di Augusto Mattioli
SIENA. “Lasciamo andare avanti l’inchiesta. Per quanto mi riguarda quello che so l’ho appreso dalle notizie pubblicate dai giornali”. E' quanto ha detto Cesare Cecchi, presidente dell’associazione industriali della provincia di Siena e produttore di vino Chianti, sulla nuova inchiesta riguardante questa volta il vino Chianti, condotta dal sostituto procuratore della Repubblica di Siena Mario Formisano, che già si era occupato della questione del Brunello.
“Il Chianti – ha aggiunto – è davvero un prodotto importante per la nostra regione. Occorre tenere presente che il settore del vino è molto nel settore del sociale. Per cui bisogna stare attenti a quello che si fa. Ci vuole molta delicatezza. E chiaro che investigazioni devono andare avanti. Nessuno vuol bloccare niente. Ma occorre stare attenti. Quando si parla di denominazione non si parla di un’azienda che ha quella denominazione. La denominazione è un bene comune, che va protetto non nei confronti di un’azienda che può avere dei problemi, ma perché, come ho detto, è un bene comune che non deve essere sciupato”.
SIENA. “Lasciamo andare avanti l’inchiesta. Per quanto mi riguarda quello che so l’ho appreso dalle notizie pubblicate dai giornali”. E' quanto ha detto Cesare Cecchi, presidente dell’associazione industriali della provincia di Siena e produttore di vino Chianti, sulla nuova inchiesta riguardante questa volta il vino Chianti, condotta dal sostituto procuratore della Repubblica di Siena Mario Formisano, che già si era occupato della questione del Brunello.
“Il Chianti – ha aggiunto – è davvero un prodotto importante per la nostra regione. Occorre tenere presente che il settore del vino è molto nel settore del sociale. Per cui bisogna stare attenti a quello che si fa. Ci vuole molta delicatezza. E chiaro che investigazioni devono andare avanti. Nessuno vuol bloccare niente. Ma occorre stare attenti. Quando si parla di denominazione non si parla di un’azienda che ha quella denominazione. La denominazione è un bene comune, che va protetto non nei confronti di un’azienda che può avere dei problemi, ma perché, come ho detto, è un bene comune che non deve essere sciupato”.