ROMA. E' una delusione la risposta che il sottosegretario di stato allo Sviluppo economico ha fornito oggi (14 maggio), in Commissione attività produttive, all’interrogazione presentata ad ottobre 2008 dalla parlamentare, insieme con i deputati Pd Franco Ceccuzzi e Andrea Lulli.
“Esprimo profondo stupore, oltre che tutta la mia insoddisfazione, per la risposta fornita dal sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia in merito alla grave situazione che interessa la camperistica italiana, e in particolare, il distretto valdelsano. Nella risposta fornita dal Ministero non c’è alcun riferimento agli interventi e alle misure prese o da adottare per far fronte alla perdita dei livelli occupazionali o al rischio di delocalizzazione produttiva. C’è, al contrario, solo un elenco di ciò che da mesi stanno facendo gli enti locali e la Regione Toscana. Questo, però, lo sappiamo bene senza che ci venga spiegato dal governo”.
“Il distretto del camper – commentano Susanna Cenni e Franco Ceccuzzi – non esprime solo una specializzazione regionale, ma per i numeri e la qualità che vanta meriterebbe ben altra attenzione da parte del governo e delle politiche di sviluppo nazionale. Agli enti locali e alla Regione Toscana, che stanno facendo il possibile, sarebbe fondamentale affiancare una seria attenzione da parte del Ministero, che però dichiara di non sentirsi “ancora coinvolto direttamente nella crisi del comparto camperistico”. L’unica iniziativa riconducibile al governo, oltretutto, la si deve solo ad una telefonata fatta dall’allora segretario del Pd Walter Veltroni, che da Poggibonsi chiese al Ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola di inserire i camper nel pacchetto anti crisi per beneficiare degli incentivi per la rottamazione.
“Ciò che oggi ci saremmo aspettati dal governo – chiudono i parlamentari – erano risposte chiare e precise su come affrontare il nodo chiave della vicenda: il rischio di delocalizzazione, dal momento che la proprietà di alcune delle maggiori aziende presenti sul territorio fanno riferimento a società straniere o sono partecipate da fondi azionari internazionali. Non dimentichiamo, inoltre, che mentre attendevamo la risposta del Ministero, gli uomini e le donne che si trovano in cassa integrazione o in mobilità sono passati da qualche centinaio a milletrecento (dati Cgil) e che non si è tanto mancato di rispondere ad alcuni deputati del territorio, ma a decine di piccole e medie imprese e a migliaia di lavoratori”.
“Le uniche iniziative a sostegno del settore del camper e, soprattutto, per contrastare la crisi – aggiunge Franco Ceccuzzi – rimangono quelle degli enti locali, della Regione Toscana e dell’opposizione parlamentare. La risposta del governo all’interrogazione è sconfortante perché dopo sei mesi dalla sua presentazione sono stati disattesi tutti gli impegni. Impegni che erano stati sanciti anche dall’accoglimento di un ordine del giorno dell’aula del 4 novembre scorso, dove si chiedeva la convocazione di un tavolo di concertazione in cui tutti i soggetti istituzioni e sociali potessero esaminare le misure di sostegno più appropriate. Quel tavolo, ad oggi, non è stato ancora convocato”.
“Esprimo profondo stupore, oltre che tutta la mia insoddisfazione, per la risposta fornita dal sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia in merito alla grave situazione che interessa la camperistica italiana, e in particolare, il distretto valdelsano. Nella risposta fornita dal Ministero non c’è alcun riferimento agli interventi e alle misure prese o da adottare per far fronte alla perdita dei livelli occupazionali o al rischio di delocalizzazione produttiva. C’è, al contrario, solo un elenco di ciò che da mesi stanno facendo gli enti locali e la Regione Toscana. Questo, però, lo sappiamo bene senza che ci venga spiegato dal governo”.
“Il distretto del camper – commentano Susanna Cenni e Franco Ceccuzzi – non esprime solo una specializzazione regionale, ma per i numeri e la qualità che vanta meriterebbe ben altra attenzione da parte del governo e delle politiche di sviluppo nazionale. Agli enti locali e alla Regione Toscana, che stanno facendo il possibile, sarebbe fondamentale affiancare una seria attenzione da parte del Ministero, che però dichiara di non sentirsi “ancora coinvolto direttamente nella crisi del comparto camperistico”. L’unica iniziativa riconducibile al governo, oltretutto, la si deve solo ad una telefonata fatta dall’allora segretario del Pd Walter Veltroni, che da Poggibonsi chiese al Ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola di inserire i camper nel pacchetto anti crisi per beneficiare degli incentivi per la rottamazione.
“Ciò che oggi ci saremmo aspettati dal governo – chiudono i parlamentari – erano risposte chiare e precise su come affrontare il nodo chiave della vicenda: il rischio di delocalizzazione, dal momento che la proprietà di alcune delle maggiori aziende presenti sul territorio fanno riferimento a società straniere o sono partecipate da fondi azionari internazionali. Non dimentichiamo, inoltre, che mentre attendevamo la risposta del Ministero, gli uomini e le donne che si trovano in cassa integrazione o in mobilità sono passati da qualche centinaio a milletrecento (dati Cgil) e che non si è tanto mancato di rispondere ad alcuni deputati del territorio, ma a decine di piccole e medie imprese e a migliaia di lavoratori”.
“Le uniche iniziative a sostegno del settore del camper e, soprattutto, per contrastare la crisi – aggiunge Franco Ceccuzzi – rimangono quelle degli enti locali, della Regione Toscana e dell’opposizione parlamentare. La risposta del governo all’interrogazione è sconfortante perché dopo sei mesi dalla sua presentazione sono stati disattesi tutti gli impegni. Impegni che erano stati sanciti anche dall’accoglimento di un ordine del giorno dell’aula del 4 novembre scorso, dove si chiedeva la convocazione di un tavolo di concertazione in cui tutti i soggetti istituzioni e sociali potessero esaminare le misure di sostegno più appropriate. Quel tavolo, ad oggi, non è stato ancora convocato”.