di Augusto Mattioli
SIENA. Con la storia delle pesanti offese a De Rossi (costata la multa di diecimila euro alla società), i tifosi senesi si sono giocati la fama che erano conquistati in questi anni: quella di essere una delle tifoserie più corrette del campionato di serie A. Peccato.
Diciamo subito che queste offese non ci sono affatto piaciute. De Rossi può avere tutti i difetti del mondo, uno che provoca, che può essere un antipatico, uno che picchia, uno che – come si dice – “se l’è cercata”. Quindi per la mentalità ultras va punito, va offeso, va trattato come una non-persona. E come tale non conta niente. Non contano i suoi sentimenti, i suoi problemi, la sua vita privata. Niente di niente. Anche se qualcuno pensa che pagando il biglietto può avere tutto il diritto di fare come gli pare, senza troppi problemi, nascosto nella massa.
Ora ci si lamenta di essere nell’occhio del ciclone delle critiche che sono piovute in gran quantità. E ci si giustifica citando quello che di negativo fanno gli altri, come se il peccato fosse meno grave .
Ma il punto è che questa volta chi ha deciso i cori contro De Rossi ha sbagliato. Perché appunto non ha considerato che dietro quell’odiato giocatore c’è comunque una persona che come tale doveva e deve essere rispettata Come ogni altra. E poi cosa ci si aspettava? Che le tv, le radio o i giornali non se ne occupassero? Tanto più se l’offeso è un giocatore della Nazionale e soprattutto della Roma, società verso cui c’è oggi una particolare attenzione dei media ma anche della politica, viste anche le interrogazioni dei soliti onorevole.
Passi per il “bastardo “ urlato al portiere avversario dalla parte della curva Robur si becca ogni volta che rinvia il pallone. Ma questa volta si è davvero esagerato e occorre ammetterlo senza se e senza ma. E ora tocca risalire la china…
SIENA. Con la storia delle pesanti offese a De Rossi (costata la multa di diecimila euro alla società), i tifosi senesi si sono giocati la fama che erano conquistati in questi anni: quella di essere una delle tifoserie più corrette del campionato di serie A. Peccato.
Diciamo subito che queste offese non ci sono affatto piaciute. De Rossi può avere tutti i difetti del mondo, uno che provoca, che può essere un antipatico, uno che picchia, uno che – come si dice – “se l’è cercata”. Quindi per la mentalità ultras va punito, va offeso, va trattato come una non-persona. E come tale non conta niente. Non contano i suoi sentimenti, i suoi problemi, la sua vita privata. Niente di niente. Anche se qualcuno pensa che pagando il biglietto può avere tutto il diritto di fare come gli pare, senza troppi problemi, nascosto nella massa.
Ora ci si lamenta di essere nell’occhio del ciclone delle critiche che sono piovute in gran quantità. E ci si giustifica citando quello che di negativo fanno gli altri, come se il peccato fosse meno grave .
Ma il punto è che questa volta chi ha deciso i cori contro De Rossi ha sbagliato. Perché appunto non ha considerato che dietro quell’odiato giocatore c’è comunque una persona che come tale doveva e deve essere rispettata Come ogni altra. E poi cosa ci si aspettava? Che le tv, le radio o i giornali non se ne occupassero? Tanto più se l’offeso è un giocatore della Nazionale e soprattutto della Roma, società verso cui c’è oggi una particolare attenzione dei media ma anche della politica, viste anche le interrogazioni dei soliti onorevole.
Passi per il “bastardo “ urlato al portiere avversario dalla parte della curva Robur si becca ogni volta che rinvia il pallone. Ma questa volta si è davvero esagerato e occorre ammetterlo senza se e senza ma. E ora tocca risalire la china…