SIENA. Si dichiara insoddisfatta il deputato Pd Susanna Cenni. Insoddisfatta dalla risposta data dal Ministro alle Politiche Agricole Zaia alla interrogazione da lei presentata, insieme ai deputati Oliverio, Trappolino e Carra sul prelievo venatorio, qualche mese fa.
Il documento, presentanto, a cui i ministro ha risposto dopo "oltre tre mesi di attesa" riguardava lo stato di attuazione della legge 157 del 1992”. La risposta è arrivata ieri (4 dicembre) in Commissione agricoltura.
“Nell'interrogazione – continua Susanna Cenni – presentata lo scorso 16 settembre, si chiedeva risposte certe e sollecite, non solo sullo stato di attuazione della legge 157/92, come previsto dall'articolo 35 della medesima norma e alla luce delle numerose proposte di modifica della legge in discussione in Senato, ma anche sul trasferimento alle regioni del 50 per cento delle risorse derivate dalla tassa di concessione governativa per la licenza di porto d'armi per la caccia, così come sancito dalla legge 23 del 2000”.
“Sul primo punto, quello sullo stato di attuazione della 157 – afferma Cenni – il Ministro ha illustrato una interpretazione tecnica del Ministero, che tende a non considerare obbligatoria la redazione di una relazione, pur richiamando l'intenzione, nell'ambito del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, di procedere in tal senso. Sul secondo punto, il Ministro non ha invece fornito alcuna risposta. Rimane quindi evidente l'insoddisfazione dopo quasi tre mesi di attesa”.
“In seno alla maggioranza – dice la deputata del Pd – c'è una strana concezione dell'attività venatoria: se ne occupano molto, con tante proposte di modifica della legge quadro, deputati e senatori, incuranti della reale volontà del mondo venatorio, agricolo, ambientalista, mentre non se ne occupa affatto il Ministero competente. Risulta anche piuttosto evidente la scarsa considerazione che il centrodestra ha, pur parlando di federalismo, delle competenze regionali che, in materia di programmazione venatoria, sono esclusive. Noi del Pd la pensiamo in maniera opposta. Per questo per noi è importante conoscere i risultati derivanti da questi anni di applicazione della 157 e riteniamo che solo da un rinnovato rapporto Stato e Regioni possano discendere possibili passi in avanti”.