I percorsi e le esperienze delle capitali europee della cultura per il 2014
di Diego Fionda
SIENA. Dopo essere rientrata tra le sei città italiane candidate a Capitale Europea della Cultura 2019, Siena entra nel vivo di questo ambizioso progetto. Uno dei punti cardine di questo percorso è l’incremento delle relazioni con altre città europee e la consapevolezza del duro lavoro che una sfida come questa comporta. In questo ambito si inserisce l’incontro avvenuto nella mattinata di oggi (18 Febbraio) a Palazzo Berlinghieri con alcuni rappresentanti delle due città detentrici del titolo di CEC per il 2014: Umeå (Svezia) e Riga (Lettonia). Un evento organizzato per capire l’importanza di un simile riconoscimento, per conoscere i progetti che hanno portato queste due città a vincere la competizione interna e per comprendere i benefici ed i sacrifici ai quali si va incontro quando si viene designati come Capitale Europea della Cultura. Ad illustrare le proprie esperienze c’erano: Jan Bjoringe, direttore di Umeå 2014; Stina Lindholm, responsabile finanza, marketing e sponsorizzazioni di Umeå 2014 ; Solvita Krese, direttore artistico di Riga 2014. Alla conferenza hanno preso parte, inoltre, il sindaco di Siena Bruno Valentini ed il direttore della candidatura senese Pier Luigi Sacco.
“Siamo felici di poter ospitare le attuali capitali europee della cultura” ha dichiarato Bruno Valentini nel discorso di apertura. “La nostra candidatura in vista del 2019 non vuole essere un semplice riconoscimento. Noi vorremmo creare un evento che possa essere utile, apprezzato e che coinvolga il resto dell’Europa. Non ci accontenteremo, in caso di vittoria, di organizzare un semplice festival della cultura; il nostro obiettivo è quello di creare eventi che siano il frutto della collaborazione fra competenze diverse. Vogliamo creare – prosegue il sindaco – qualcosa che possa rimanere anche al termine del 2019 e non fine a se stessa. Vorremmo creare degli eventi che non siano intesi come singoli ed isolati, ma espressione di un percorso continuo fra ambiti culturali differenti. La nostra ambizione è far sì che Siena, magari coinvolgendo l’intera Toscana, possa divenire un luogo in cui la cultura non venga solo distribuite, ma creata. Siamo convinti che questa sia un’opportunità unica e che questo evento possa rappresentare una svolta significativa per tutto il territorio senese. Noi crediamo fortemente in questo progetto perché siamo convinti che la cultura non debba essere considerata un mero prodotto, ma un serio investimento per il futuro. Questi – conclude Valentini – sono gli aspetti che vorremmo condividere con Umeå e Riga, dalle quali ci aspettiamo di imparare molto per la nostra candidatura”.
“Umeå e Riga – spiega Pier Luigi Sacco – non sono qui per stringere delle alleanze con Siena; sono qui perché noi vogliamo un confronto con loro, vogliamo capire quali siano i progetti da poter presentare per la nostra candidatura, vogliamo capire cosa significhi gestire un evento così grande e complesso. Questo pomeriggio – sottolinea il direttore di Siena 2019 – avremo una lunga riunione con loro, durante la quale verranno affrontati tutti gli aspetti della loro esperienza. Sarà un confronto utile per Siena e ci aiuterà ad arrivare pronti e preparati a questa importante sfida che speriamo di poter vincere”.
“Innanzitutto ringrazio la città di Siena per questo invito” hanno esordito Jan Bjoringe e Stina Lindholm. “Il programma culturale di Umeå 2014 ha avuto inizio il 31 gennaio con la cerimonia d’apertura “Burning Snow” sul fiume Ume. Gli abitanti della nostra città si sono riuniti con ospiti da tutta Europa per assistere al momento iniziale del nostro percorso, che avrà come perno centrale il concetto di co-creazione, ossia la partecipazione attiva alla creazione degli eventi della nostra comunità e del Norrland, la regione alla quale apparteniamo. Come capitale europea della cultura – spiegano i rappresentanti di Umeå 2014 – abbiamo intenzione di trasformare la nostra città e fare in modo che tutti possano viverla in modo diverso grazie ai nostri eventi culturali. Essere la capitale europea della cultura non è un costo, ma un investimento: secondo i nostri calcoli, durante il 2014, la città registrerà un guadagno quadruplicato rispetto all’investimento iniziale e le cifre dovrebbero salire anche negli anni successivi. Il legame di Umeå con la cultura è da sempre strettissimo, siamo la città con il numero di riconoscimenti più alto dell’intera Svezia. Già a partire dagli anni ’70 abbiamo scelto di puntare sulla cultura, arrivando ad investirvi anche il 70 per cento delle nostre risorse. Questa scelta si è dimostrata vincente, poiché abbiamo registrato da subito un vero e proprio boom economico e questo nonostante fossimo in un territorio in pesante recessione. Un altro dei nostri obiettivi principali – proseguono Jan Bjoringe e Stina Lindholm – è quello di attirare nuovi residenti nella nostra città, che si trova in una zona scarsamente popolata. Solitamente, le città che diventano CEC, vedono aumentare la propria popolazione del 12 per cento e pensiamo di poter raggiungere anche noi questo traguardo. Ma il nostro desiderio è quello di poter sviluppare tutti gli aspetti della nostra città, dall’economia alle relazioni internazionali, e tutto grazie alla cultura. Infine – concludono – vorremmo sottolineare l’importanza di un evento del genere e l’impatto su tutto il territorio: una capitale europea della cultura è in grado di cambiare la mentalità dei propri cittadini, spingendoli a vivere diversamente la cultura. Vengono stimolati l’interesse e la curiosità delle persone, accrescendo l’esperienza e la sensibilità dell’intera città. Questo è quello che stiamo riscontrando nella nostra città e sono aspetti che lasciano una forte impronta sul territorio”.
“Per quanto riguarda la nostra esperienza – commenta Solvita Krese – posso confermare il cambiamento che si registra nelle persone coinvolte in questo progetto. La candidatura di Riga per il 2014 non era stata accolta positivamente, poiché presentata nel momento di maggiore sofferenza economica dell’intera Lettonia; eppure, appena entrati nel vivo di questa fantastica esperienza, tutti i cittadini hanno cominciato a capire quanto possa essere importante essere la capitale europea della cultura e quanto questo possa rappresentare un’opportunità. Si è deciso di puntare sulla cultura per rilanciare il Paese ed abbiamo deciso di chiamare il nostro progetto ‘Forza maggiore’, proprio per spiegare l’intenzione della Lettonia di mettere in campo tutte le energie a sua disposizione per questo evento. Il 16 Gennaio scorso – prosegue la direttrice artistica di Riga 2014 – abbiamo celebrato l’inizio di questa avventura con un evento itinerante per le strade della città e lungo il fiume Daugava. L’iniziativa ha avuto un grande successo e tutti hanno partecipato con entusiasmo dimostrando un impegno commovente. Il nostro progetto si basa sui concetti di creatività ed innovazione, il tutto strettamente legato alle storie del nostro Paese, che vengono raccontate e riadattate in tante modalità diverse. Io penso – conclude l’ospite lettone – che una città come Siena ce la possa fare a diventare la capitale europea della cultura per il 2019. Mi è bastata una breve passeggiata all’interno del centro storico per innamorarmi e credo che il forte legame tra questa città e la sua tradizione culturale sia un elemento a dir poco affascinante, che spero venga preso in considerazione dalla commissione che eleggerà la capitale europea della cultura per l’Italia”.