SIENA. Oggi (23 febbraio) studenti e precari della ricerca, assieme a membri del Forum italiano dei movimenti per l’Acqua (Comitati dell’Amiata) e rappresentanti della società civile, hanno tenuto un’assemblea/presidio nei corridoi del rettorato dell’Università degli studi di Siena.
L’assemblea ha contestato la commissione per la riforma dello statuto e della governance d’ateneo. "La commissione, che si riuniva oggi per la terza volta, sta riscrivendo lo statuto dell’ateneo con il chiaro obiettivo di ridefinire ruoli e composizione degli organi di governo, secondo un modello aziendalista e antidemocratico. Si mira a un ulteriore accentramento dei poteri decisionali, alla garanzia dei privilegi dei baroni, alla trasformazione dell’ateneo in un fornitore di servizi e di lavoro gratuito o a basso costo, per le imprese e le multinazionali presenti sul territorio.
L’Università di Siena è a tutti gli effetti una realtà produttiva: la sua crisi avrà effetti pesantissimi sull’occupazione e sull’economia locale, già compromessa dalla crisi finanziaria, ma più gravi saranno le conseguenze sulla produzione e la circolazione pubblica del sapere.
Gli studenti, i precari e i comitati territoriali si sono confrontati e coordinati in vista degli Stati generali dell’Università, che affronteranno le questioni del rapporto tra università, ricerca e imprese, con l’obiettivo di difendere la natura pubblica dei beni comuni e dei diritti: difesa del territorio, istruzione, sanità pubblica, acqua. Gli Stati generali, che saranno preparati da un ciclo di seminari di approfondimento, coinvolgeranno tutte le componenti della comunità accademica ma anche le associazioni, i sindacati, la cittadinanza".
L’assemblea ha contestato la commissione per la riforma dello statuto e della governance d’ateneo. "La commissione, che si riuniva oggi per la terza volta, sta riscrivendo lo statuto dell’ateneo con il chiaro obiettivo di ridefinire ruoli e composizione degli organi di governo, secondo un modello aziendalista e antidemocratico. Si mira a un ulteriore accentramento dei poteri decisionali, alla garanzia dei privilegi dei baroni, alla trasformazione dell’ateneo in un fornitore di servizi e di lavoro gratuito o a basso costo, per le imprese e le multinazionali presenti sul territorio.
L’Università di Siena è a tutti gli effetti una realtà produttiva: la sua crisi avrà effetti pesantissimi sull’occupazione e sull’economia locale, già compromessa dalla crisi finanziaria, ma più gravi saranno le conseguenze sulla produzione e la circolazione pubblica del sapere.
Gli studenti, i precari e i comitati territoriali si sono confrontati e coordinati in vista degli Stati generali dell’Università, che affronteranno le questioni del rapporto tra università, ricerca e imprese, con l’obiettivo di difendere la natura pubblica dei beni comuni e dei diritti: difesa del territorio, istruzione, sanità pubblica, acqua. Gli Stati generali, che saranno preparati da un ciclo di seminari di approfondimento, coinvolgeranno tutte le componenti della comunità accademica ma anche le associazioni, i sindacati, la cittadinanza".