SIENA. Tre uomini ed una donna coinvolti in un giro di usura scoperto dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Siena.
L’operazione prende le mosse dall’indagine che ha portato qualche settimana fa all’arresto di altri tre individui di origine pugliese che avevano architettato un articolato sistema di frode a danno delle banche – circa 8 milioni le somme ottenute dagli istituti di credito dietro presentazione di fatture fittizie – sfruttando aziende, di cui una senese, operanti nel settore oleario.
Dall’esame dei documenti acquisiti e dai riscontri ottenuti nel corso delle indagini, gli investigatori hanno ricostruito alcune transazioni finanziarie sospette, relative a prestiti di denaro che servivano a finanziare l’acquisizione delle aziende coinvolte nelle truffe.
Infatti, per raggiungere lo scopo di far finta di finanziare le imprese per poi scappare con i finanziamenti concessi dalle banche, i componenti dell’associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta avevano bisogno di un iniziale serbatoio di denaro che rendeva credibile tale loro agire. Ecco perché avevano deciso di farsi prestare da alcuni usurai 300.000 euro, dietro la promessa di restituire il capitale iniziale più interessi ad un tasso pari al 120% annuo ed altre utilità.
Raccolte tali risultanze, l’Autorità giudiziaria senese ha disposto l’esecuzione di 4 perquisizioni che sono state condotte con la collaborazione dei Reparti del Corpo alla sede di Barletta ed Andria.
Di estrema utilità i riscontri emersi. All’interno delle rispettive abitazioni sono stati rinvenuti molteplici elementi indiziari circa la loro attività usuraria. Sono stati sequestrati titoli di credito, assegni, appunti manoscritti riferiti a piani di rientro per le varie situazioni debitorie in corso o definite, nonché scritture private a garanzia dei prestiti erogati relative a cessioni di quote societarie.
Le quattro persone coinvolte sono state denunciate alla locale Procura della Repubblica per i reati di usura ed esercizio abusivo dell’attività bancaria.
L’operazione prende le mosse dall’indagine che ha portato qualche settimana fa all’arresto di altri tre individui di origine pugliese che avevano architettato un articolato sistema di frode a danno delle banche – circa 8 milioni le somme ottenute dagli istituti di credito dietro presentazione di fatture fittizie – sfruttando aziende, di cui una senese, operanti nel settore oleario.
Dall’esame dei documenti acquisiti e dai riscontri ottenuti nel corso delle indagini, gli investigatori hanno ricostruito alcune transazioni finanziarie sospette, relative a prestiti di denaro che servivano a finanziare l’acquisizione delle aziende coinvolte nelle truffe.
Infatti, per raggiungere lo scopo di far finta di finanziare le imprese per poi scappare con i finanziamenti concessi dalle banche, i componenti dell’associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta avevano bisogno di un iniziale serbatoio di denaro che rendeva credibile tale loro agire. Ecco perché avevano deciso di farsi prestare da alcuni usurai 300.000 euro, dietro la promessa di restituire il capitale iniziale più interessi ad un tasso pari al 120% annuo ed altre utilità.
Raccolte tali risultanze, l’Autorità giudiziaria senese ha disposto l’esecuzione di 4 perquisizioni che sono state condotte con la collaborazione dei Reparti del Corpo alla sede di Barletta ed Andria.
Di estrema utilità i riscontri emersi. All’interno delle rispettive abitazioni sono stati rinvenuti molteplici elementi indiziari circa la loro attività usuraria. Sono stati sequestrati titoli di credito, assegni, appunti manoscritti riferiti a piani di rientro per le varie situazioni debitorie in corso o definite, nonché scritture private a garanzia dei prestiti erogati relative a cessioni di quote societarie.
Le quattro persone coinvolte sono state denunciate alla locale Procura della Repubblica per i reati di usura ed esercizio abusivo dell’attività bancaria.