Il responsabile di SEL Toscana per la Salute interviene sul caso dei servizi affidati a una coop di medici dalla ASL 7
“Una iniziativa più spericolata che sperimentale”. Il responsabile Salute di SEL Toscana, Mauro Valiani, definisce così la decisione della ASL 7 di Siena di affidare alcuni servizi ad una cooperativa di medici, esternalizzandoli “secondo il criterio del ribasso dei costi”.
“Si tratta di un precedente che ci lascia perplessi e ci preoccupa – spiega Valiani – perché rappresenta un passo in avanti verso una sorta di privatizzazione strisciante del servizio sanitario, già da tempo vittima di tagli lineari e penalizzato dall’aumento del ticket”.
“Rivolgersi al servizio pubblico – prosegue Valiani – è diventato in molti casi non conveniente, dal momento che l’importo dello stesso ticket supera il costo effettivo della prestazione. Di fatto, laboratori e centri medici privati, con politiche calcolate, fanno coincidere i loro prezzi con quanto il cittadino dovrebbe pagare nella struttura pubblica. E così, nel giro di sette anni, è triplicato il numero di pazienti che ha effettuato esami di diagnostica per immagini in strutture private, mentre al pubblico continuano a rivolgersi soltanto i cittadini con esenzione totale, aggravando i conti della nostra sanità”.
In questo quadro, l’iniziativa della ASL 7 pone in essere una esternalizzazione che ha per protagonisti i medici di medicina generale. “Stiamo parlando dei medici di famiglia – sottolinea Valiani – gli stessi che pur non essendo dipendenti delle ASL, dalle ASL ricevono il 90% dei loro introiti e che in questo caso si propongono come imprenditori al loro quasi-datore-di-lavoro”.
“Il medico di famiglia è la base portante di tutto il sistema sanitario – prosegue l’esponente di SEL – e questa iniziativa ci sembra inopportuna e in contrasto con i più recenti indirizzi regionali di riordino della sanità. La stessa ASL di Siena, nei suoi atti, scrive testualmente che tale accordo si propone anche di contribuire ad arginare il rischio di una privatizzazione diffusa e selvaggia delle prestazioni sanitarie. E per evitare questo, è giusto, è utile, introdurre una privatizzazione soft a piccole dosi? Secondo noi no”.
“Auspichiamo – conclude Valiani – un passo indietro da parte dell’Azienda Sanitaria, ma ancor di più speriamo che questo argomento possa presto diventare materia di discussione politica, intesa non solo come dibattito fra i partiti, ma anche come ampio confronto fra i cittadini, le associazioni, le istituzioni”.