Un articolo de Il Fatto Quotidiano riporta parte dell'esito delle indagini preliminari
SIENA. “Giocolieri dei bilanci più che Magnifici Rettori”. Comincia così l’articolo a firma di Daniele Martini dal titolo “Università di Siena: “I Rettori truccavano i bilanci” pubblicato ieri (14 maggio) sul “Fatto Quotidiano”.
La vicenda riportata è tutta senese ed ha a che fare con l’indagine partita nel 2008 che aveva il compito di capire come l’Università di Siena era arrivata ad accumulare un debito stratosferico, pari a oltre 250 milioni di euro in poco più di dieci anni. E di chi fossero le oggettive responsabilità. Ad indagare, il sostituto procuratore Francesca Firrao (trasferita da qualche mese e non più a Siena) che, alla conclusione delle indagini pare abbia chiesto il rinvio a giudizio per 27 persone. Per tutte queste persone, anticipa Il Fatto, gli interrogatori di garanzia dovrebbero avere inizio dalla prossima settimana.
Manca l’elenco completo delle persone interessate da questo nuovo atto giudiziario (la cancelleria del Gip Barrai è blindatissima) ma, come era ovvio, tra le persone indagate ci sono i Magnifici Rettori Piero Tosi e Silvano Focardi a capo dell’ateneo senese dal 1996 al 2010. Cultori della “finanza creativa” i due sarebbero stati “capaci di occultare passivi e perdite” e “maestri nel far emergere entrate con poste di fantasia”. Bilanci falsificati di anno in anno, con l’ausilio di dirigenti amministrativi “dal responsabile dell’area contabile Salvatore Intieri al capo dell’ufficio bilancio Monica Santinelli”. Sotto indagine anche i Direttori amministrativi Antonio Maurizio Caronna e Loriano Bigi. Quest’ultimo – con il quale l’Ateneo ha in attivo un contenzioso per degli stipendi non pagati pari a 102 mila euro – viene indicato dal Fatto come un personaggio di area margheritina, legato ai fratelli Monaci e a Comunione e Liberazione.
“Secondo l’accusa Piero Tosi avrebbe addirittura convocato riunioni ad hoc tra i responsabili amministrativi e contabili dell’ateneo per raddrizzare i conti. Durante questi incontri veniva stabilito di portare il bilancio in pareggio senza disavanzo di amministrazione attraverso aggiustamenti e dolose correzioni di alcune poste” scrive ancora Martini. Riportato nell’articolo anche qualche esempio di “false poste”: “di fantasia sarebbe la somma di 8 milioni e 300mila euro indicata nei residui attivi del 2003 e presentata sotto la voce “finanziamento per l’edilizia universitaria da parte del Ministero dell’Università” ma la somma non sarebbe mai stata stanziata dall’ente indicato come erogatore. Tale importo – si legge ancora nell’articolo del Fatto – era contabilizzato ancora nel 2007 quando a distanza di 4 anni era del tutto evidente che lo stesso non poteva essere riscosso non essendone mai neanche stato sollecitato lo stanziamento e l’erogazione”.
Dal Martini viene riportata anche la vicenda dei mancati versamenti Inpdap avviata dal rettore Tosi, costata all’Ateneo un debito con l’erario – con relative more – di oltre 50 milioni di euro.
Secondo l’accusa l’operato di Focardi non si sarebbe discostato più di tanto dalle metodiche messe a punto dal suo predecessore. Al punto che il disavanzo di gestione del 2007 veniva indicato con 5 milioni di euro e non con i reali 21 milioni. Sempre al rettore Focardi sarebbe da attribuire “il carico da 90” quando, nel 2006, firma un contratto di lavoro con i sindacati “facendo apparire che sarebbe stato applicato a 25 dipendenti e non a 61 come era nella realtà con una spesa di un milione di euro in 4 anni che invece sarebbe risultato sei volte superiore”.
Infine, tra gli indagati non dipendenti dell’ateneo, due signore, Paola e Stefania Viviani, sorelle che hanno avuto in gestione, senza gara di appalto – e poi vincitrici della gara quando indetta – il bar della facoltà di Lettere e Ingegneria. “Paola è moglie di David Chiti presente nella lista del candidato sindaco del Pd”, scrive Martini, concludendo il suo articolo.
RZR