SIENA. Focardi lo ha anche accennato oggi (27 novembre) in Provincia. Ci sono professori che, pur avendo partecipato alla stesura delle "linee guida" del piano di risanamento dell'ateneo senese, chiedono a gran voce le dimissioni del rettore.
Dopo questo accenno fatto da Focardi, abbiamo dato un'occhiata al sito "ilsensodellamisura" e cosa abbiamo trovato? Una lettera aperta che il professor Tommaso Detti ha inviato ai suoi colleghi professori. Nella lettera Detti intende "rendere conto" a chi lo ha eletto a membro del Senato Accademico di quanto da lui fatto e considerato in merito "all’inaudita gravità della crisi del nostro Ateneo"
"Ho ritenuto che fosse prioritario avviare una seria opera di risanamento – scrive Detti – Soltanto dopo sarebbe giunto il momento della verifica delle responsabilità di ciascuno. Con questo spirito ho dato il mio contributo alla redazione delle linee guida per il piano di risanamento 2009-2012".
Fatto, questo, prosegue il professore, non resta che individuare i responsabili. Anche perchè "ritengo che di fatto, chiedendo al Direttore amministrativo di dimettersi, sia stato il Rettore stesso a riaprire la questione. A questa mia opinione il Rettore ha replicato che i motivi della richiesta sono altri ed ha aggiunto che non spetta a noi accertare le responsabilità dell’accaduto". "Ciò riguarda tuttavia le eventuali responsabilità civili e penali – precisa Detti – ma ne esistono altre – gestionali, istituzionali e di politica accademica – che sono di esclusiva pertinenza della comunità universitaria".
Tommaso Detti ricorda così ai suoi colleghi che, escludendo rettore e Collegio dei revisori dei conti "nessuno di coloro che possono essere considerati corresponsabili è più al suo posto". "Il Rettore ha detto di essere rimasto a lungo all’oscuro della situazione e di essersi attivato appena ne è venuto a conoscenza – scive ancora Detti – non ho motivo di dubitarne, ma credo che il capitano sia comunque tenuto a rispondere di ciò accade sulla sua nave".
Giudizio di "inadeguatezza" viene espresso dal professore anche in merito alla gestione della crisi da parte dell'Amministrazione dell'università. Molte esternazioni tra università e "esterno", ma scarsa, insufficiente, "poco trasparente" la comunicazione tra Senato accademico e Consiglio di amministrazione; tra dirigenti, personate tecnico-amministrativo, professori, studenti.
"Non mi soffermo su altri punti – scrive infine Detti – se non per esprimere una profonda preoccupazione per le conseguenze che possono derivare dalla mancanza di un Direttore amministrativo, che si somma a quella di un responsabile della Ragioneria, in una situazione già caratterizzata da una grave carenza di figure dirigenziali. Mi domando insomma – e domando – se sia possibile e opportuno che l’ardua e dolorosa opera di risanamento che attende l’Università di Siena possa ancora essere gestita da un Rettore, sotto la guida del quale la crisi ha continuato ad aggravarsi".
Una lettera che non è rimasta senza risposta.
Infatti, qualche ora dopo la pubblicazione di questa lettera, è stata pubblicata, sempre dal sito del professor Grassi, la replica dello stesso rettore Focardi.
Una risposta "pubblica" "perché tutti possano conoscere anche la mia posizione in merito a quanto hai espresso nella tua lettera".
"Tu affermi l’opportunità che mi dimetta da Rettore in quanto il nostro Ateneo non può essere guidato da qualcuno che è corresponsabile della gravissima crisi finanziaria evidenziata in questi ultimi mesi – scrive il rettore – Come ho più volte affermato, non nego di avere responsabilità e non mi tiro certamente indietro, nascondendomi dietro inutili giustificazioni. Ma – vorrei che fosse chiaro – le mie sono responsabilità politiche, che derivano da scelte fatte nella mia funzione di docente, preside e rettore e determinate sempre da un preventivo accertamento della specifica copertura finanziaria e da assicurazioni circa la situazione economica dell’Ateneo. Non sono invece responsabile in alcun modo – e vorrei che anche questo fosse chiaro a tutti – delle azioni che hanno portato alla gravissima crisi finanziaria in cui versa il nostro Ateneo. Queste saranno accertate dalla Magistratura".
