60 giorni per mettere in atto provvedimenti per sanare le finanze

SIENA. Se la Corte dei Conti si trasferisse direttamente a Siena per tenere d’occhio i conti delle istituzioni pubbliche, forse si risparmierebbe le numerose trasferte. La poco incoraggiante situazione del bilancio dell’Università è forse superata (di poco) dalla gravità dei conti comunali.
L’ultima delibera dell’organo di controllo per la Toscana, quella numero 22 del 26 marzo, censura il bilancio consuntivo 2011 del Comune di Siena. Una bocciatura netta che segue le due precedenti, sempre sullo stesso tono, e che ristabiliscono la verità su quanto avvenuto all’interno della maggioranza nel Consiglio Comunale del maggio 2012.
Si parla di debiti consolidati per circa 300 milioni. Una cifra più che ragguardevole con cui, ogni giorno, il commissario prefettizio Enrico Laudanna si trova a confrontarsi. Un vero disastro.
Si parla di debiti consolidati per circa 300 milioni. Una cifra più che ragguardevole con cui, ogni giorno, il commissario prefettizio Enrico Laudanna si trova a confrontarsi. Un vero disastro.
Un disastro ancora maggiore (e inspiegabile) se si considera il flusso ingente di “contributi” che la Fondazione Mps elargiva ogni anno alle casse di Palazzo Pubblico. Fondi che sarebbero dovuti servire per “spese straordinarie” e che, invece, venivano veicolati anche sulla spesa corrente. Un comportamento che era stato più volte censusato dalla stessa Corte dei Conti che ne ravvisava la irregolarità derivata.
Dopo numerose sollecitazioni, cadute tutte nel quasi totale disinteresse degli amministratori senesi, oggi la sezione di controllo della .Toscana ha deciso di lanciare l’ultimatum: il Comune di Siena ha 60 giorni di tempo per adottare “provvedimenti idonei a sanare il bilancio dell’Ente ed ad indirizzare lo stesso ad una corretta gestione finanziaria, evitando il ripetersi delle gravi irregolarita’ riscontrate”. Se questo obiettivo non verrà raggiunto: “la legge prevede che la ”Sezione avvii una procedura che coinvolge il Prefetto finalizzata alla dichiarazione di dissesto dell’Ente locale”.
”Dalla relazione dell’organo di revisione sul rendiconto 2011 e dall’esame dei prospetti ad essa allegati emergono criticita’ e/o irregolarita’ gravi nei profili di seguito riportati, che scaturiscono nelle seguenti ”specifiche pronunce di accertamento” da segnalare all’organo elettivo in quanto ineriscono comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria e/o violazioni degli obiettivi della finanza pubblica allargata e/o irregolarita’ contabili e/o squilibri strutturali del bilancio dell’Ente locale” si legge nella delibera del 26 marzo scorso.
In sostanza, nel bilancio del 2011 sussiste ”un disavanzo di amministrazione, pari a Euro. 6.470.706,82”.
La Corte dei Conti, anche in questo ultimo documento, evidenzia come la fase di disavanzo e di conti in rosso prende le mosse da bilanci precedenti: a partire dall’esercizio 2009: le segnalazioni fatte a suo tempo, però, non hanno prodotto misure correttive idonee a rimettere in sesto i conti. Le gravi irregolarità evidenziate nei controlli sui conti del 2009 e fino ad oggi non sono state sanate: infatti: “nel successivo rendiconto 2010, veniva nuovamente riscontrata tale grave irregolarita’. Inoltre, anche dal controllo sul bilancio preventivo 2011 (deliberazione 487/2011/PRSP), la Sezione gia’ riscontrava la mancata copertura del disavanzo sostanziale 2010”. Non vanno meglio le cose dal lato dell’indebitamento dove le rate dei prestiti da rimborsare annualmente pesano il 22,42% sulle entrate correnti, ”tale percentuale, denota una forte rigidita’ strutturale del bilancio dell’Ente, e pone dubbi sulla sua capacita’ di tenuta nel lungo periodo”. Insomma, per il Commissario un superlavoro in questi 60 giorni che, segnati dalla già anomala campagna elettorale per la scelta del nuovo sindaco, potrebbero segnare il futuro della città per i prossimi due anni.