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SIENA. Dopo l'annuncio del rettore Focardi, il sindaco Maurizio Cenni e il presidente della Provincia Simone Bezzini intervengono sull’Università di Siena: “Le modalità e il contenuto dell’annuncio del rettore sull’ipotetica soluzione della crisi dell’Università aggravano pesantemente le nostre preoccupazioni sul presente e sul futuro dell’ateneo. Non sono state infatti esplicitate, in termini concreti le garanzie date dal Governo, né le risorse economiche messe in campo, né se queste derivano da un contributo straordinario o da un semplice anticipo su quanto lo Stato deve corrispondere all’ateneo nel 2010. Speriamo che non si tratti proprio della soluzione di anticipare trasferimenti statali di qualche mese, perché il risultato avrebbe solo un effetto nel brevissimo periodo. Si tratterebbe infatti di una ‘soluzione tampone’ che non farebbe altro che aggravare ulteriormente la situazione debitoria dell’Università, producendo un danno irreversibile non solo all’Ateneo ma anche a tutta la comunità. Ci auguriamo che il facile ottimismo sia davvero suffragato da un intervento sostanziale del Governo che consenta di agire strutturalmente sulla situazione dell’ateneo. Fino ad oggi questo non è avvenuto”.
“In questi mesi – dicono Cenni e Bezzini – sono state le istituzioni locali, assieme alla Regione Toscana, a portare avanti iniziative concrete per salvaguardare i dipendenti, gli studenti, tutti i lavoratori e i fornitori. E’ stata infatti la Regione Toscana a riconoscere all'Università di Siena circa 8 milioni di euro all’anno per i prossimi cinque anni e ad avviare un percorso di acquisizione del polo ospedaliero de Le Scotte al fine di reperire risorse decisive per l'attuazione del Piano di Risanamento. Anche la Banca Mps ha fatto la sua parte, dando il via libera alla linea di credito di oltre cento milioni di euro, ancora non attivata per diversa volontà da parte dei ministeri competenti che ad oggi fanno mancare la propria di autorizzazione. In questi anni, infine, anche la Fondazione Mps ha erogato all’ateneo risorse importanti per progetti di ricerca e formazione ed è presumibile che lo farà anche in futuro”.
“Proprio nell’ottica della massima collaborazione fra istituzioni locali e nazionali con l’obiettivo di garantire lunga vita al nostro ateneo e la serenità di coloro che vi lavorano e studiano – dicono il sindaco e il presidente della Provincia – non è più rinviabile un intervento sinergico davvero sostanziale. Al governo chiediamo tre cose: autorizzare uno stanziamento economico urgente e straordinario di 100 milioni di euro; concedere l'autorizzazione per la stipula del contratto di finanziamento con l'istituto di credito concedente; emanare strumenti autorizzativi affinché l'Ateneo possa essere nelle condizioni di rinegoziare le varie tipologie di debito, prevedendo misure di carattere straordinario come, ad esempio, gli incentivi al collocamento anticipato al riposo ed agevolazioni per il prepensionamento. Sono queste infatti le uniche vere risposte che possono dare un futuro all’Università di Siena”.
“La crisi – concludono Cenni e Bezzini –non sarà superata se oltre agli interventi esterni non matureranno, fino in fono, all’interno all’Ateneo quel coraggio, quella determinazione e quella responsabilità che servono per portare avanti gli impegni annunciati, in termini di riduzione dei costi e di interventi strutturali in grado di abbattere il deficit attuale. Servono quindi una maggiore consapevolezza e una grande discontinuità rispetto agli indirizzi che hanno prodotto un disavanzo consolidato e di così grande portata. Le scelte radicali da fare hanno bisogno di essere supportate da un nuovo progetto di Università che guardi al medio e lungo periodo e che contempli, anche una riforma della governance da fare in tempi rapidissimi. In questo quadro, l’approvazione del nuovo statuto sarebbe un segnale importante di inversione di tendenza. Nei prossimi giorni convocheremo il tavolo interistituzionale sui problemi dell’ateneo”.
“In questi mesi – dicono Cenni e Bezzini – sono state le istituzioni locali, assieme alla Regione Toscana, a portare avanti iniziative concrete per salvaguardare i dipendenti, gli studenti, tutti i lavoratori e i fornitori. E’ stata infatti la Regione Toscana a riconoscere all'Università di Siena circa 8 milioni di euro all’anno per i prossimi cinque anni e ad avviare un percorso di acquisizione del polo ospedaliero de Le Scotte al fine di reperire risorse decisive per l'attuazione del Piano di Risanamento. Anche la Banca Mps ha fatto la sua parte, dando il via libera alla linea di credito di oltre cento milioni di euro, ancora non attivata per diversa volontà da parte dei ministeri competenti che ad oggi fanno mancare la propria di autorizzazione. In questi anni, infine, anche la Fondazione Mps ha erogato all’ateneo risorse importanti per progetti di ricerca e formazione ed è presumibile che lo farà anche in futuro”.
“Proprio nell’ottica della massima collaborazione fra istituzioni locali e nazionali con l’obiettivo di garantire lunga vita al nostro ateneo e la serenità di coloro che vi lavorano e studiano – dicono il sindaco e il presidente della Provincia – non è più rinviabile un intervento sinergico davvero sostanziale. Al governo chiediamo tre cose: autorizzare uno stanziamento economico urgente e straordinario di 100 milioni di euro; concedere l'autorizzazione per la stipula del contratto di finanziamento con l'istituto di credito concedente; emanare strumenti autorizzativi affinché l'Ateneo possa essere nelle condizioni di rinegoziare le varie tipologie di debito, prevedendo misure di carattere straordinario come, ad esempio, gli incentivi al collocamento anticipato al riposo ed agevolazioni per il prepensionamento. Sono queste infatti le uniche vere risposte che possono dare un futuro all’Università di Siena”.
“La crisi – concludono Cenni e Bezzini –non sarà superata se oltre agli interventi esterni non matureranno, fino in fono, all’interno all’Ateneo quel coraggio, quella determinazione e quella responsabilità che servono per portare avanti gli impegni annunciati, in termini di riduzione dei costi e di interventi strutturali in grado di abbattere il deficit attuale. Servono quindi una maggiore consapevolezza e una grande discontinuità rispetto agli indirizzi che hanno prodotto un disavanzo consolidato e di così grande portata. Le scelte radicali da fare hanno bisogno di essere supportate da un nuovo progetto di Università che guardi al medio e lungo periodo e che contempli, anche una riforma della governance da fare in tempi rapidissimi. In questo quadro, l’approvazione del nuovo statuto sarebbe un segnale importante di inversione di tendenza. Nei prossimi giorni convocheremo il tavolo interistituzionale sui problemi dell’ateneo”.