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SIENA. Al via i calendari venatori, anticipazione consentita dalla nuova legge regionale che si fa carico del problema dell’equilibrio faunistico, del controllo della densità degli animali e della tutela di terreni e colture agricole.
A risentire degli effetti devastanti di un’eccessiva presenza di ungulati nel territorio sono anche i frutti del sottobosco, come i funghi. A questi si aggiungono la pericolosità e la drammaticità di incidenti stradali provocati dagli ungulati.
Gli abbattimenti di caprioli in dieci anni sono triplicati, a dimostrazione dell’eccessiva presenza sul territorio, lo scorso anno i caprioli abbattuti hanno raggiunto quota 6.300.
Sono stati invece 15.407 i cinghiali messi a terra, un numero inferiore di tremila unità rispetto all’anno precedente, segno che le politiche intraprese dalla Provincia di Siena per il contenimento del numero dei cinghiali hanno portato a buoni risultati.
“La Regione Toscana e la Provincia di Siena hanno riscontrato l’eccezionalità di incidenti automobilistici e danni all’agricoltura – commenta Giampiero Marotta, direttore di Coldiretti Siena – con il metodo della concertazione con associazioni agricole, ambientaliste e venatorie e gli incontri voluti dall’assessore provinciale all’agricoltura Anna Maria Betti, abbiamo affrontato questi problemi ottenendo risultati molto importanti per tutelare terreni e colture, nel rispetto dell’equilibrio faunistico. Adesso occorre tenere presente che l’importo dei danni all’agricoltura è diminuito perché è crollato il prezzo della materia prima e non perché siamo usciti dall’emergenza”.
Continua infatti l’allarme sostenibilità, gli ungulati presenti nel senese sono troppi rispetto al numero consentito. In particolare i caprioli stanno provocando ingenti danni a oliveti e vigneti. I caprioli distruggono la pianta provocando un danno pluriennale all’agricoltore, per il ripristino di una vite o di un olivo occorrono infatti 7 anni, un tempo lunghissimo che danneggia fortemente le produzioni simbolo dell’agricoltura senese come olio e vino. Nel periodo estivo, fa sapere Coldiretti, si fa più forte il rischio di attacchi di lupi ai pascoli ovini.
“Gli allevatori senesi si organizzano con ronde serali per controllare e proteggere il gregge di pecore dagli assalti dei lupi – spiega Fausto Ligas, presidente di Coldiretti Siena – in estate, per l’eccessivo caldo, non è possibile chiudere gli animali nelle stalle. Stare nei pascoli li rende estremamente vulnerabili e facili prede di lupi e cani inselvatichiti”. Un territorio complesso quello senese, ma ricco di un’agricoltura di qualità e di tradizioni millenarie che regalano prodotti di altissima qualità. Per questo occorrono il riequilibrio faunistico e regole serie sulla caccia, come quelle recentemente varate.
A risentire degli effetti devastanti di un’eccessiva presenza di ungulati nel territorio sono anche i frutti del sottobosco, come i funghi. A questi si aggiungono la pericolosità e la drammaticità di incidenti stradali provocati dagli ungulati.
Gli abbattimenti di caprioli in dieci anni sono triplicati, a dimostrazione dell’eccessiva presenza sul territorio, lo scorso anno i caprioli abbattuti hanno raggiunto quota 6.300.
Sono stati invece 15.407 i cinghiali messi a terra, un numero inferiore di tremila unità rispetto all’anno precedente, segno che le politiche intraprese dalla Provincia di Siena per il contenimento del numero dei cinghiali hanno portato a buoni risultati.
“La Regione Toscana e la Provincia di Siena hanno riscontrato l’eccezionalità di incidenti automobilistici e danni all’agricoltura – commenta Giampiero Marotta, direttore di Coldiretti Siena – con il metodo della concertazione con associazioni agricole, ambientaliste e venatorie e gli incontri voluti dall’assessore provinciale all’agricoltura Anna Maria Betti, abbiamo affrontato questi problemi ottenendo risultati molto importanti per tutelare terreni e colture, nel rispetto dell’equilibrio faunistico. Adesso occorre tenere presente che l’importo dei danni all’agricoltura è diminuito perché è crollato il prezzo della materia prima e non perché siamo usciti dall’emergenza”.
Continua infatti l’allarme sostenibilità, gli ungulati presenti nel senese sono troppi rispetto al numero consentito. In particolare i caprioli stanno provocando ingenti danni a oliveti e vigneti. I caprioli distruggono la pianta provocando un danno pluriennale all’agricoltore, per il ripristino di una vite o di un olivo occorrono infatti 7 anni, un tempo lunghissimo che danneggia fortemente le produzioni simbolo dell’agricoltura senese come olio e vino. Nel periodo estivo, fa sapere Coldiretti, si fa più forte il rischio di attacchi di lupi ai pascoli ovini.
“Gli allevatori senesi si organizzano con ronde serali per controllare e proteggere il gregge di pecore dagli assalti dei lupi – spiega Fausto Ligas, presidente di Coldiretti Siena – in estate, per l’eccessivo caldo, non è possibile chiudere gli animali nelle stalle. Stare nei pascoli li rende estremamente vulnerabili e facili prede di lupi e cani inselvatichiti”. Un territorio complesso quello senese, ma ricco di un’agricoltura di qualità e di tradizioni millenarie che regalano prodotti di altissima qualità. Per questo occorrono il riequilibrio faunistico e regole serie sulla caccia, come quelle recentemente varate.