SIENA. "L’Anci ha fatto un'apertura di credito al governo sulla promessa della Service Tax, che riunisce imposte attualmente diversificate che afferiscono alla casa e non rappresenta invece una tassa comunale aggiuntiva. Ma rimangono invariati i tagli e rimane invariata la nostra preoccupazione e la nostra richiesta di revisione di una manovra che scarica in modo iniquo il peso sugli enti locali: regioni, comuni e province».
Interviene così il sindaco Maurizio Cenni, sull’introduzione della Service Tax e sulla manovra finanziaria ancora in discussione.
«Da questo punto di vista l’accordo tra Anci, Upi e governo è sbagliato, è un errore strategico, che divide enti che invece si trovano sulla stessa barca – continua il primo cittadino – La manovra rimane scellerata, anche con l’introduzione della Service Tax che rappresenta una razionalizzazione delle tassazioni diverse che esistono sulla casa ed una base di avvio del federalismo. Il problema vero è che non si superano i tagli ai trasferimenti. Il federalismo, quindi, se mai arriverà, rischia di non trovare più nessun servizio offerto ai cittadini, o comunque molto poco».
«Mi fa piacere ricordare – osserva Massimo Bianchi, assessore al Bilancio del comune di Siena – che il Decreto Legge 78 prevede per il Comune di Siena ben 4.734.000 euro di minori trasferimenti nel 2011 e 6.284.000 sul 2012. Un totale di 11.018.000 euro. Così si mettono in ginocchio i cittadini anche con l’arrivo della Service Tax. Anche perché a tutto questo si aggiungono i tagli che arriveranno dalla regione. Infatti, alla Toscana giungeranno 320 milioni di euro in meno dallo stato centrale. Di questi, ben 200 milioni ricadranno sul trasporto pubblico locale. In totale ben il 70% dei minori trasferimenti alla regione andranno a cadere su comuni e province».
«In relazione alla Service Tax – aggiunge Bianchi – anche tra le fila della maggioranza c’è già qualcuno che evidenzia che a fronte della riorganizzazione che questa imposta porta con sé, a pagare saranno i comuni stessi, probabilmente, con meno trasferimenti. Speriamo almeno nella revisione del patto di stabilità. Però nell’accordo di Anci, Upi e governo non viene data nessuna certezza neppure sulle modifiche al patto di stabilità e non si fa cenno agli incentivi per gli enti più virtuosi».
«Se per noi il taglio ai trasferimenti rimarrà di 11 milioni di euro in due anni sarà impossibile mantenere i livelli attuali di servizi – conclude Cenni – Berlusconi e i suoi vogliono mettere in gravi difficoltà gli enti locali, ed evidentemente vogliono cancellare lo stato sociale. Noi a questo gioco non ci stiamo. L’auspicio è che almeno in Toscana ci possa essere coesione. Solo insieme potremo riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo a tutela dei cittadini e dei servizi a loro rivolti. La manovra è frutto di impostazione sbagliata di politica economica che continua a separare risanamento e crescita. Anche il trasferimento dei beni demaniali è per noi ben poca cosa. E’ necessario sostenere la crescita, allentando il patto di stabilità interno per comuni province e regioni per far ripartire gli investimenti nelle infrastrutture e aprire migliaia di piccoli cantieri. E’ necessario rafforzare la lotta all’evasione, fare una politica di riorganizzazione della pubblica amministrazione dove il merito venga davvero premiato. Infine, è necessario ripartire i tagli in modo più equo tra enti e stato centrale».
Interviene così il sindaco Maurizio Cenni, sull’introduzione della Service Tax e sulla manovra finanziaria ancora in discussione.
«Da questo punto di vista l’accordo tra Anci, Upi e governo è sbagliato, è un errore strategico, che divide enti che invece si trovano sulla stessa barca – continua il primo cittadino – La manovra rimane scellerata, anche con l’introduzione della Service Tax che rappresenta una razionalizzazione delle tassazioni diverse che esistono sulla casa ed una base di avvio del federalismo. Il problema vero è che non si superano i tagli ai trasferimenti. Il federalismo, quindi, se mai arriverà, rischia di non trovare più nessun servizio offerto ai cittadini, o comunque molto poco».
«Mi fa piacere ricordare – osserva Massimo Bianchi, assessore al Bilancio del comune di Siena – che il Decreto Legge 78 prevede per il Comune di Siena ben 4.734.000 euro di minori trasferimenti nel 2011 e 6.284.000 sul 2012. Un totale di 11.018.000 euro. Così si mettono in ginocchio i cittadini anche con l’arrivo della Service Tax. Anche perché a tutto questo si aggiungono i tagli che arriveranno dalla regione. Infatti, alla Toscana giungeranno 320 milioni di euro in meno dallo stato centrale. Di questi, ben 200 milioni ricadranno sul trasporto pubblico locale. In totale ben il 70% dei minori trasferimenti alla regione andranno a cadere su comuni e province».
«In relazione alla Service Tax – aggiunge Bianchi – anche tra le fila della maggioranza c’è già qualcuno che evidenzia che a fronte della riorganizzazione che questa imposta porta con sé, a pagare saranno i comuni stessi, probabilmente, con meno trasferimenti. Speriamo almeno nella revisione del patto di stabilità. Però nell’accordo di Anci, Upi e governo non viene data nessuna certezza neppure sulle modifiche al patto di stabilità e non si fa cenno agli incentivi per gli enti più virtuosi».
«Se per noi il taglio ai trasferimenti rimarrà di 11 milioni di euro in due anni sarà impossibile mantenere i livelli attuali di servizi – conclude Cenni – Berlusconi e i suoi vogliono mettere in gravi difficoltà gli enti locali, ed evidentemente vogliono cancellare lo stato sociale. Noi a questo gioco non ci stiamo. L’auspicio è che almeno in Toscana ci possa essere coesione. Solo insieme potremo riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo a tutela dei cittadini e dei servizi a loro rivolti. La manovra è frutto di impostazione sbagliata di politica economica che continua a separare risanamento e crescita. Anche il trasferimento dei beni demaniali è per noi ben poca cosa. E’ necessario sostenere la crescita, allentando il patto di stabilità interno per comuni province e regioni per far ripartire gli investimenti nelle infrastrutture e aprire migliaia di piccoli cantieri. E’ necessario rafforzare la lotta all’evasione, fare una politica di riorganizzazione della pubblica amministrazione dove il merito venga davvero premiato. Infine, è necessario ripartire i tagli in modo più equo tra enti e stato centrale».