L'unica responsabilità che accetta di accollarsi il rettore è quella di essersi fidato "così come hanno fatto i componenti degli stessi Organi di Ateneo, di quanto il dirigente della Ragioneria e i suoi collaboratori attestavano. Per questi motivi non ritengo di dovermi dimettere".
Silvano Focardi conferma quanto sempre sostenuto: "sarebbe un atto altamente irresponsabile lasciare l’Ateneo senza guida alcuna in un momento difficile come questo, nel quale dobbiamo lavorare tutti insieme per mettere in atto il Piano di risanamento che abbiamo approvato. Quel Piano al quale tu, in prima persona quale membro del Senato accademico e della Commissione che al suo interno ne ha delineato le linee guida, hai contributo a dar vita".
Il rettore Focardi, chiusa questa parentesi, si toglie un altro "sassolino dalla scarpa" e replica anche agli studenti che interrompendo l'ultima seduta del Senato accademico hanno attribuito la paternità del piano di risanamento "a elementi vicini al Governo". "Vorrei chiarire anche questo aspetto ribadendo, come tu stesso hai scritto, che il Piano di risanamento è stato pensato, delineato, redatto e approvato dagli Organi del nostro Ateneo" scrive Focardi.
In merito alle dimissioni del Direttore amministrativo "è stata una scelta non facile e alla quale sono giunto con il solo obiettivo della tutela dell’Università, dando un segnale di discontinuità amministrativa e di cambiamento e mettendo al riparo l’Ateneo da sterili e inutili polemiche e allusioni che in questo momento non possiamo permetterci".
E, infine, replicando alle critiche sulla cominicazione Focardi dà l'ultima stoccata: "Ho sempre cercato di informare in maniera corretta, continua e diretta la comunità universitaria su quanto stava accadendo. Ho però scelto di farlo, sin dal primo momento, seguendo una linea di correttezza, fornendo cioè sempre e solo dati sottoposti a verifiche puntuali, e di rispetto nei confronti degli Organi di Ateneo, Senato e Consiglio di amministrazione, delle Rappresentanze dei lavoratori e delle altre Istituzioni. Ho sempre preso le distanze da chi invece ha scelto di diffondere informazioni non vere o non certe, portando avanti interessi diversi dal bene dell’Ateneo. Salutandoti cordialmente, rinnovo a te e a tutti i docenti dell’Ateneo l’invito a lavorare insieme per il risanamento del nostro Ateneo".
Z.R.
Dopo questo accenno fatto da Focardi, abbiamo dato un'occhiata al sito "ilsensodellamisura" e cosa abbiamo trovato? Una lettera aperta che il professor Tommaso Detti ha inviato ai suoi colleghi professori. Nella lettera Detti intende "rendere conto" a chi lo ha eletto a membro del Senato Accademico di quanto da lui fatto e considerato in merito "all’inaudita gravità della crisi del nostro Ateneo"
"Ho ritenuto che fosse prioritario avviare una seria opera di risanamento – scrive Detti – Soltanto dopo sarebbe giunto il momento della verifica delle responsabilità di ciascuno. Con questo spirito ho dato il mio contributo alla redazione delle linee guida per il piano di risanamento 2009-2012".
Fatto, questo, prosegue il professore, non resta che individuare i responsabili. Anche perchè "ritengo che di fatto, chiedendo al Direttore amministrativo di dimettersi, sia stato il Rettore stesso a riaprire la questione. A questa mia opinione il Rettore ha replicato che i motivi della richiesta sono altri ed ha aggiunto che non spetta a noi accertare le responsabilità dell’accaduto". "Ciò riguarda tuttavia le eventuali responsabilità civili e penali – precisa Detti – ma ne esistono altre – gestionali, istituzionali e di politica accademica – che sono di esclusiva pertinenza della comunità universitaria".
Tommaso Detti ricorda così ai suoi colleghi che, escludendo rettore e Collegio dei revisori dei conti "nessuno di coloro che possono essere considerati corresponsabili è più al suo posto". "Il Rettore ha detto di essere rimasto a lungo all’oscuro della situazione e di essersi attivato appena ne è venuto a conoscenza – scive ancora Detti – non ho motivo di dubitarne, ma credo che il capitano sia comunque tenuto a rispondere di ciò accade sulla sua nave".
Giudizio di "inadeguatezza" viene espresso dal professore anche in merito alla gestione della crisi da parte dell'Amministrazione dell'università. Molte esternazioni tra università e "esterno", ma scarsa, insufficiente, "poco trasparente" la comunicazione tra Senato accademico e Consiglio di amministrazione; tra dirigenti, personate tecnico-amministrativo, professori, studenti.
