SIENA. C'è chi ha qualche "aggiustamento" da proporre al piano di risanamento dell'Ateneo. Si, perchè c'è molta difficoltà – una difficoltà più diffusa di quanto si pensi – a "lasciar andare" dei beni che si sono sempre creduti parte integrante dell'Università.
Uno di questi, forse quello più rappresentativo, è la Certosa di Pontignano. Proprio quella presa da Panorama ad esempio di una gestione votata agli sprechi.
A levarsi contro la possibile alienazione di questo bene è il professor Mario Ascheri. In una lettera inviata al rettore, Silvano Focardi, il professore all'Università di Roma 3 spiega le ragioni della sua contrarietà: "Come saprai – scrive usando toni di assoluta confidenza Ascheri – io sono professore a Siena solo come supplente nella Facoltà di Giurisprudenza. Ma sono stato a suo tempo (nel lontano 1962-67) studente al Collegio "Mario Bracci", entrato in base ad un concorso di merito e rimasto per tutto il mio studentato universitario avendo rispettato i requisiti di merito prescritti. Come capirai, quindi, conosco bene la Certosa, che ho poi imparato a conoscere meglio come studioso di 'res Senenses'. Non posso perciò non unirmi all'appello di Roberto Barzanti, mio presidente agli Intronati, per salvare al 'pubblico' (o para-pubblico) un monumento così carico di memorie, medievali e contemporanee".
La proposta avanzata da Ascheri – e presentata al rettore, è di far "girare tra i dipendenti tutti della Tua Università" una lettera da far sottoscrivere diretta al presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini.
Il professor Ascheri ha inserito, nella comunicazione al Magnifico anche una bozza di testo di questa lettera:
"Caro Presidente,
i sottoscritti sono a chiederLe di valutare attentamente l'opportunità di un intervento della Fondazione da Ella presieduta al fine di un acquisto che assicuri la conservazione a Siena della proprietà della Certosa di Pontignano, che – come saprà – è coinvolta nel processo di risanamento del bilancio dell'Università di Siena.
La nostra richiesta fa appello alla 'senesità' della Fondazione, alla natura culturale dell'investimento e alla opportunità che la vendita da parte della Università avvenga alle migliori condizioni, e non a un prezzo dettato dallo stato di necessità.
La Certosa sarà una struttura di grande pregio inserita nel patrimonio dedlla Fondazione e sarà così assicurata ai fini culturali che la Fondazione vorrà precisare.
Il presente appello è sostenuto anche dalla consapevolezza che ci sono esponenti politici di vario orientamento in città che si sono già pronunciati per il rinvio della realizzazione di opere non stretttamente necessarie, in questo frangente, per le quali la Sua Fondazione ha assicurato il finanziamento".
Uno di questi, forse quello più rappresentativo, è la Certosa di Pontignano. Proprio quella presa da Panorama ad esempio di una gestione votata agli sprechi.
A levarsi contro la possibile alienazione di questo bene è il professor Mario Ascheri. In una lettera inviata al rettore, Silvano Focardi, il professore all'Università di Roma 3 spiega le ragioni della sua contrarietà: "Come saprai – scrive usando toni di assoluta confidenza Ascheri – io sono professore a Siena solo come supplente nella Facoltà di Giurisprudenza. Ma sono stato a suo tempo (nel lontano 1962-67) studente al Collegio "Mario Bracci", entrato in base ad un concorso di merito e rimasto per tutto il mio studentato universitario avendo rispettato i requisiti di merito prescritti. Come capirai, quindi, conosco bene la Certosa, che ho poi imparato a conoscere meglio come studioso di 'res Senenses'. Non posso perciò non unirmi all'appello di Roberto Barzanti, mio presidente agli Intronati, per salvare al 'pubblico' (o para-pubblico) un monumento così carico di memorie, medievali e contemporanee".
La proposta avanzata da Ascheri – e presentata al rettore, è di far "girare tra i dipendenti tutti della Tua Università" una lettera da far sottoscrivere diretta al presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini.
Il professor Ascheri ha inserito, nella comunicazione al Magnifico anche una bozza di testo di questa lettera:
"Caro Presidente,
i sottoscritti sono a chiederLe di valutare attentamente l'opportunità di un intervento della Fondazione da Ella presieduta al fine di un acquisto che assicuri la conservazione a Siena della proprietà della Certosa di Pontignano, che – come saprà – è coinvolta nel processo di risanamento del bilancio dell'Università di Siena.
La nostra richiesta fa appello alla 'senesità' della Fondazione, alla natura culturale dell'investimento e alla opportunità che la vendita da parte della Università avvenga alle migliori condizioni, e non a un prezzo dettato dallo stato di necessità.
La Certosa sarà una struttura di grande pregio inserita nel patrimonio dedlla Fondazione e sarà così assicurata ai fini culturali che la Fondazione vorrà precisare.
Il presente appello è sostenuto anche dalla consapevolezza che ci sono esponenti politici di vario orientamento in città che si sono già pronunciati per il rinvio della realizzazione di opere non stretttamente necessarie, in questo frangente, per le quali la Sua Fondazione ha assicurato il finanziamento".