Adusbef e Codacons sul piede di guerra. Valentini: "Salvataggio e rilancio"
SIENA. Le dichiarazioni di Almunia sull’aumento di capitale di Banca Mps hanno scatenato la tempesta. Azione Mps, l’associazione dei piccoli azionisti di banca Mps, ritiene che la soluzione migliore sia trasformare l’istituto in una public company. ” La Fondazione, nella sua situazione finanziaria – si legge nella nota – , non potrà presumibilmente mantenere il suo ruolo maggioritario, pur continuando ad esprimere una significativa azione di rappresentanza del territorio. Al Monte dei Paschi non occorre trovare un nuovo padrone, ma proporre al mercato un piano credibile, tale da attrarre investitori istituzionali e piccoli azionisti, trasformandosi in una public company. E’ essenziale che eventuali ulteriori azioni di contenimento dei costi, ipotizzate dalla Commissione Europea e dal Ministero dell’Economia, siano verificate attraverso accordi largamente condivisi con tutte le organizzazioni sindacali. La coesione interna, da rilanciare anche mediante un moderno e trasparente piano generalizzato di azionariato dei dipendenti, dovrà costituire l’elemento primario per la riuscita del piano di ristrutturazione”.
La giornata del Monte dei Paschi è stata piena, dopo l’annuncio di Almunia sull’aumeno di capitale, ed il titolo ha chiuso in perdita di quasi il tre per cento con un grande volume di vendite di azioni.
Gli analisti hanno detto la loro, le associazioni di consumatori pure. L’Adusbef ha chiesto la nazionalizzazione delMonte dei Paschi: il presidente dell’associazione, Elio Lannutti, auspica la conversione immediata dei 4 miliardi di Monti bond in azioni. Meglio, dice, “evitare la lunga agonia ed il tentativo di far pagare i costi della crisi a lavoratori, consumatori, risparmiatori”. Adusbef non crede, infatti, che la banca “possa essere in grado di invertire la rotta, continuando a retribuire i manager che hanno contribuito al dissesto come nababbi”.
Codacons ritiene la decisione del commissario europeo “ineccepibile”, dato che ricalca le le istanze dell’associazione, la quale ritiene che la procedura di concessione degli aiuti alla banca sia stata viziata da errori ed omissioni da parte di MPS, Banca d’Italia, Consob e Ministero dell’Economia. Codacons sostiene che il Monte sia in una crisi di capitale provocata da sette miliardi di derivati di Deutsche Bank e Nomura, mentre Rocca Salimbeni imputa il “rosso” alla crisi del debito sovrano, come dichiara nei propri bilanci. L’associazione ha inviato una lettera a tutti i parlamentari con la richiesta di una urgente riunione delle Commissioni di tutela dei risparmiatori e chiedendo le dimissioni dei responsabili. “Auspichiamo che il Parlamento faccia propria l’articolata interpellanza su MPS già presentata in Senato a difesa dei diritti dei contribuenti e dei piccoli investitori per chiedere precise risposte al Governo sull’operato del Ministro Saccomanni, della Banca d’Italia, della Consob e dei vertici attuali della banca – spiega il Codacons – La stabilità del sistema bancario si basa sul presupposto che esista un efficace sistema di controlli (Banca d’Italia e Consob) in grado di intervenire prima che la dimensione di un problema raggiunga la soglia di 4 miliardi di euro, incidentalmente la dimensione del buco nel bilancio di Parmalat. Questo non è accaduto ed occorre adesso fare piena luce sulle responsabilità”.
I sindacati, semepre divisi, hanno annunciato con una nota di Fabi, Fiba, Ugl e Uilca che ”non saranno tollerate ulteriori misure di contenimento dei livelli occupazionali e retributivi, rispetto a quelle gia’ previste nel Piano Industriale e codificate nell’Accordo 19 dicembre 2012”. E – consapevoli del momento dificile – hanno preso le distanze da Fisac Cgil, che ha organizzato due giornate di sciopero e le azioni di lotta dei lavoratori.
La banca, in un comunicato che abbiamo riportato in altro articolo, conferma che il cda discuterà del piano l’11 settembre e che antro il 24 del mese approverà le decisioni sul piano di ristrutturazione.