"Non mi soffermo su altri punti – scrive infine Detti – se non per esprimere una profonda preoccupazione per le conseguenze che possono derivare dalla mancanza di un Direttore amministrativo, che si somma a quella di un responsabile della Ragioneria, in una situazione già caratterizzata da una grave carenza di figure dirigenziali. Mi domando insomma – e domando – se sia possibile e opportuno che l’ardua e dolorosa opera di risanamento che attende l’Università di Siena possa ancora essere gestita da un Rettore, sotto la guida del quale la crisi ha continuato ad aggravarsi".
Una lettera che non è rimasta senza risposta.
Infatti, qualche ora dopo la pubblicazione di questa lettera, è stata pubblicata, sempre dal sito del professor Grassi, la replica dello stesso rettore Focardi.
Una risposta "pubblica" "perché tutti possano conoscere anche la mia posizione in merito a quanto hai espresso nella tua lettera".
"Tu affermi l’opportunità che mi dimetta da Rettore in quanto il nostro Ateneo non può essere guidato da qualcuno che è corresponsabile della gravissima crisi finanziaria evidenziata in questi ultimi mesi – scrive il rettore – Come ho più volte affermato, non nego di avere responsabilità e non mi tiro certamente indietro, nascondendomi dietro inutili giustificazioni. Ma – vorrei che fosse chiaro – le mie sono responsabilità politiche, che derivano da scelte fatte nella mia funzione di docente, preside e rettore e determinate sempre da un preventivo accertamento della specifica copertura finanziaria e da assicurazioni circa la situazione economica dell’Ateneo. Non sono invece responsabile in alcun modo – e vorrei che anche questo fosse chiaro a tutti – delle azioni che hanno portato alla gravissima crisi finanziaria in cui versa il nostro Ateneo. Queste saranno accertate dalla Magistratura".
L'unica responsabilità che accetta di accollarsi il rettore è quella di essersi fidato "così come hanno fatto i componenti degli stessi Organi di Ateneo, di quanto il dirigente della Ragioneria e i suoi collaboratori attestavano. Per questi motivi non ritengo di dovermi dimettere".
Silvano Focardi conferma quanto sempre sostenuto: "sarebbe un atto altamente irresponsabile lasciare l’Ateneo senza guida alcuna in un momento difficile come questo, nel quale dobbiamo lavorare tutti insieme per mettere in atto il Piano di risanamento che abbiamo approvato. Quel Piano al quale tu, in prima persona quale membro del Senato accademico e della Commissione che al suo interno ne ha delineato le linee guida, hai contributo a dar vita".
Il rettore Focardi, chiusa questa parentesi, si toglie un altro "sassolino dalla scarpa" e replica anche agli studenti che interrompendo l'ultima seduta del Senato accademico hanno attribuito la paternità del piano di risanamento "a elementi vicini al Governo". "Vorrei chiarire anche questo aspetto ribadendo, come tu stesso hai scritto, che il Piano di risanamento è stato pensato, delineato, redatto e approvato dagli Organi del nostro Ateneo" scrive Focardi.
In merito alle dimissioni del Direttore amministrativo "è stata una scelta non facile e alla quale sono giunto con il solo obiettivo della tutela dell’Università, dando un segnale di discontinuità amministrativa e di cambiamento e mettendo al riparo l’Ateneo da sterili e inutili polemiche e allusioni che in questo momento non possiamo permetterci".
E, infine, replicando alle critiche sulla cominicazione Focardi dà l'ultima stoccata: "Ho sempre cercato di informare in maniera corretta, continua e diretta la comunità universitaria su quanto stava accadendo. Ho però scelto di farlo, sin dal primo momento, seguendo una linea di correttezza, fornendo cioè sempre e solo dati sottoposti a verifiche puntuali, e di rispetto nei confronti degli Organi di Ateneo, Senato e Consiglio di amministrazione, delle Rappresentanze dei lavoratori e delle altre Istituzioni. Ho sempre preso le distanze da chi invece ha scelto di diffondere informazioni non vere o non certe, portando avanti interessi diversi dal bene dell’Ateneo. Salutandoti cordialmente, rinnovo a te e a tutti i docenti dell’Ateneo l’invito a lavorare insieme per il risanamento del nostro Ateneo".
Z.R.