In discussione la realizzazione di edifici che comprometterebbero l'esistenza dell'antico bosco a ridosso delle mura cittadine
SIENA. Il piccolo bosco di Busseto, qualche migliaio di bellissimi alberi che si inerpicano su un pendio di fronte a Ravacciano, rappresenta uno degli ultimi pezzi di verde naturale fra le valli che si insinuano nel cuore della città di Siena. Il bosco, che comprende numerose antiche querce, carpini neri e begli esemplari di acero campestre, si è conservato fino ai nostri giorni anche grazie al carattere impervio dei luoghi, ospitando in una sua piccola parte alcune vasche di processo delle acque nere cittadine, dismesse il secolo scorso.
E’ in discussione in questi giorni la possibilità da parte del Comune di Siena di alienare l’area per la costruzione di nuovo edificato sulla parte sommitale del bosco. Visto il pericoloso dislivello che caratterizza la zona, le opere di consolidamento e adeguamento necessarie per rendere edificabile il pendio interesserebbero ben oltre la sua parte sommitale, andando di fatto a distruggere la quasi totalità del bosco. Non è chiaro come possa essere funzionale allo sviluppo cittadino la costruzione di pochi edifici in cambio della cancellazione di un’area verde naturale così peculiare, a due passi dalle mura cittadine e di contorno a quella valle di orti che rappresenta il prosieguo della valle di Follonica.
Nel corso degli anni si è parlato più volte di valorizzare le valli senesi con il “Parco delle Mura” o “Parco del Buongoverno”. Nel Piano Strutturale, approvato nel 2007, il Comune parla diffusamente di tutela del verde pubblico, del paesaggio, della biodiversità e della fruizione pubblica, arrivando a inserire l’area che comprende il bosco di Busseto e la valle sottostante in un vero e proprio parco cittadino (Artt. 41 e 90 delle Norme Tecniche di Attuazione). Nel recente Regolamento Urbanistico (2011), già compare la previsione dell’area ad uso residenziale, ma si insiste nell’ipotesi del parco, dedicando agli indirizzi di progettazione di quest’area verde un intero articolo delle Norme di Attuazione (art. 132). Ci chiediamo se tutto questo sforzo pianificatorio serva a qualcosa, se poi le decisioni finali prendono altre direzioni.
Quello che è certo, è che tagliando il bosco di Busseto si elimina un’importante testimonianza del rispetto che la città di Siena ha nutrito verso la naturalità del suo territorio, compromettendo in modo irreversibile la porta di accesso al futuro “parco” dalla zona di Porta Pispini.
Se oggi non ci sono le risorse economiche per valorizzare quest’area di verde pubblico, si cerchi per lo meno di evitare di seguire semplificati (e irreversibili) ragionamenti di cassa, lasciando che siano le future generazioni di senesi a realizzare il progetto. E perché no, anche con l’aiuto dei cittadini di oggi, che se interpellati, probabilmente, potrebbero impegnarsi a dare una mano per rendere fruibile nel miglior modo questo spazio, anche tramite le associazioni in cui si riconoscono.
WWF SIENA