La parlamentare ha presentato un disegno di legge in cui, tra le altre cose, propone di istituire una giornata nazionale per l
Diffondere la cultura del cibo. “L’obiettivo alla base della proposta di legge – sottolinea Cenni – è quello di sensibilizzare alla cultura del cibo, della sovranità e della sicurezza alimentare, tema che sarà anche al centro dell’Expo 2015. Una cultura che si promuove primo di tutto attraverso l’educazione alimentare, gli stili di vita e rafforzando l’identità dei nostri territori, riconoscendo lo sforzo che i produttori compiono per garantire qualità e anche crescita economica. Apprendere sin dall’infanzia il valore del cibo, apprezzare la varietà, conoscerne le
proprietà, comprendere la fatica umana che c’è dietro a ogni prodotto agricolo che giunge sulle nostre tavole, è il primo passo per la costruzione di comunità consapevoli e meno propense a sprecare il cibo”.
Una proposta di legge molto femminile. “L’iniziativa – continua Cenni – deriva dall’interlocuzione con molte donne impegnate nell’agroalimentare che da anni si occupano di questo tema. Penso, in particolare, a realtà associative come ‘Pandolea’; ‘Donne in campo’, alle donne di Confagricoltura e Coldiretti, alle donne di Slowfood. Anche le firmatarie della proposta di legge sono quasi tutte donne, delle commissioni agricoltura, ambiente, cultura e affari sociali, a dimostrazione della particolare sensibilità femminile sul tema, per il ruolo esercitato nella cura e nella nutrizione dei figli, nella produzione e nella preparazione del cibo e nella conoscenza dei principi alimentari”.
Le linee guida della legge. “E’ una fase di discussione intensa sulla scuola, sul bisogno di tornare a destinarvi risorse ed energie – conclude Cenni – auspico davvero che si giunga, come proposto dai ministri Stefania Giannini e Maurizio Martina, a introdurre anche l’ora di educazione alimentare nelle scuole. La giornata per l’educazione alimentare, come previsto dal mio testo, andrebbe ad integrare tutto ciò si svolgerebbe nelle scuole attraverso iniziative, attività didattiche ed educative, che potrebbero coinvolgere anche produttori agricoli locali. Un progetto da portare avanti anche per contrastare il fenomeno, molto diffuso, dei disturbi alimentari, che in Italia coinvolge 2 milioni di giovani”.