Presentato il nuovo consiglio direttivo, gli assetti e le linee programmatiche
Giuseppe Bicocchi, succede ad Alessandro Cinughi de Pazzi, al massimo dei suoi mandati (due), che non poteva essere rieletto. Nei suoi sei anni di presidenza, Alessandro Cinughi de Pazzi ha sostenuto con forza un confronto aspro e complicato con enti e istituzioni, con i quali sono state affrontate tutta una serie di tematiche. Dalla fauna selvatica fuori controllo alla “follia fiscale” che negli ultimi tempi ha investito il mondo dell’agricoltura, dagli esosi Consorzi di bonifica che non guardano in faccia nessuno alle problematiche legate ai lupi, dall’attesa firma del contratto di lavoro degli operai agricoli nel 2013 alle questioni legate alle piscine degli agriturismi. Senza contare la formazione e la ricerca di nuovi mercati, per una maggiore visibilità internazionale. Il tutto in un periodo che dal 2008 ad oggi ha visto una enorme crisi finanziaria abbattersi sull’economia, senza risparmiare l’agricoltura, che nonostante tutto ha mantenuto i livelli occupazionali, se non, addirittura, innalzandoli.
“Le recenti elezioni – spiega Giuseppe Bicocchi – hanno prodotto un Consiglio Direttivo che in gran parte mantiene una continuità con il passato. Si tratta di un segnale forte di una progettualità che si muove sul lungo termine rendendo l’Unione Agricoltori di Siena molto incisiva e perseverante nel confronto con le problematiche che riguardano il mondo agricolo. Il tutto è accompagnato anche da nuovi entusiasmi, persone con cariche forti volte a migliorare la situazione degli agricoltori, considerato purtroppo l’anello debole della catena produttiva italiana”.
Giuseppe Bicocchi, classe 1946, è laureato in agraria, si occupa anche di aziende agrarie fuori dalla provincia di Siena. Coniugato e padre di tre figli, è amministratore della società agricola “Di Torri” a Rosia, dove produce cereali e vino. Già Presidente di Confagricoltura Toscana. Nel suo mandato promette di dare continuità al lavoro svolto fino ad oggi riguardo alle tematiche inerenti pubblica amministrazione, fauna, burocrazia, fiscalità e politico/sindacale. In particolare, però, si concentrerà in particolar modo nella difesa della libertà di impresa e contro le ingessature dell’agricoltura. «L’agricoltore – sottolinea – deve essere libero di fare impresa nel modo che preferisce, chiaramente nel rispetto delle norme e delle regole. Liberi di fare impresa, in base alla propria creatività, fantasia e volontà personali: non ci devono essere modelli ingessati. Si può produrre biologico oppure no, estensivo e non. Non è detto, ad esempio, che lo zafferano si debba fare solo a San Gimignano e che a Montalcino si debba fare solo vino».
Ci tiene a specificare che non chiuderà mai la porta a nessuno e che il dialogo con le istituzioni locali, provinciali e regionali sarà sempre privilegiato, ma nello stesso tempo non si dovrà mai affrontare le varie situazioni di difficoltà in maniera supina. «Sarà importante nobilitare la figura dell’agricoltore, senza ridurlo a mero giardiniere e manutentore del territorio. Si guarderà alla Comunità Europea e all’accesso ai contributi per l’agricoltura.
L’Unione Provinciale Agricoltori in provincia di Siena, con oltre un migliaio di iscritti, ha molto peso. Su un territorio di oltre 3.800 chilometri quadrati (la seconda in Toscana dopo Grosseto) ma dal punto di vista di produzione agricola la più importante, il 90 per cento del personale dipendente è di aziende che fanno parte dell’Unione. Ogni anno il suo bilancio movimenta qualcosa come un milione e settecentomila euro, erogando una marea di servizi tecnici, fiscali, sindacali e legali, con quote invariate dai tempi della lira. Quest’anno ricorre anche il suo settantesimo anno dalla fondazione.
Ecco il nuovo Consiglio Direttivo: Giuseppe Bicocchi (presidente), Paolo Ciacci, Adriana Cinughi de Pazzi, Alessandro Cinughi de Pazzi, Alamanno Contucci, Filippo Cresti, Francesco Franzinelli, Girolamo Guicciardini Strozzi, Andrea Machetti, Roberto Vivarelli, Daniela Maccaferri, Diana Lenzi (vicepresidente), Emilia Nardi, Luciano Bonvicini.