
di Giovanni Elia
SIENA. Questa mattina l'anfiteatro della Fortezza ha ospitato la cerimonia con la quale è avvenuto il passaggio di consegne fra il Colonnello Zizzo ed il nuovo comandante del 186esimo, il reggimento della Folgore storicamente di stanza a Siena. Si tratta del fiorentino Lorenzo D'Addario, che aveva già prestato servizio nella nostra città come ufficiale due decenni fa e che lo ha fatto a più riprese nel corso degli anni.
Sguardo affabile e sorriso pronto, D'Addario presenta un curriculum assolutamente di primo piano sul piano nazionale ed internazionale, e giunge a Siena come undicesimo comandante del 186esimo dopo un periodo di servizio alla NATO a Norfolk, in Virginia.
Abbiamo avuto l'occasione di scambiare due parole con lui al termine della cerimonia, e D'Addario non ha nascosto la sua gioia nell'essere di nuovo nella città del Palio. “Provo molte emozioni”, ha sottolineato, “anche per essere tornato proprio a Siena. Qui sono cresciuto come ufficiale, vengo dagli Stati Uniti e rientrare non solo in Italia, ma oltretutto a Siena è davvero il massimo del massimo, perché Siena offre il meglio dell'Italia”. Sullo splendido rapporto che lega il reggimento alla popolazione, poi, D'Addario ha voluto sottolineare che non risparmierà energie per mantenerlo e consolidarlo ulteriormente, affermando che “è mia intenzione proseguire l'opera del mio amico Aldo Zizzo, siamo parte di Siena e vogliamo rimanerlo al massimo nonostante il dovere che ci chiama”.
Già, il dovere; perché stiamo pur sempre parlando con il nuovo comandante non di una qualsiasi unità combattente, ma di una delle più blasonate punte di lancia delle Forze Armate italiane – e che in quanto tale deve essere sempre pronta a rispondere alle esigenze che si presentano in teatro operativo. Neanche su questo D'Addario lascia spazio ad ambiguità: “Abbiamo avuto dei preavvisi per un nuovo dispiegamento in Afghanistan, siamo in fase preparativa, ormai è una procedura che anche la città conosce: riceviamo gli ordini, e sulla base di quelli ci muoveremo”. Ad ogni buon conto dopo Natale, si presume, visto che in Afghanistan d'inverno tradizionalmente non si combatte.
Oltre al dispiegamento prossimo venturo anche il 186esimo, come tutte le Forze Armate, ha dovuto di recente fare i conti con un trattamento non esattamente di favore in Finanziaria, ma su questo il nuovo comandante del reggimento ha un parere netto: “E' una situazione in cui ci troviamo tutti noi italiani, e tutti dobbiamo fare la nostra parte. La china va risalita insieme, e quindi anche tramite di noi. La nostra priorità, comunque, è mantenere le capacità operativa con il budget che ci viene dato, come farebbe qualsiasi buon padre di famiglia a casa”.
Un'immagine che resta in mente, quella usata da D'Addario per descrivere indirettamente il suo ruolo: comandante, superiore, ufficiale ma anche un po' padre di questa orgogliosa famiglia di ragazzi col basco amaranto, “un po' pazzi, un po' poeti, ma il fior fior degli italiani”, come hanno cantato le compagnie inquadrate davanti ad un comandante che va (Zizzo sarà però il primo direttore del Centro d'addestramento di controinsurrezione a Cesano, un ruolo del tutto pionieristico) e ad uno che arriva.
SIENA. Questa mattina l'anfiteatro della Fortezza ha ospitato la cerimonia con la quale è avvenuto il passaggio di consegne fra il Colonnello Zizzo ed il nuovo comandante del 186esimo, il reggimento della Folgore storicamente di stanza a Siena. Si tratta del fiorentino Lorenzo D'Addario, che aveva già prestato servizio nella nostra città come ufficiale due decenni fa e che lo ha fatto a più riprese nel corso degli anni.
Sguardo affabile e sorriso pronto, D'Addario presenta un curriculum assolutamente di primo piano sul piano nazionale ed internazionale, e giunge a Siena come undicesimo comandante del 186esimo dopo un periodo di servizio alla NATO a Norfolk, in Virginia.
Abbiamo avuto l'occasione di scambiare due parole con lui al termine della cerimonia, e D'Addario non ha nascosto la sua gioia nell'essere di nuovo nella città del Palio. “Provo molte emozioni”, ha sottolineato, “anche per essere tornato proprio a Siena. Qui sono cresciuto come ufficiale, vengo dagli Stati Uniti e rientrare non solo in Italia, ma oltretutto a Siena è davvero il massimo del massimo, perché Siena offre il meglio dell'Italia”. Sullo splendido rapporto che lega il reggimento alla popolazione, poi, D'Addario ha voluto sottolineare che non risparmierà energie per mantenerlo e consolidarlo ulteriormente, affermando che “è mia intenzione proseguire l'opera del mio amico Aldo Zizzo, siamo parte di Siena e vogliamo rimanerlo al massimo nonostante il dovere che ci chiama”.
Già, il dovere; perché stiamo pur sempre parlando con il nuovo comandante non di una qualsiasi unità combattente, ma di una delle più blasonate punte di lancia delle Forze Armate italiane – e che in quanto tale deve essere sempre pronta a rispondere alle esigenze che si presentano in teatro operativo. Neanche su questo D'Addario lascia spazio ad ambiguità: “Abbiamo avuto dei preavvisi per un nuovo dispiegamento in Afghanistan, siamo in fase preparativa, ormai è una procedura che anche la città conosce: riceviamo gli ordini, e sulla base di quelli ci muoveremo”. Ad ogni buon conto dopo Natale, si presume, visto che in Afghanistan d'inverno tradizionalmente non si combatte.
Oltre al dispiegamento prossimo venturo anche il 186esimo, come tutte le Forze Armate, ha dovuto di recente fare i conti con un trattamento non esattamente di favore in Finanziaria, ma su questo il nuovo comandante del reggimento ha un parere netto: “E' una situazione in cui ci troviamo tutti noi italiani, e tutti dobbiamo fare la nostra parte. La china va risalita insieme, e quindi anche tramite di noi. La nostra priorità, comunque, è mantenere le capacità operativa con il budget che ci viene dato, come farebbe qualsiasi buon padre di famiglia a casa”.
Un'immagine che resta in mente, quella usata da D'Addario per descrivere indirettamente il suo ruolo: comandante, superiore, ufficiale ma anche un po' padre di questa orgogliosa famiglia di ragazzi col basco amaranto, “un po' pazzi, un po' poeti, ma il fior fior degli italiani”, come hanno cantato le compagnie inquadrate davanti ad un comandante che va (Zizzo sarà però il primo direttore del Centro d'addestramento di controinsurrezione a Cesano, un ruolo del tutto pionieristico) e ad uno che arriva.