Sabato 27 gennaio alle 11 deposizione della corona alla targa posta sulle scale vicino al Politeama e proiezione immagine sul teatro
“Un orrore che tutti dobbiamo sempre essere impegnati a ricordare – dice l’assessore alla cultura Nicola Berti – Un impegno quotidiano e continuativo che deve farsi più forte in questa giornata. Conoscere, ricordare e riflettere su quanto accaduto è determinante per rendere sempre attuale un insegnamento che è fondamentale affinché non si ripeta mai più”.
Ed ecco che sabato 27 gennaio alle 11 in collaborazione con la sezione locale dell’Anpi, sarà deposta una corona d’alloro presso la targa commemorativa che si trova in prossimità delle scalette che collegano via Trento con piazza Berlinguer, vicino al teatro Politeama. Una targa che è stata apposta nel 2008 in occasione della partenza di circa seicento persone, fra studenti e cittadini valdelsani, con il treno della memoria per Auschwitz-Birkenau.
La celebrazione sarà arricchita dalla proiezione di un’immagine storica della Shoah, sulla facciata del teatro Politeama a cura della Fondazione ELSA. Nell’occasione la Biblioteca Comunale Gaetano Pieraccini pubblicherà sui social una accurata selezione di testi, per tutte le età, che riguardano il tema della Shoah.
L’iniziativa si realizza nell’ambito del protocollo di area che vede insieme i Comuni Casole d’Elsa, Colle Val d’Elsa (quest’anno capofila), Poggibonsi, Radicondoli e San Gimignano nelle celebrazioni per il Giorno della Memoria.
Il Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nel campi nazisti è stato istituito dal Parlamento Italiano con legge 211 del 20 luglio 2000. L’articolo 1 recita: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.