nell’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Siena, l’allora Rettore Prof. Massimo Vedovelli, dette il benvenuto ufficiale a 750 studenti cinesi venuti a studiare in Italia. In quell’occasione i media locali dettero ampio risalto alla notizia. A poco più di nove mesi di distanza siamo ritornati all’Università per Stranieri per fare il punto della situazione con la responsabile del progetto, la Prof.ssa Carla Bagna, Direttrice del CLUSS (Centro Linguistico Università per Stranieri di Siena), che ci spiega il senso di questa iniziativa il suo futuro.
Professoressa, come si articola il progetto Marco Polo-Turandot?
“Secondo il progetto Marco Polo-Turandot tutti gli studenti cinesi che vogliono seguire un percorso universitario in Italia devono seguire uno specifico iter (pre-iscrizione, visto di studio universitario, formazione linguistica in Italia di almeno 6 mesi). Siena per alcuni studenti è solamente di passaggio perché poi si muoveranno in tutta Italia. Siena però ha il vanto di avere il numero più alto di studenti cinesi che vengono in Italia a studiare italiano. La selezione? Gli studenti fanno domanda con un’adeguata documentazione in Cina. L’iter è molto lungo. I prossimi studenti verranno a Siena il 13 Gennaio. Il ceto sociale che viene qui? Quello medio-alto, di persone i cui genitori possono investire per i figli per un percorso universitario all’estero che dura trai 3 ai 5 anni. Chi viene in Italia spende meno rispetto ai costi previsti negli Usa o in altri Stati”.
Quanti di questi studenti sono rimasti a Siena o in Toscana?
“Nel 2013 – prosegue la Prof.ssa Bagna – di 750 studenti cinesi, 170 sono rimasti in Toscana. Ed è un numero che prevediamo in aumento nel 2014”.
Le attitudini degli studenti cinesi?
“Metà studi di ambito artistico e musicale e l’altra metà studi scientifici”.
Quanto pagano per il corso?
“400-500 euro mensili. Per l’alloggio cerchiamo di riservargli alcuni posti nelle apposite strutture senesi, anche se il numero è limitato rispetto al totale degli studenti che arriva, i quali provvedono per lo più autonomamente all’alloggio. Naturalmente l’accoglienza (predisposta già prima dell’arrivo) non riguarda solo l’alloggio. Gli studenti cinesi, come tutti gli altri studenti dell’Università per Stranieri di Siena, vengono molto curati dal momento dell’orientamento fino alla conclusione degli studi e nelle fasi di post-corso e post-laurea”.
L’Italia ed i cinesi. Che impressione ne hanno ricavato gli studenti?
“Per loro l’Italia è tutta piccola – afferma Bagna – ma dalle risposte che abbiamo avuto i riscontri sono comunque positivi. Abbiamo cercato di rendere il più agevole possibile il loro arrivo mettendo a disposizione mediatori e tutor anche per l’espletamento di tutte le pratiche per il permesso di soggiorno, l’accesso ai servizi ecc. Hanno tutor a disposizione quasi 24 ore su 24. La didattica paradossalmente è l’aspetto quasi più semplice”. Dopo il nostro “viaggio” nel commercio cinese a Siena, qui, in questo caso, la situazione socio-economica dei cinesi che vengono a Siena per studiare è completamente diversa: “Vengono da famiglie che possono spendere. Al loro rientro in Cina hanno comunque un posto di lavoro pronto. Ci tengono comunque a fare un’esperienza formativa all’estero”.
Alla collega della professoressa Bagna, Sabrina Machetti chiediamo ulteriori note: “Alcuni nostri studenti italiani hanno scritto tesi di laurea sulla comunità cinese a Siena e si tratta di una piccola comunità nel territorio senese”.
Uno degli obiettivi del nostro lavoro giornalistico era quello di capire che tipo di integrazione c’è tra senese e cinese: “La questione dell’integrazione – afferma la professoressa Machetti – è complessa perché la città percepisce la comunità cinese come una comunità chiusa che non tende ad integrarsi. C’è un problema di barriere che potrebbe essere superato. Anche la questione della cittadinanza è delicata, anche perché la cittadinanza italiana è incompatibile con la cittadinanza cinese che è quella a cui ovviamente tengono di più nel senso che non è previsto l’accesso alla doppia cittadinanza. Certo la comunità cinese a Siena è piccola”.