di Alessandra Siotto
SIENA. In queste giorni i dipendenti del Centro per Disabili Santa Petronilla stanno vivendo momenti di preoccupazione per il futuro della struttura e per il proprio posto di lavoro, insieme ai familiari degli ospiti del Centro. La struttura è stata gestita per 6 anni da una Ati formata dalle cooperative Zelig, Il Cardine e Di Vittorio consorziate, ma la gara d'appalto svolta a febbraio dal Comune di Siena per la gestione del complesso di ospitalità per disabili, è stata vinta da un'altra Ati che comprende altre due cooperative: Agorà di Arezzo e Quadrifoglio che gestiranno la struttura per i prossimi tre anni. Il progetto che ha vinto prevede notevoli cambiamenti nel Centro e propone un organico completamento diverso da quello attuale, con il conseguente licenziamento di almeno 7 o 8 dipendenti e disagi per gli ospiti che si troveranno a perdere alcune figure di riferimento con cui vivono a contatto quotidianamente.
Questa mattina (28 aprile) abbiamo incontrato Elena Gorini ed Alberto Ferradini, rispettivamente una OSS ed un educatore che lavorano al Centro Santa Petronilla da diversi anni, i quali ci hanno spiegato che “a parità di punteggio tra i progetti presentati dalle due Ati, è risultata vincitrice l'Ati di Agorà e Quadrifoglio poiché risultava l'offerta economica più vantaggiosa per il Comune e quindi più bassa”. “L'appalto – ha spiegato Alberto – è stato assegnato il 28 aprile, a due giorni dalla scadenza della prima proroga e sia i dipendenti che i genitori da allora non sono stati informati riguardo al futuro della struttura e ai cambiamenti in atto”. “Abbiamo incontrato l'assessore Fabbri – ha detto Elena – circa 15 giorni fa, ma ancora gli atti della gara non erano pubblici e l'assessore non era al corrente dell'esubero dei lavoratori, ci ha detto di non preoccuparci e che il Comune aveva a cuore la stabilità dei posti di lavoro”.
“Oltre al non riassorbimento di alcuni lavoratori – ha affermato Alberto – si tratta anche di un cambiamento della tipologia delle figure che opereranno in futuro: il progetto vincitore prevede un numero molto più alto di figure assistenziali, non tenendo conto che questa non è una struttura assistenziale. Si sta trasformando un centro a vocazione sociale in un centro a vocazione assistenziale sanitaria; ci saranno più OSS e meno educatori, andando a risparmiare, per questo la nuova cooperativa ha potuto fare offerte più basse. Questo riguarda direttamente le politiche sociali del Comune e le scelte che compie”. “A molti di noi – ha proseguito l'educatore – è stato proposto di dequalificarsi per poter rientrare nell'organico della struttura, anche di fare della formazione per andare a ricoprire ruoli diversi da quelli svolti attualmente e poter mantenere il posto di lavoro”.
“Cgil e Cisl – ha affermato Alberto – hanno partecipato ad un primo incontro con l'Agorà il 20 di maggio ed hanno estromesso dalla trattativa sia la Uil che i sindacati di base. La Uil è stata poi richiamata ieri dall'Agorà al momento della firma dell'accordo, quando sono state fatte le proposte su chi verrà riassorbito”. “Cgil e Cisl – ha aggiunto Elena – hanno firmato l'accordo con l'Agorà non tenendo conto dell'esubero dei posti di lavoro, mentre la Uil non ha accettato perchè riteneva fondamentale il mantenimento dei posti. I sindacati di base Cobas e Cub sono stati tenuti fuori da qualsiasi tipo di trattativa, anche se all'interno del Santa Petronilla attualmente ci sono alcuni iscritti al sindacato di base.”.
“Chiediamo – ha detto Alberto – che il Comune si attivi e che si assuma la responsabilità della scelta che ha fatto che comporta il cambiamento della natura del servizio e la disoccupazione per 7 o 8 di noi. Il progetto scelto dal Comune prevede due educatori, se salterà fuori la proposta di fare qualche ora come addetti al trasporto o la necessità di un educatore in più vorrà dire che il progetto non va bene e che deve essere rifatta la gara di appalto”.
