Dalla provincia di Napoli fino a Siena passando per la provincia di Caserta. Era questo l'itinerario di una banda di rapinatori composta da sei persone, tutte dell'hinterland napoletano, specializzata nelle rapine a punti scommesse e uffici postali. Questa mattina all'alba gli agenti della squadra mobile di Caserta, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha arrestato il presunto "capo, promotore e organizzatore" dell'organizzazione e cinque complici. Si tratta di Luigi Granata 53 anni di Giugliano in Campania che, in seguito ad una rapina aveva tentato di uccidere un poliziotto. Le indagini della squadra mobile sono iniziate nel gennaio del 2007, poco prima, cioe', della rapina consumata nell'agenzia di scommesse "Punto Snai" di Maddaloni, nel casertano, la mattina di domenica del 18 febbraio 2007 quando cinque componenti della banda, incuranti della presenza di bambini nel centro scommesse, si impossessarono di oltre 50 mila euro e per coprirsi la fuga esplosero colpi d'arma da fuoco in aria e sul pavimento della sala, ferendo a un piede un cliente. Le immagini riprese dalla videocamera di sorveglianza documentarono le sequenze della rapina in occasine della quale i banditi non esitarono a puntare le armi anche contro un bambino che, insieme al padre, si stava allontanando al loro arrivo. Dopo alcuni giorni lo stesso gruppo di rapinatori si sposta in Toscana dove il 28 febbraio consuma un altro colpo nell'ufficio postale di Staggia in provincia di Siena; poi ancora torna il 17 marzo 2007 nel casertano, in un supermercato di Pietravairano, e ancora nel bar "Las Vegas" di Qualiano, nel napoletano e pochi giorni dopo presso un'agenzia assicurativa di Santa Maria Capua Vetere durante la quale il Luigi Granata aveva tentato di sparare a un poliziotto. Gli altri componenti della banda sono tutti di Giugliano in Campania con un'eta' compresa fra i 30 e i 53 anni. Solo uno, Maurizio Parolisi, originario di Frattaminore, si era trasferito a Volterra in provincia di Pisa. Sebbene sottoposti a intercettazioni telefoniche, i rapinatori si premuravano di spegnere sempre i cellullari in occasione delle rapine e solo grazie a servizi di appostamento e pedinamento gli agenti di polizia hanno ricostruito gli spostamenti dei componenti della banda. Sono in corso accertamenti su altre persone che avrebbero fornito supporto loggistico al gruppo custodendo armi, passamontagna, e le auto rubate utilizzate per i colpi.
È finita in manette la banda di malviventi che lo scorso 28 febbraio rapinò l