SIENA. “Siamo sconcertati per la mancanza di attenzione da parte del Governo verso la nostra Università – dicono Maurizio Cenni, sindaco di Siena e Simone Bezzini, presidente dell’amministrazione provinciale – Dopo i proclami lanciati dagli esponenti governativi dal teatro dei Rinnovati a novembre e dopo la nostra richiesta urgente di un incontro, proposta mesi fa, ancora nessuna risposta arriva da Roma. Con amarezza dobbiamo constatare che non c’è la volontà di sostenere il nostro Ateneo ad uscire dalla grave crisi in cui versa e a supportare il lavoro che stanno portando avanti gli enti locali e la Regione Toscana”.
“Ad oggi – affermano Cenni e Bezzini – questo imbarazzante silenzio provoca un preoccupante rallentamento del piano di salvataggio dell’Università. Preoccupa, soprattutto, la mancanza di risposta alla richiesta di poter attivare una nuova linea di credito con la Banca Mps di oltre cento milioni di euro che rappresenterebbe un passo fondamentale per attuare il Piano di risanamento. Il silenzio da parte dei ministeri competenti impedisce non solo di procedere verso questa soluzione, ma anche di mettere in campo proposte alternative nel caso di un pronunciamento sfavorevole”.
“L’immobilismo del Governo rende vana anche la volontà, più volte espressa dagli enti locali, di costruire un tavolo congiunto per cercare la migliore soluzione possibile in grado di salvare l’Università di Siena – continuano il Sindaco e il Presidente della Provincia – Anche le risorse economiche messe in campo dal Governo mesi fa sono solo anticipazioni su quanto lo Stato deve corrispondere all’Ateneo nel 2010. Una ‘soluzione tampone’ che sta per concludere i suoi effetti nel breve periodo e che getta nuove ombre sulle risorse a disposizione per fronteggiare le scadenze dei prossimi mesi”.
“Ad oggi – dicono Cenni e Bezzini – sono state le istituzioni locali, e soprattutto la Regione Toscana, a portare avanti iniziative concrete per salvaguardare i dipendenti, gli studenti, tutti i lavoratori e i fornitori. E’ stata infatti la Regione Toscana a riconoscere all'Università di Siena circa 8 milioni di euro all’anno per i prossimi cinque anni e ad avviare un percorso di acquisizione del polo ospedaliero de Le Scotte al fine di reperire risorse decisive per l'attuazione del Piano di risanamento. Anche la Fondazione Mps ha erogato all’Ateneo risorse importanti per progetti di ricerca e formazione ed è presumibile che lo farà anche in futuro, così come gli enti locali hanno avviato un percorso per valutare la possibilità di attuare la mobilità dei dipendenti verso altri enti e per estendere l’utilizzo delle misure sulle politiche attive del lavoro agli stabilizzandi dell’Ateneo”.
“Servono risposte urgenti dal Governo, nell’ottica della massima collaborazione fra Università, istituzioni locali, regionali e nazionali, per garantire lunga vita al nostro Ateneo e la serenità di coloro che vi lavorano e studiano – concludono il Sindaco e il Presidente della Provincia – non è più rinviabile un intervento sinergico davvero sostanziale. Al Governo chiediamo tre cose: autorizzare uno stanziamento economico urgente e straordinario; concedere l'autorizzazione per la stipula del contratto di finanziamento con l'istituto di credito concedente; emanare strumenti autorizzativi affinchè l'Ateneo possa essere nelle condizioni di rinegoziare le varie tipologie di debito, prevedendo misure di carattere straordinario come, ad esempio, gli incentivi al collocamento anticipato, al riposo ed agevolazioni per il prepensionamento”.
“Nelle prossime settimane – chiudono Cenni e Bezzini – convocheremo un nuovo tavolo istituzionale; auspichiamo che, a quella data, sia pervenuta anche una risposta da parte del Governo alla nostra richiesta di incontro”.
“Ad oggi – affermano Cenni e Bezzini – questo imbarazzante silenzio provoca un preoccupante rallentamento del piano di salvataggio dell’Università. Preoccupa, soprattutto, la mancanza di risposta alla richiesta di poter attivare una nuova linea di credito con la Banca Mps di oltre cento milioni di euro che rappresenterebbe un passo fondamentale per attuare il Piano di risanamento. Il silenzio da parte dei ministeri competenti impedisce non solo di procedere verso questa soluzione, ma anche di mettere in campo proposte alternative nel caso di un pronunciamento sfavorevole”.
“L’immobilismo del Governo rende vana anche la volontà, più volte espressa dagli enti locali, di costruire un tavolo congiunto per cercare la migliore soluzione possibile in grado di salvare l’Università di Siena – continuano il Sindaco e il Presidente della Provincia – Anche le risorse economiche messe in campo dal Governo mesi fa sono solo anticipazioni su quanto lo Stato deve corrispondere all’Ateneo nel 2010. Una ‘soluzione tampone’ che sta per concludere i suoi effetti nel breve periodo e che getta nuove ombre sulle risorse a disposizione per fronteggiare le scadenze dei prossimi mesi”.
“Ad oggi – dicono Cenni e Bezzini – sono state le istituzioni locali, e soprattutto la Regione Toscana, a portare avanti iniziative concrete per salvaguardare i dipendenti, gli studenti, tutti i lavoratori e i fornitori. E’ stata infatti la Regione Toscana a riconoscere all'Università di Siena circa 8 milioni di euro all’anno per i prossimi cinque anni e ad avviare un percorso di acquisizione del polo ospedaliero de Le Scotte al fine di reperire risorse decisive per l'attuazione del Piano di risanamento. Anche la Fondazione Mps ha erogato all’Ateneo risorse importanti per progetti di ricerca e formazione ed è presumibile che lo farà anche in futuro, così come gli enti locali hanno avviato un percorso per valutare la possibilità di attuare la mobilità dei dipendenti verso altri enti e per estendere l’utilizzo delle misure sulle politiche attive del lavoro agli stabilizzandi dell’Ateneo”.
“Servono risposte urgenti dal Governo, nell’ottica della massima collaborazione fra Università, istituzioni locali, regionali e nazionali, per garantire lunga vita al nostro Ateneo e la serenità di coloro che vi lavorano e studiano – concludono il Sindaco e il Presidente della Provincia – non è più rinviabile un intervento sinergico davvero sostanziale. Al Governo chiediamo tre cose: autorizzare uno stanziamento economico urgente e straordinario; concedere l'autorizzazione per la stipula del contratto di finanziamento con l'istituto di credito concedente; emanare strumenti autorizzativi affinchè l'Ateneo possa essere nelle condizioni di rinegoziare le varie tipologie di debito, prevedendo misure di carattere straordinario come, ad esempio, gli incentivi al collocamento anticipato, al riposo ed agevolazioni per il prepensionamento”.
“Nelle prossime settimane – chiudono Cenni e Bezzini – convocheremo un nuovo tavolo istituzionale; auspichiamo che, a quella data, sia pervenuta anche una risposta da parte del Governo alla nostra richiesta di incontro”.