ROMA. l governo apre alla riforma degli studi di settore. L’esecutivo, infatti, ha accolto come raccomandazione un ordine del giorno presentato da Franco Ceccuzzi e da altri deputati del Pd, tra cui Susanna Cenni e Luca Sani. Il governo, dunque, dà un segnale di apertura per una riforma più organica sugli studi di settore, valutando positivamente la proposta avanzata di arrivare ad un testo unico che semplifichi la normativa e introduca alcune correzioni richieste da tempo dai contribuenti e dalle associazioni di categoria.
“L’ordine del giorno – afferma Franco Ceccuzzi – si sofferma su molti punti tra cui i contribuenti in contabilità ordinaria, la necessità di considerare come presunzioni semplici gli indici di normalità economica ed in particolare chiede l’abrogazione degli scontrini fiscali per gli esercenti che applicano gli studi di settore. Un provvedimento necessario e atteso dai contribuenti e dai consumatori, anche in virtù del fatto che gli studi di settore rappresentano uno strumento del tutto affidabile nella misurazione del reddito da non rendere più necessaria l’emissione dello scontrino. Inoltre chiede che la revisione degli studi avvenga ogni quattro anni anziché ogni tre per dare riferimenti più stabili ai contribuenti e semplificare il lavoro dell’amministrazione finanziaria”.
“Il testo – continua il deputato senese – sollecita, inoltre, il governo a varare un provvedimento con il quale indirizzare l’attività di accertamento verso soggetti diverse da quei contribuenti che risiedono nelle città a monocultura termale così definite da un rapporto abitante – posti letto da 1 a 1,5 e dalla perdita di almeno il trenta per cento di ospiti negli ultimi 30 anni – laddove gli effetti di una crisi duratura rendono impossibile per le imprese e gli esercenti il raggiungimento dei ricavi indicati quali livelli di congruità. In queste realtà appare assolutamente improbabile, se non impossibile, che si possano verificare presupposti di evasione fiscale e dunque è utile per l’amministrazione finanziaria rivolgere altrove l’attività di accertamento per razionalizzare le risorse impiegate e renderla proficua nei confronti delle vere sacche di evasione”.