SIENA. “Vogliamo sapere dal Governo quando sarà concessa dal Ministero l’autorizzazione all’Ateneo di Siena per stipulare il contratto di finanziamento con la Banca Monte dei Paschi, al fine di scongiurare una nuova crisi di liquidità che potrebbe compromettere il pagamento di dipendenti e fornitori, ma anche la continuità e la qualità dell'offerta didattica e della ricerca scientifica”. E’ quanto chiede il deputato del Partito democratico, Franco Ceccuzzi nell’interrogazione presentata al ministro dell’Università e della ricerca, Maria Stella Gelmini e al ministro dell’economia e delle finanze, Giulio Tremonti. L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai parlamentari del Pd Susanna Cenni, Donella Mattesini, Rolando Nannicini e Luca Sani.
“Nei mesi scorsi l’Ateneo senese, come prevede la legislazione vigente – spiega Ceccuzzi – ha indetto una gara pubblica per garantire il servizio di tesoreria e per aprire una linea di credito per 160 milioni di euro con l'istituto bancario che si fosse aggiudicato la gara. La scelta è stata compiuta per salvaguardare la continuità e la qualità dell'offerta didattica, tutelare i livelli occupazionali e assicurare il puntuale pagamento degli stipendi. Lo scorso agosto – aggiunge Ceccuzzi – la Banca Mps si è aggiudicata la gara e, dopo aver ricevuto il piano di risanamento, ha dato il via libera al finanziamento per un importo di 110 milioni di euro, chiedendo all’Ateneo ulteriori strategie di risanamento con la dismissione di alcune unità immobiliari, attraverso una gara pubblica. Questa richiesta è già stata accolta ed è stata proposta anche l’ipoteca su alcuni immobili di pregio, al fine di fornire tutte le garanzie necessarie all’istituto di credito. Di fronte a questa situazione, quindi, sarebbe opportuno conoscere i motivi dei ritardi nell’autorizzazione da parte del ministero al fine di poterli superare al più presto”.
“Questa terza interrogazione – afferma Ceccuzzi – sostituisce quella precedente presentata a luglio, e ancora senza risposta, per conoscere le valutazioni del gruppo di lavoro istituito nei mesi scorsi dal Ministero per lo sviluppo economico, chiamato ad esaminare la grave situazione debitoria dell’Ateneo senese, e per sapere se l’Università di Siena potrà contare nuovamente sull'erogazione del 7 per cento del fondo di finanziamento ordinario, percentuale assegnata in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei, dopo la sospensione decisa dal Ministero”.
“Nei mesi scorsi l’Ateneo senese, come prevede la legislazione vigente – spiega Ceccuzzi – ha indetto una gara pubblica per garantire il servizio di tesoreria e per aprire una linea di credito per 160 milioni di euro con l'istituto bancario che si fosse aggiudicato la gara. La scelta è stata compiuta per salvaguardare la continuità e la qualità dell'offerta didattica, tutelare i livelli occupazionali e assicurare il puntuale pagamento degli stipendi. Lo scorso agosto – aggiunge Ceccuzzi – la Banca Mps si è aggiudicata la gara e, dopo aver ricevuto il piano di risanamento, ha dato il via libera al finanziamento per un importo di 110 milioni di euro, chiedendo all’Ateneo ulteriori strategie di risanamento con la dismissione di alcune unità immobiliari, attraverso una gara pubblica. Questa richiesta è già stata accolta ed è stata proposta anche l’ipoteca su alcuni immobili di pregio, al fine di fornire tutte le garanzie necessarie all’istituto di credito. Di fronte a questa situazione, quindi, sarebbe opportuno conoscere i motivi dei ritardi nell’autorizzazione da parte del ministero al fine di poterli superare al più presto”.
“Questa terza interrogazione – afferma Ceccuzzi – sostituisce quella precedente presentata a luglio, e ancora senza risposta, per conoscere le valutazioni del gruppo di lavoro istituito nei mesi scorsi dal Ministero per lo sviluppo economico, chiamato ad esaminare la grave situazione debitoria dell’Ateneo senese, e per sapere se l’Università di Siena potrà contare nuovamente sull'erogazione del 7 per cento del fondo di finanziamento ordinario, percentuale assegnata in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei, dopo la sospensione decisa dal Ministero”.