SIENA. Autovelox: una vera "croce" per tutti gli automobilisti che vivono nel terrore di vedersi recapitare a casa una salatissima multa per eccesso di velocità, presa lungo le strade della provincia.
Oggi, la notizia della vittoria ottenuta da un automobilista davanti al Giudice di Pace, ha dato nuove speranze nella "lotta" ad uno strumento che, pur avendo lo scopo legittimo di "controllare" e "sanzionare" comportamenti scorretti e pericolosi sulla strada, spesso diventa anche "pretesto" per i Comuni che, alla voce di bilancio "multe", negli ultimi anni indicano introiti sempre più cospicui ai danni degli utenti della strada. Introiti che si sono duplicati, a volte addirittura triplicati e che possono essere tradotti come "incremento di automobilisti scorretti" ma che, forse, potrebbe evidenziare anche un abuso dello strumento sanzionatorio.
La vicenda che è salita agli onori della cronaca vede come protagonista un automobilista di Monteroni d'Arbia che, fermato sulla Siena-Bettolle per aver superato di 40 chilometri il limite di velocità si è visto applicare le sanzioni previste: ritiro immediato della patente, decurtazione di 10 punti oltra alla multa di 350 euro.
Una vera "batosta" che l'uomo non ha voluto accettare. Fatto ricorso davanti al Giudice di Pace, l'automobilista "in difetto" ha trovato come ragione del suo ricorso il fatto che non era stato rispettato dalle forze dell'ordine l'obbligo di collocare un cartello che segnalasse, entro la distanza di 1 chilometro dal posizionamento dell'autovelox, la presenza del rilevatore di velocità.
Oggi, la notizia della vittoria ottenuta da un automobilista davanti al Giudice di Pace, ha dato nuove speranze nella "lotta" ad uno strumento che, pur avendo lo scopo legittimo di "controllare" e "sanzionare" comportamenti scorretti e pericolosi sulla strada, spesso diventa anche "pretesto" per i Comuni che, alla voce di bilancio "multe", negli ultimi anni indicano introiti sempre più cospicui ai danni degli utenti della strada. Introiti che si sono duplicati, a volte addirittura triplicati e che possono essere tradotti come "incremento di automobilisti scorretti" ma che, forse, potrebbe evidenziare anche un abuso dello strumento sanzionatorio.
La vicenda che è salita agli onori della cronaca vede come protagonista un automobilista di Monteroni d'Arbia che, fermato sulla Siena-Bettolle per aver superato di 40 chilometri il limite di velocità si è visto applicare le sanzioni previste: ritiro immediato della patente, decurtazione di 10 punti oltra alla multa di 350 euro.
Una vera "batosta" che l'uomo non ha voluto accettare. Fatto ricorso davanti al Giudice di Pace, l'automobilista "in difetto" ha trovato come ragione del suo ricorso il fatto che non era stato rispettato dalle forze dell'ordine l'obbligo di collocare un cartello che segnalasse, entro la distanza di 1 chilometro dal posizionamento dell'autovelox, la presenza del rilevatore di velocità.
Una "obiezione" che è stata accolta dal Giudice di Pace che non solo ha restituito la patente al multato ma ha annullato anche le altre sanzioni.
Insomma, la linea seguita dal Giudice di Pace è stata quella di "ricordare" ai Comuni la vera funzione dell'autovelox: al di là delle necessità dei Comuni di riuscire ad avere entrate sempre più sostanziose per mantenere gli standard elevati dei servizi, il rilevatore di velocità deve essere usato non con "malizia" ma con saggezza e con la ferma intenzione di scoraggiare comportamenti illeciti.