SIENA. Il Tribunale di Siena ha deciso il rinvio a giudizio di sei persone (gli unici che tra gli indagati non hanno optato per il rito abbreviato o il patteggiamento) per l'affaire-Brunello. Il vino – anzichè essere prodotto con solo Sangiovese, come impone il disciplinare – era stato trovato "mischiato" ad altri vitigni, che avevano il compito di "ammorbidirlo. Quasi tutti i produttori hanno accettato il declassamento a "vino rosso" per oltre 1 nilione e mezzo di litri di Brunello "ritoccato"
Il prossimo 17 settembre compariranno davanti al giudice Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello e membro del comitato di certificazione; Baldassarre Fanti, presidente del Consorzio fino al giugno 2007; Lamberto Frescobaldi, legale rappresentante della società Castelgiocondo; Niccolò D’ Afflitto, enologo e responsabile della produzione della stessa società; Giampiero Pazzaglia, legale rappresentante della società Argiano; Paul (Pablo) Harri, un tempo enologo di Banfi. Il capo di imputazione è articolato. La maggior parte riguarda un funzionario del Consorzio, cui il pubblico ministero imputa una "falsità ideologica". L'uomo avrebbe incontrato gravi irregolarità nel corso di alcuni controlli (il Consorzio, prima della nuova legge europea, doveva occuparsi di garantire il prodotto), ma si sarebbe limitato a scrivere nel verbale che si trattava di una lieve "non conformità" ed il fatto si sarebbe ripetuta tra il 2004 e il 2007.
Il prossimo 17 settembre compariranno davanti al giudice Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello e membro del comitato di certificazione; Baldassarre Fanti, presidente del Consorzio fino al giugno 2007; Lamberto Frescobaldi, legale rappresentante della società Castelgiocondo; Niccolò D’ Afflitto, enologo e responsabile della produzione della stessa società; Giampiero Pazzaglia, legale rappresentante della società Argiano; Paul (Pablo) Harri, un tempo enologo di Banfi. Il capo di imputazione è articolato. La maggior parte riguarda un funzionario del Consorzio, cui il pubblico ministero imputa una "falsità ideologica". L'uomo avrebbe incontrato gravi irregolarità nel corso di alcuni controlli (il Consorzio, prima della nuova legge europea, doveva occuparsi di garantire il prodotto), ma si sarebbe limitato a scrivere nel verbale che si trattava di una lieve "non conformità" ed il fatto si sarebbe ripetuta tra il 2004 e il 2007.