“Abbiamo avuto solo ieri sera – ha spiegato Elena – la riunione con i sindacati in cui abbiamo saputo chi avrebbe mantenuto il posto di lavoro e chi sarebbe andato a casa. Oggi pomeriggio, tra le 13 e le 18, i lavoratori che saranno reintegrati nel nuovo organico sono invitati a presentarsi per firmare il contratto. Non c'è tempo per pensare e scegliere e soprattutto è una firma al buio perchè ancora non siamo stati informati su quali saranno esattamente le condizioni lavorative e i trattamenti che riceveremo, né sugli orari di lavoro. In molti casi ci sarà dequalificazione professionale e non abbiamo avuto garanzie sul mantenimento degli scatti di anzianità né sulle ferie”.
“Il primo di giugno – ha detto Elena – dovrà entrare la nuova cooperativa, ma non si sa ancora come partirà il nuovo servizio, poiché il primo incontro con l'Agorà noi l'abbiamo avuto solo stamattina. Ci auguriamo che il servizio possa partire in maniera efficiente, ma non sappiamo come”.
Nel tardo pomeriggio di oggi abbiamo appreso che il Comune ha inviato una comunicazione informale ai dipendenti del Centro sul congelamento dell'appalto fino a luglio. Il Comune si riserva di giudicare il lato contabile delle nuove cooperative, controllando la parte amministrativa per verificare se queste abbiano le carte in regola per aggiudicarsi l'appalto. Sembra che alcuni lavoratori abbiano già firmato il contratto, prima che arrivasse questa notizia da parte del Comune sulla ulteriore proroga.
Per capire esattamente di che cosa si occupa la struttura Alberto ci ha spiegato che “il Centro è sia diurno che residenziale, con una parte di ospiti che vengono solo per le attività giornaliere e altri che invece dormono nella struttura”. “Complessivamente – ha proseguito l'educatore – quando il Centro è a pieno regime ospita 40 disabili, con diverse tipologie di disabilità sia fisica che mentale tendente al grave, come sindrome di down, autismo, problemi psichiatrici, ritardo mentale grave. L'età media è di 40-45 anni e gli ospiti hanno un'aspettativa di vita ancora lunga; sno utenti fissi e alcuni sono qui da molti anni. Alcuni di noi operatori sono qui da 20 anni e hanno fatto nascere questo Centro; prima si chiamava Il Glicine e si trovava a Porta Romana: da quando ci siamo trasferiti qui, da circa 6 anni, abbiamo sempre lavorato così, in modo soddisfacente”.
Questa mattina (28 aprile) abbiamo incontrato Elena Gorini ed Alberto Ferradini, rispettivamente una OSS ed un educatore che lavorano al Centro Santa Petronilla da diversi anni, i quali ci hanno spiegato che “a parità di punteggio tra i progetti presentati dalle due Ati, è risultata vincitrice l'Ati di Agorà e Quadrifoglio poiché risultava l'offerta economica più vantaggiosa per il Comune e quindi più bassa”. “L'appalto – ha spiegato Alberto – è stato assegnato il 28 aprile, a due giorni dalla scadenza della prima proroga e sia i dipendenti che i genitori da allora non sono stati informati riguardo al futuro della struttura e ai cambiamenti in atto”. “Abbiamo incontrato l'assessore Fabbri – ha detto Elena – circa 15 giorni fa, ma ancora gli atti della gara non erano pubblici e l'assessore non era al corrente dell'esubero dei lavoratori, ci ha detto di non preoccuparci e che il Comune aveva a cuore la stabilità dei posti di lavoro”.
“Oltre al non riassorbimento di alcuni lavoratori – ha affermato Alberto – si tratta anche di un cambiamento della tipologia delle figure che opereranno in futuro: il progetto vincitore prevede un numero molto più alto di figure assistenziali, non tenendo conto che questa non è una struttura assistenziale. Si sta trasformando un centro a vocazione sociale in un centro a vocazione assistenziale sanitaria; ci saranno più OSS e meno educatori, andando a risparmiare, per questo la nuova cooperativa ha potuto fare offerte più basse. Questo riguarda direttamente le politiche sociali del Comune e le scelte che compie”. “A molti di noi – ha proseguito l'educatore – è stato proposto di dequalificarsi per poter rientrare nell'organico della struttura, anche di fare della formazione per andare a ricoprire ruoli diversi da quelli svolti attualmente e poter mantenere il posto di lavoro”.
