Il segretario del Pd di Siena interviene sulla questione della eliminazione delle Province
SIENA. “Il Paese ha bisogno di una seria e organica riorganizzazione della struttura statale, volta allo snellimento e al risparmio, ma a farne le spese non possono essere le Province, che in questi anni hanno dato un contributo tangibile allo sviluppo economico, sociale e infrastrutturale dei territori. Chi vuole ricostruire l’Italia deve passare dalla buona politica e dalla buona amministrazione, per questo riteniamo fondamentale che si proceda velocemente a una definizione delle funzioni di ciascun ente, che assegni responsabilità univoche e metta al servizio dei cittadini e delle impese un modello di pubblica amministrazione efficace ed efficiente”. Con queste parole Giulio Carli, segretario del Pd di Siena, interviene sul tema dell’abolizione delle Province al centro della seduta aperta e straordinaria del Consiglio provinciale di Siena, che si è svolta oggi, martedì 31 gennaio, in contemporanea con i 107 Consigli provinciali d’Italia, in occasione della giornata di mobilitazione promossa dall’Upi (Unione Province d’Italia).
“La questione posta dal governo Monti – ha dichiarato Carli – ha bisogno di un serio approfondimento. Non basta un decreto per riformare un ente strategico dello Stato, come la Provincia. Il vento che spira al grido di “aboliamo le province per ridurre i costi” non riuscirà a spazzare via i frutti del lavoro dell’amministrazione provinciale di Siena che, in questi anni e sotto il governo guidato da Simone Bezzini, si è contraddistinta per la qualità dei servizi offerti; per il peso degli investimenti sul fronte della viabilità, dell’edilizia scolastica, della difesa del suolo e soprattutto per il ruolo svolto sulle crisi aziendali e per le politiche di sviluppo e in materia di programmazione strategia, come dimostra la recente istituzione di una cabina di regia per il nuovo patto di sviluppo del territorio. Non accettiamo, inoltre, che si possa cancellare con un colpo di spugna uno dei presidi fondamentali di rappresentanza democratica e un soggetto utile e d’ausilio, anche e soprattutto, all’azione di governo del capoluogo. Serve più che mai, infatti, un ente come la Provincia, per rafforzare la coesione sociale e di sviluppo e per arginare pericolosi fenomeni anche di egoismo territoriale, che potrebbero affacciarsi in assenza di un soggetto istituzionale che, fin qui, ha sempre dimostrato di essere capace di armonizzare bisogni, necessità e scelte di governo all’interno di una comunità coesa come quella senese”.
“Cancellare le Province, svuotandole di fatto di tutti i compiti essenziali – ha concluso Carli – non è il modo migliore di abbattere il costo della pubblica amministrazione, perché il rischio che si corre è proprio quello di creare seri disservizi ai cittadini, che vedrebbero scomparire una fonte di rappresentanza democratica, come i consigli provinciali. Inoltre mancano indicazioni precise sui servizi erogati direttamente o attraverso il sistema delle imprese e sul futuro delle importanti risorse professionali, rappresentate dai dipendenti. Si tratta di questioni abbastanza complesse, che necessitano di un dibattito serio, senza preclusioni e senza pregiudizi. La Provincia ha fatto la storia d’Italia, è un ente riconosciuto dalla nostra Carta Costituzionale, e come dimostrano la grande partecipazione alla seduta del consiglio provinciale di Siena e gli appelli lanciati dagli amministratori locali del nostro territorio, il vero problema, non è la sua esistenza, ma semmai la necessità di affidargli maggiori competenze e di aumentarne il grado di efficienza per garantire l’espletamento delle sue funzioni amministrative”.