La giornata del Monte dei Paschi è stata piena, dopo l’annuncio di Almunia sull’aumeno di capitale, ed il titolo ha chiuso in perdita di quasi il tre per cento con un grande volume di vendite di azioni.
Gli analisti hanno detto la loro, le associazioni di consumatori pure. L’Adusbef ha chiesto la nazionalizzazione delMonte dei Paschi: il presidente dell’associazione, Elio Lannutti, auspica la conversione immediata dei 4 miliardi di Monti bond in azioni. Meglio, dice, “evitare la lunga agonia ed il tentativo di far pagare i costi della crisi a lavoratori, consumatori, risparmiatori”. Adusbef non crede, infatti, che la banca “possa essere in grado di invertire la rotta, continuando a retribuire i manager che hanno contribuito al dissesto come nababbi”.
Codacons ritiene la decisione del commissario europeo “ineccepibile”, dato che ricalca le le istanze dell’associazione, la quale ritiene che la procedura di concessione degli aiuti alla banca sia stata viziata da errori ed omissioni da parte di MPS, Banca d’Italia, Consob e Ministero dell’Economia. Codacons sostiene che il Monte sia in una crisi di capitale provocata da sette miliardi di derivati di Deutsche Bank e Nomura, mentre Rocca Salimbeni imputa il “rosso” alla crisi del debito sovrano, come dichiara nei propri bilanci. L’associazione ha inviato una lettera a tutti i parlamentari con la richiesta di una urgente riunione delle Commissioni di tutela dei risparmiatori e chiedendo le dimissioni dei responsabili. “Auspichiamo che il Parlamento faccia propria l’articolata interpellanza su MPS già presentata in Senato a difesa dei diritti dei contribuenti e dei piccoli investitori per chiedere precise risposte al Governo sull’operato del Ministro Saccomanni, della Banca d’Italia, della Consob e dei vertici attuali della banca – spiega il Codacons – La stabilità del sistema bancario si basa sul presupposto che esista un efficace sistema di controlli (Banca d’Italia e Consob) in grado di intervenire prima che la dimensione di un problema raggiunga la soglia di 4 miliardi di euro, incidentalmente la dimensione del buco nel bilancio di Parmalat. Questo non è accaduto ed occorre adesso fare piena luce sulle responsabilità”.
I sindacati, semepre divisi, hanno annunciato con una nota di Fabi, Fiba, Ugl e Uilca che ”non saranno tollerate ulteriori misure di contenimento dei livelli occupazionali e retributivi, rispetto a quelle gia’ previste nel Piano Industriale e codificate nell’Accordo 19 dicembre 2012”. E – consapevoli del momento dificile – hanno preso le distanze da Fisac Cgil, che ha organizzato due giornate di sciopero e le azioni di lotta dei lavoratori.
La banca, in un comunicato che abbiamo riportato in altro articolo, conferma che il cda discuterà del piano l’11 settembre e che antro il 24 del mese approverà le decisioni sul piano di ristrutturazione.
Il sindaco Valentini puntualizza che “Il piano industriale di Banca Monte dei Paschi di Siena dovrà essere rivisto intensamente e velocemente e dovrà aver un tempo solo: essere contemporaneamente di salvataggio e di rilancio”. I vertici di Mps dovranno dimostrare che la banca é “efficiente e di valore e sa salvarsi da sola”. E’, quindi necessario trovare rapidamente capitali privati a sostegno della banca “senza l’intervento dello Stato che non ha alcun tipo di interesse a diventare azionista”. Il sindaco ritiene che sia necessaria la condivisione del piano industriale “con i sindacati e il territorio” e che la presenza di manager, sia nella Banca sia nella Fondazione, ”oltre che strategica” sia “anche una garanzia”, pertanto ”il Comune non elaborerà più strategie anche perché ha piena fiducia in chi é chiamato alla gestione”. La prima riunione della nuova Deputazione generale é per venerdì 13 settembre: “sono loro che hanno il diritto/dovere di orientare le proprie scelte”, afferma Valentini.
In Fondazione lacrime e sangue inaugurano l’insediamento di Antonella Mansi…
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