L’Associazione culturale “La memoria di Chianciano” porta in piazza anche l’antico gioco etrusco del kottabos col vino
CHIANCIANO TERME. Sarà un pomeriggio di festa e di tradizioni quello di domenica prossima, 28 giugno, quando a partire dalle ore 16 dai giardini pubblici e nel centro storico di Chianciano Terme tutti si potranno cimentare in antichi giochi popolari chiancianesi come il tiro alla fune, la corsa con uovo al cucchiaio, il mangiare i pici con le mani legate, la staffetta e la corsa con i sacchi e il gioco prediletto dagli etruschi: il kottabos. L’idea di riproporre gli antichi giochi tradizionali è dell’Associazione culturale “La Memoria di Chianciano”, un gruppo di chiancianesi innamorati del loro paese, residenti e non, che insieme hanno deciso di unire le proprie forze per recuperare la storia, la cultura, la tradizione, l’arte, l’umanità e la società di Chianciano Terme. L’associazione, infatti, da tempo indaga, raccoglie testimonianze e pubblica ne “I quaderni di Chianciano” importanti contributi e memorie del passato sulla stazione termale di Chianciano Terme. Durante il pomeriggio sarà possibile degustare prodotti tipici locali: fare merenda, bere un aperitivo, degustare pizza e panini, con un contributo ad offerta. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Chianciano Terme.
Nota sul gioco del korrabos
Il kottabos, o còttabo, era un gioco ampiamente diffuso nel mondo antico, un gioco molto in voga presso i Greci e gli Etruschi, e che noi conosciamo dalle descrizioni lasciateci dagli antichi, dalle rappresentazioni vascolari e da vari esemplari, rinvenuti negli scavi, dello strumento che serviva per giocarlo e si chiamava anch’essocottabo. Il gioco consisteva nel lanciare alcune gocce di vino rimaste nel fondo della tazza contro dei piccoli vasi messi a galleggiare in un recipiente pieno d’acqua: chi ne colpiva il maggior numero rimaneva vincitore, e come premio aveva uova, farina, dolci, ecc. La tazza con cui si lanciava il vino era di solito una kylix. Il giocatore, poggiato sul braccio sinistro, teneva e faceva roteare la tazza con l’indice della mano destra infilato in uno dei manichi e scagliava il vino con uno speciale movimento del braccio. La popolarità del gioco, diffuso dal VI al III secolo a.C., è testimoniata dalle raffigurazioni su vasi antichi e dalle citazioni negli autori classici, come nel caso della commedia di Amipsia, dal titolo Ἀποκοτταβίζοντες (“I giocatori di cottabo”).
Nell’immagine: Giocatore di kottabos raffigurato su una kylix attica a figure rosse (c. 500 a.C.)