SIENA. Come fare per uscire da una situazione ancora preoccupante è l’interrogativo, più volte sottolineato, che ha contrassegnato oggi pomeriggio (16 giugno) il dibattito tra i tre candidati rettori, quello uscente Silvano Focardi e i due sfidanti, Angelo Riccaboni, preside della facoltà di economia e Antonio Vicino, già preside della facoltà di ingegneria.
Il prossimo 7 luglio l’Università vota ma non sembra una campagna elettorale che riscaldi troppo l’ateneo, rispetto a quelle degli anni passati. Basti un dato. Nella sala delle Lupe del palazzo comunale dove si è svolto il confronto, organizzato dall’associazione Nuove Prospettive i docenti universitari non arrivavano alla decina. Che segno è? Se fosse disinteresse sarebbe una cosa davvero grave.
Il dibattito tutto sommato non ha avuto toni particolarmente accesi. Focardi ha, ovviamente, difeso le decisioni prese da quando ha scoperto ufficialmente in buco economico per migliorare i bilanci sottolineando che “il piano di risanamento funziona ma non è sufficiente”. Ha parlato dei costi del personale che assommano a 131 milioni, sottolineando che entro il 2014 se ne vanno in 250 ma questi costi restano allo stesso livello mentre ad oggi i prepensionamenti sono stati 40. Ed ha aggiunto che l’Università deve certo andare verso il territorio (leggi istituzioni), ma anche il territorio deve fare lo stesso perché ha tutto l’interesse che l’ateneo funzioni. Il rettore ha aggiunto che occorre anche che le università toscane facciano sistema per alleviare gli effetti dei tagli al fondo di finanziamento ordinario.
Focardi ha poi definito irrealistiche le proposte di Giovanni Grasso docente dell’ateneo, da anni molto critico sulla situazione, riguardanti la sede di Arezzo. Ed ha poi lanciato una proposta. “Vedrei bene un struttura universitaria scientifica nella ex Idit all’isola d’ Arbia. L’attuale piano regolatore prevede spazi destinati a strutture universitarie, circa 35 mila metri cubi. Si potreebbero cedere edifici nel centro storico per realizzarle fuori”.
Riccaboni ha parlato di una gestione della crisi finanziaria episodica, di persone da rimotivare, di apertura verso l’esterno, recupero di fiducia per trovare nuove risorse, di ricucire i rapporti con le istituzioni, di forte progettualità, di valorizzare al meglio il patrimonio immobiliare.
Sulla stessa linea di rinnovamento forte Antonio Vicino “Occorrono idee nuove, progetti strategici che possano interessare anche enti e istituzioni puntando in particolare sui giovani. Per questo propongo anche la realizzazione di un incubatore della creatività che li aiuti a progettare. Perchè stiamo attenti:- ha avvertito Vicino- nessuno ci darà più soldi a fondo perduto”.
Aspiranti rettori a confronto… ma l’elettorato non si scalda
di Augusto Mattioli