La Lega Navale ha organizzato l'incontro al Cral Montepaschi
SIENA. Nel pomeriggio di sabato 8 Novembre si è svolta, presso il Cral Montepaschi, la conferenza di Giovanni Ceccarelli, organizzata dalla Sezione di Siena e Valdelsa della Lega Navale Italiana.
Figlio d’arte (il padre Epaminonda avviò negli anni cinquanta l’attività di progettazione nautica), Giovanni Ceccarelli è uno degli Yacht Designer più famosi ed apprezzati del nostro Paese per la nautica da diporto: più di mille imbarcazioni navigano nel mondo con la firma di Ceccarelli. Da appassionato velista (è stato anche vincitore di due campionati italiani), ha diretto la propria attività professionale verso la maggiore gara velica del mondo, l’American Cup. Dal 2000 al 2007, ha partecipato in qualità di principal designer e direttore tecnico a due sfide di Coppa America, nel 2003 ad Auckland con il team Italiano Mascalzone Latino e nel 2007 a Valencia con + 39 Challenge. Si tratta pertanto di una personalità di spicco nell’ambito delle attività economiche legate alla nautica da diporto, anche se il suo nome è conosciuto solo nell’ambito del settore perché ha sempre cercato di evitare frequentazioni del jet set e della notorietà dei rotocalchi.
Giovanni Ceccarelli si è sottratto ai riflettori anche nell’occasione in cui avrebbe potuto avere una notorietà mondiale perché è stato l’ideatore della modalità di rimozione della Costa Concordia dopo il disastro all’isola del Giglio del 13 gennaio 2012. Durante la conferenza ha presentato un suo disegno del 2 di Febbraio dello stesso anno in cui aveva già ideato il modo di raddrizzare il relitto della nave e permetterle una navigazione fino al porto di smantellamento. Una magnifica intuizione , concepita pur in assenza di dati precisi sulla situazione effettiva della nave ma via via confermata dalle indagini sulla posizione della nave stessa fino al risultato eccezionale che tutti sappiamo. Il genio di un professionista serio e schivo che risolve il danno causato dalla superficialità e dalla presunzioni di chi aveva la responsabilità di una nave che imbarcava un numero così alto di persone.
Quello che colpisce è la semplicità e la modestia con la quale Ceccarelli ha illustrato il proprio progetto, come se si trattasse di una banale riparazione di un guasto ad un natante, come se – invece di applicarlo ad una situazione così eccezionale – fosse un sistema testato tante volte e quindi ‘pane quotidiano’.
Emblematico anche il mettere l’accento non tanto sul valore individuale ma sul lavoro in team, laddove si debba gestire progettualmente e tecnicamente un nuovo progetto dove vengono coinvolti nel medesimo momento discipline tecniche e figure professionali diverse.