BOLOGNA. Il 26 febbraio (ore 15) si inaugura al Palazzo Re Enzo a Bologna la mostra personale del sarteanese Mauro Sini, a cura di Jlenia Biffi e Simone Bellotti. “Fragile geometries” è una raccolta di fotografie dedicate al primo decennio del XXI secolo. Immagini ammalianti, visioni personali ed evocative catturate da Mauro Sini in dieci anni di vita e di lavoro. Una commovente testimonianza visiva di una decennale odissea nel teatro del mondo, sommando immagine a visione, sogno ad allucinazione.
La mostra, promossa da Horror Vacui Project e Ageop Ricerca, è patrocinata da: Comune di Sarteano; Unione dei Comuni della Valdichiana senese; Regione Emilia Romagna; dal Comune di Bologna; Città Metropolitana di Bologna, Confcommercio di Bologna, Sistema Sanitario Regionale Emilia Romagna – Policlinico Sant’Orsola Malpighi. In esposizione oltre venti foto in bianco e nero che testimoniano la ricerca di Mauro Sini, volta ad indagare il senso della rappresentazione dello spazio. Bellezza inseguita in frammenti di rovine antiche o nel sublime naturale, sempre con la malinconica consapevolezza di chi sa cosa si celi dietro l’apparenza delle cose. Sussurrando nuovi misteri, per indagare le forme dell’incerto rapporto tra spazio e uomo che lo abita o lo fugge.
Sini non è e non vuole essere un testimone per i posteri. Non vi è in lui nessuna volontà di rappresentare il reale, contrariamente, vi è quello che Nanni Cagnone definisce come l’essere attraversati: il consentire al prodigio di compiersi sapendo cogliere l’attimo in cui le cose appaiono nella loro pura essenza visiva. Descrivere le sue fotografie è un’operazione azzardata come voler riassumere o parafrasare una poesia. In fondo, si arriverà a capire, ancora una volta, che la bellezza del canto risiede proprio in ciò che in esso v’è di intraducibile. Ungaretti, non a caso, diceva che Poesia è là dove c’è mistero.
Un approccio personale, intimista, lontano anni luce dal reportage giornalistico, ha contribuito col tempo a qualificare la sua cifra stilistica. Sarà proprio negli anni che vanno dal 2006 al 2016 che il suo lavoro giunge a piena maturazione. Il regno del silenzio si impossessa dello spazio e le fotografie diventano visioni metafisiche del Nulla, in senso filosofico e stirneriano. Potremmo definire la sua fotografia come un contrappunto di silenzi attorno al vuoto. Un silenzio popolato, con echi di voci interrotte, con rimbombi di passi già scordati. Possiamo pensare a questa fotografia come a un’arte dell’invisibile e al suo autore come a un indagatore del Nulla. Il suo è un ontologizzare l’assenza. Ma mai si fa fotografia della memoria. La sua è al contrario una fotografia del presente. Gli spazi che il suo occhio indaga sono specchi nei quali veder riflessi i timori dell’artista contemporaneo che si interroga sul senso dell’esistere.
Mauro Sini è un fotografo professionista che da anni lavora nei campi della fotografia d’architettura, della moda, del teatro e del ritratto. Nato a Firenze nel 1977, vive e lavora in Toscana. Gli studi in architettura condizioneranno il suo sguardo sul mondo e contribuiranno a definire sia gli interrogativi, sia gli oggetti d’indagine della sua ricerca incentrata sul complesso rapporto che esiste tra spazio e uomo e sul senso del vuoto.