E' stato uno dei simboli della primvera di Praga
SIENA. Azione Universitaria Siena ha ricordato il suicidio di Jan Palach attraverso la divulgazione in tutto l’ateneo senese di un volantino informativo.
“Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l’onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana.” Queste parole drammatiche furono trovate, quarant’anni fa, sugli appunti di uno studente di Filosofia dell’Università di Praga. Pochi giorni prima, il loro autore si era dato fuoco in piazza San Venceslao ed era morto, dopo tre giorni di lucida agonia, il 19 gennaio 1969. Il suo nome era Jan Palach. Un gesto difficile da interpretare: a scatenarlo era stata la durissima repressione, da parte delle truppe sovietiche, della Primavera di Praga, una repressione che aveva segnato la fine delle ultime speranze, per il popolo cecoslovacco, di un avvenire di libertà. Innanzitutto e soprattutto, dunque, un atto di ribellione al totalitarismo comunista. Ma ridurlo a questo sarebbe forse riduttivo: quello di Jan Palach fu il gesto di un giovane incapace di vivere senza libertà. Afferma il presidente di Azione Universitaria Siena Gianluca Sessa, Il grido di dolore di Jan Palach è il grido di una gioventù disperata, che non accetta la condanna ad un’esistenza che abbia come unico scopo la mera sopravvivenza e la conservazione di una tranquillità meschina, che non si rassegna a sprofondare nel vuoto del conformismo e dell’ipocrisia. A distanza di quarant’anni, e caduta ormai l’illusione comunista è quindi più che mai necessario continuare a ricordare un martire ed un Eroe, che seppe amare la sua Patria e la Libertà fino al dono totale di sé, con la propria vita”.