La Cna Fita lancia un nuovo allarme per la viabilità del ponte sul Paglia
SIENA. Il ponte sul fiume Paglia continua ad essere un problema molto grave per i trasportatori e per tutte le imprese del territorio. Il viadotto è stato chiuso lo scorso 6 ottobre senza alcun avviso e da quel giorno la Cna ha chiesto a gran voce rapide soluzioni. E’ stata definita dalla Provincia come viabilità alternativa la Strada Provinciale 24 di Radicofani e la Strada Statale 478 per ricollegarsi alla Cassia, dopo aver oltrepassato il centro abitato di Radicofani. Questa scelta comporta tantissimi problemi ai trasportatori (ma anche a cittadini e imprese), che vedono crescere tempi e costi dei trasporti. A questo si unisce il divieto di transito ai mezzi aventi massa complessiva superiore a 40 tonnellate.
La tipologia di questa strada, sia per dimensioni (corsie ridotte) che per pendenza (8-10%), anche usando solo il buonsenso, è poco idonea al traffico di mezzi pesanti. La circolazione diventa ancora più pericolosa nei periodi invernali per la costante presenza di ghiaccio o neve (la strada raggiunge l’altitudine di quasi 800 metri circa).
Questa alternativa allunga il percorso di circa venti chilometri. Un autoarticolato impiega circa 30-40 minuti con un consumo indicativo di circa 15-20 litri di gasolio. Considerando la doppia percorrenza di andata e ritorno ogni mezzo ha bisogno almeno di un’ora in più e di 25 litri di gasolio.
Ma la cosa più preoccupante è la situazione in cui verte la Sp 24 di Radicofani. Dall’inizio della viabilità alternativa si è progressivamente degradata, fino alle attuali condizioni disastrose: banchine in parte distrutte o inesistenti, continue frane e smottamenti, manufatti in continuo peggioramento. Tutto questo è sicuramente favorito dal passaggio dei mezzi pesanti, visto tale strada non è stata progettata per sostenere un traffico di tale tipologia. Per gli autotrasportatori è un danno enorme dal punto di vista economico e del tempo, essendo vincolati dalla legge sul rispetto delle ore di guida. In più non è da sottovalutare lo stress e l’angoscia per gli autisti nel percorrere questa maledetta strada, in quanto un autoarticolato di 16,50 metri è impossibile che rimanga dentro i limiti della propria corsia, quindi ogni curva diventa una roulette russa.
Oltre sei mesi fa, su esplicita richiesta della Cna Fita, fu fissato un incontro con la Provincia, dove il Presidente Nepi illustrò la soluzione Bailey come quella ideale, realizzabile in sei mesi. Fu proposta la soluzione “guado”, scartata in un primo momento, poi ripresa in considerazione quando alcuni imprenditori si proposero di finanziarlo. Agli incontri successivi, la Provincia ha tassativamente escluso il “guado” in quanto pericoloso, soprattutto in una strada regionale importante come la Cassia.
La Cna Fita ha cercato di coinvolgere il più possibile le amministrazioni comunali di Abbadia San Salvatore e di Radicofani, per cercare di risolvere tutti assieme questo problema. Sono passati quasi otto mesi, i soldi pare che siano disponibili (sono stati promessi 1,350 milioni di euro), ma la situazione non è cambiata. La provincia ha delegato Fabio Bardelli al coordinamento di questa problematica, ma ad oggi non ci sono notizie certe sul futuro, dunque aumenta la preoccupazione, anche perché non sono stati calendarizzati gli interventi ed il ripristino della normale viabilità. La promessa riapertura a settembre appare dunque improbabile, con i danni che si ripercuotono non solo sulle aziende del territorio, ma su tutta la comunità del monte Amiata, sul turismo e su tutte le attività in generale, già duramente provati dai problemi precedenti ancora irrisolti. A questi se ne potrebbero aggiungere altri nei prossimi mesi, stante la precarietà di altre strade e ponti, che andrebbero ad aumentare il bollettino di guerra di questa martoriata area.
In parallelo ai drammatici problemi che deve subire il mondo del trasporto, segnaliamo anche i danni per tutte le attività di ristoro e assistenza lungo la strada, pesantemente colpite dal diverso flusso di traffico. I tempi non consentono più soste a bar e ristoranti, oppure molti scelgono vie alternative più lunghe, come i raccordi autostradali che saltano quasi tutta la Cassia Sud, quando i mezzi o i timori per la sicurezza lo impongono. Anche questo è un danno che si aggiunge ai tanti danni già conclamati.
Michele Santoni – presidente provinciale Cna Fita Siena