" Talvolta è importante fermarsi e riflettere tutti insieme, ritrovare un’unità d'intenti che nel nostro Paese non vediamo più da almeno venti anni"
POGGIBONSI – “I vili ed ignobili attacchi terroristici dello scorso venerdì a Parigi che hanno di fatto decretato lo stato di guerra delle civiltà occidentali contro il fondamentalismo religioso islamico, impongono una profonda riflessione a tutta la nostra società. – in una nota congiunta i due esponenti di partito Gianni Martinucci (Presidente Provinciale Siena FDI-AN), e Riccardo Galligani (Lega Nord) commentano l’iniziativa dell’amministrazione comunale – Un momento di cordoglio profondo per le vittime di Parigi ma anche per quelle dell’aereo russo di ritorno dall’Egitto si è tenuto ieri sera anche a Poggibonsi al quale non abbiamo voluto mancare e per il quale ringraziamo il Sindaco di Poggibonsi per averci invitato. Talvolta è importante fermarsi e riflettere tutti insieme, ritrovare un’unità d’intenti che nel nostro Paese non vediamo più da almeno venti anni, comprendere che il terrorismo non lo si sconfigge solo con azioni forti e decise, sicuramente necessarie, ma soprattutto con la volontà comune di difendere le nostre libertà e la nostra civiltà laico-cristiana. Scontato dire che le nostre posizioni sui motivi che hanno portato a commentare quanto accaduto a Parigi e sulle soluzioni da mettere in atto per limitare o scongiurare il ripetersi di certi fatti, sono molto distanti dal Sindaco, dal suo partito di riferimento e dalle sinistre. Abbiamo sinceramente apprezzato la sua volontà di condividere con tutta la cittadinanza e con tutte le forze politiche e le associazioni maggiormente rappresentative della città, il dolore per una strage avvenuta senza motivo e la volontà di riflettere tutti insieme sul pericolo che stiamo correndo e su quanto siano mutati gli scenari in così poco tempo. Certo, non si pensi di aver ripulito la coscienza o di dare i segnali che servono tenendo in mano due candele oppure facendo qualche estemporanea marcia per la pace. È necessaria infatti, da parte di chi ha sempre avallato certe scelte, una profonda presa di coscienza ed il coraggio di affermare che le politiche portate avanti per anni hanno miseramente fallito. Ha fallito la politica estera occidentale e dell’Unione Europea, sempre pronta a foraggiare con lauti finanziamenti o con arsenali di armi le primavere arabe o gruppi politici pronti a sovvertire governi democraticamente eletti come avvenuto prima in Libia, poi in Siria ed in Ucraina. Hanno fallito le politiche d’integrazione e della cittadinanza facile, e la dimostrazione è che alcuni attentatori e fiancheggiatori erano addirittura nati in Francia ed erano quindi francesi. Ha fallito la politica dell’accoglienza incondizionata e del lassismo buonista di fronte ad un’immigrazione incontrollata senza precedenti nella storia. Ci piacerebbe che, aldilà dei minuti di raccoglimento, chi si è preso l’onere e l’onore di amministrare e di Governare il nostro Paese sappia dare delle soluzioni concrete. È importante affermare che la reazione debba essere forte ed organizzata ma allo stesso tempo ordinata. Ma deve essere data prima di tutto dentro i nostri confini, laddove ci hanno colpito. Non serve a niente, se non ad instillare in certe menti fragili la regola del sospetto, l’immediata e per certi versi scomposta reazione francese con raid aerei contro le roccaforti ISIS in Siria o in qualsiasi altro luogo. Non perché non serva una risposta forte, anche dal punto di vista militare estero, ma perché prima di tutto è importante capire che il problema l’abbiamo in casa. Abbiamo spalancato le porte a chiunque senza sincerarsi a fondo di chi entrasse ed era ovvio che tra i tanti potenziali rifugiati si nascondessero anche potenziali terroristi. Ci auguriamo che le morti di questi vili ed ignobili attentati non siano vane. Ci auguriamo un cambio di atteggiamento in chi amministra il nostro Paese e le nostre città verso i confronti dell’immigrazione incontrollata, verso la crescente domanda di sicurezza dei nostri cittadini, verso la necessità non più procrastinabile di garantire il rispetto delle nostre tradizioni, delle nostre leggi e la certezza della pena. È un dovere verso i nostri antenati, verso noi stessi e verso le future generazioni.