“Cgil e Cisl – ha affermato Alberto – hanno partecipato ad un primo incontro con l'Agorà il 20 di maggio ed hanno estromesso dalla trattativa sia la Uil che i sindacati di base. La Uil è stata poi richiamata ieri dall'Agorà al momento della firma dell'accordo, quando sono state fatte le proposte su chi verrà riassorbito”. “Cgil e Cisl – ha aggiunto Elena – hanno firmato l'accordo con l'Agorà non tenendo conto dell'esubero dei posti di lavoro, mentre la Uil non ha accettato perchè riteneva fondamentale il mantenimento dei posti. I sindacati di base Cobas e Cub sono stati tenuti fuori da qualsiasi tipo di trattativa, anche se all'interno del Santa Petronilla attualmente ci sono alcuni iscritti al sindacato di base.”.
“Chiediamo – ha detto Alberto – che il Comune si attivi e che si assuma la responsabilità della scelta che ha fatto che comporta il cambiamento della natura del servizio e la disoccupazione per 7 o 8 di noi. Il progetto scelto dal Comune prevede due educatori, se salterà fuori la proposta di fare qualche ora come addetti al trasporto o la necessità di un educatore in più vorrà dire che il progetto non va bene e che deve essere rifatta la gara di appalto”.
“Abbiamo avuto solo ieri sera – ha spiegato Elena – la riunione con i sindacati in cui abbiamo saputo chi avrebbe mantenuto il posto di lavoro e chi sarebbe andato a casa. Oggi pomeriggio, tra le 13 e le 18, i lavoratori che saranno reintegrati nel nuovo organico sono invitati a presentarsi per firmare il contratto. Non c'è tempo per pensare e scegliere e soprattutto è una firma al buio perchè ancora non siamo stati informati su quali saranno esattamente le condizioni lavorative e i trattamenti che riceveremo, né sugli orari di lavoro. In molti casi ci sarà dequalificazione professionale e non abbiamo avuto garanzie sul mantenimento degli scatti di anzianità né sulle ferie”.
“Il primo di giugno – ha detto Elena – dovrà entrare la nuova cooperativa, ma non si sa ancora come partirà il nuovo servizio, poiché il primo incontro con l'Agorà noi l'abbiamo avuto solo stamattina. Ci auguriamo che il servizio possa partire in maniera efficiente, ma non sappiamo come”.
Nel tardo pomeriggio di oggi abbiamo appreso che il Comune ha inviato una comunicazione informale ai dipendenti del Centro sul congelamento dell'appalto fino a luglio. Il Comune si riserva di giudicare il lato contabile delle nuove cooperative, controllando la parte amministrativa per verificare se queste abbiano le carte in regola per aggiudicarsi l'appalto. Sembra che alcuni lavoratori abbiano già firmato il contratto, prima che arrivasse questa notizia da parte del Comune sulla ulteriore proroga.
Per capire esattamente di che cosa si occupa la struttura Alberto ci ha spiegato che “il Centro è sia diurno che residenziale, con una parte di ospiti che vengono solo per le attività giornaliere e altri che invece dormono nella struttura”. “Complessivamente – ha proseguito l'educatore – quando il Centro è a pieno regime ospita 40 disabili, con diverse tipologie di disabilità sia fisica che mentale tendente al grave, come sindrome di down, autismo, problemi psichiatrici, ritardo mentale grave. L'età media è di 40-45 anni e gli ospiti hanno un'aspettativa di vita ancora lunga; sno utenti fissi e alcuni sono qui da molti anni. Alcuni di noi operatori sono qui da 20 anni e hanno fatto nascere questo Centro; prima si chiamava Il Glicine e si trovava a Porta Romana: da quando ci siamo trasferiti qui, da circa 6 anni, abbiamo sempre lavorato così, in modo soddisfacente”.
