SIENA. La Polizia provinciale, in attesa che termini la stagione venatoria, fa già un primo bilancio sulla propria attività che ha visto un particolare impegno nel contenimento degli ungulati. Proprio durante questo ultimo periodo dell’anno si sono effettuate sistematiche azioni su questo fronte, direttamente effettuate dagli agenti provinciali, oltre che coordinando e supportando l’opera degli Ambiti Territoriali di Caccia, delle Guardie volontarie, di tutti quei soggetti abilitati, a termine di legge, ad effettuare i contenimenti della fauna selvatica. Tali azioni si sono svolte nelle Zone di Protezione, nelle Riserve Naturali e nelle Zone di Ripopolamento e Cattura di tutto il territorio senese, dal Chianti al Monte Amiata, passando dal Monte Maggio, Montagnola, Montalcino, fino a tutta la Val d’Orcia. La consistente presenza di cinghiali e caprioli sul nostro territorio, richiede, infatti, un costante controllo nel rispetto delle indicazioni fornite dai tecnici delle Risorse Faunistiche e nel rispetto delle indicazioni fornite dall’ISPRA (Istituto Nazionale della Fauna Selvatica), soprattutto in determinati periodi dell’anno e nelle zone in cui si rileva una densità di presenze di questa fauna non compatibile con la vocazione del territorio. Tutto ciò allo scopo di prevenire i danni alle coltivazioni agricole, al patrimonio boschivo, nonché per limitare gli incidenti causati da questi animali, ormai sempre più frequenti dato l’approssimarsi degli animali alle zone urbanizzate.
Inoltre, allo scopo di garantire un tranquillo svolgimento dell’esercizio dell’attività venatoria, è stata costante la vigilanza che ha portato ad individuare e sanzionare diversi comportamenti illeciti. Di particolare rilievo la scoperta nel comune di Montalcino di un impianto per l’uccellagione, cioè la cattura di avifauna di passo tramite reti, assolutamente non consentita se non appositamente autorizzata dalla Provincia per particolari scopi. Azioni di bracconaggio notturno sono state individuate e represse nei comuni di Murlo e Casole d’Elsa. A san Quirico e Castiglione d’Orcia sono state elevate denunce penali nei confronti di due cacciatori che abbattevano specie non consentite, nello specifico tordela e zigolo.
La vigilanza notturna è stata poi diretta anche verso altre attività. Nel comune di San Gimignano sono stati condotti con successo diversi appostamenti finalizzati al controllo delle zone di ricerca del tartufo. A notte fonda sono stati fermati e sanzionati cercatori che, in violazione degli orari consentiti, con l’ausilio di sorgenti luminose, conducevano la ricerca del tartufo bianco. Così come si sono svolte le attività di controllo sul territorio con particolare riguardo all’ambiente e alle strutture ricettive.
Inoltre, allo scopo di garantire un tranquillo svolgimento dell’esercizio dell’attività venatoria, è stata costante la vigilanza che ha portato ad individuare e sanzionare diversi comportamenti illeciti. Di particolare rilievo la scoperta nel comune di Montalcino di un impianto per l’uccellagione, cioè la cattura di avifauna di passo tramite reti, assolutamente non consentita se non appositamente autorizzata dalla Provincia per particolari scopi. Azioni di bracconaggio notturno sono state individuate e represse nei comuni di Murlo e Casole d’Elsa. A san Quirico e Castiglione d’Orcia sono state elevate denunce penali nei confronti di due cacciatori che abbattevano specie non consentite, nello specifico tordela e zigolo.
La vigilanza notturna è stata poi diretta anche verso altre attività. Nel comune di San Gimignano sono stati condotti con successo diversi appostamenti finalizzati al controllo delle zone di ricerca del tartufo. A notte fonda sono stati fermati e sanzionati cercatori che, in violazione degli orari consentiti, con l’ausilio di sorgenti luminose, conducevano la ricerca del tartufo bianco. Così come si sono svolte le attività di controllo sul territorio con particolare riguardo all’ambiente e alle strutture ricettive.