SIENA. Un documento per esprimere solidarietà al presidente nazionale dell’Arci, Paolo Beni e al responsabile immigrazione, Filippo Miraglia, denunciati nei giorni scorsi dal ministro degli interni, Roberto Maroni per una dichiarazione rilasciata dall’associazione nel luglio 2008, in occasione del provvedimento adottato dal governo per schedare i rom e raccogliere le impronte digitali ad adulti e bambini. E’ quello approvato ieri, mercoledì 28 ottobre dal consiglio provinciale dell’Arci di Siena, dove si esprime anche “un severo giudizio sulle politiche dell’attuale governo di centrodestra, che sta portando il Paese verso una deriva culturale, politica e sociale veramente preoccupante, in particolare nei confronti dei cittadini migranti”.
Il documento critica la politica persecutoria e discriminatoria messa in atto dal governo con la recente approvazione del pacchetto sicurezza – che introduce il reato di clandestinità, la privazione di diritti che dovrebbero essere inalienabili per ogni persona e la pratica disumana dei respingimenti in mare – e ricorda, poi, la posizione assunta dall’Arci in occasione del provvedimento adottato nel luglio del 2008. “Nel periodo delle polemiche sulla schedatura nei campi rom e della raccolta di impronte digitali ad adulti e bambini – continua il testo – l’Arci denunciò la propria contrarietà verso l’obbligo imposto ai dirigenti scolastici di inviare ai prefetti l’elenco degli alunni stranieri, specificando se rom o sinti. Il 23 luglio 2008 l’Arci di Siena, insieme alla Cgil e all’Anpi, organizzò una raccolta simbolica e volontaria di impronte tra i cittadini, in contemporanea a molte altre iniziative organizzate in Italia, per testimoniare pubblicamente la contrarietà ad una disposizione profondamente discriminatoria e lesiva dei più elementari diritti delle persone. L’Arci, quindi, si è limitata a riferire e a commentare una disposizione del ministero guidato a Maroni, senza lederne la reputazione”.
“Viene naturale pensare – conclude il documento – che dietro questa denuncia ci sia la volontà di intimidire l’Arci per metterla a tacere, come altre fastidiose voci di dissenso. Ma dopo il 17 ottobre scorso non sarà così semplice. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per dire, insieme a noi, che le scelte del governo sull’immigrazione alimentano odio, discriminazione e ingiustizie e che i diritti umani vanno garantiti sempre, a tutti e a tutte. Questo governo deve rispondere a tutta quella piazza, non solo all’Arci. Se altri argomenti non ne ha, provi a denunciarci tutti”.
Il documento critica la politica persecutoria e discriminatoria messa in atto dal governo con la recente approvazione del pacchetto sicurezza – che introduce il reato di clandestinità, la privazione di diritti che dovrebbero essere inalienabili per ogni persona e la pratica disumana dei respingimenti in mare – e ricorda, poi, la posizione assunta dall’Arci in occasione del provvedimento adottato nel luglio del 2008. “Nel periodo delle polemiche sulla schedatura nei campi rom e della raccolta di impronte digitali ad adulti e bambini – continua il testo – l’Arci denunciò la propria contrarietà verso l’obbligo imposto ai dirigenti scolastici di inviare ai prefetti l’elenco degli alunni stranieri, specificando se rom o sinti. Il 23 luglio 2008 l’Arci di Siena, insieme alla Cgil e all’Anpi, organizzò una raccolta simbolica e volontaria di impronte tra i cittadini, in contemporanea a molte altre iniziative organizzate in Italia, per testimoniare pubblicamente la contrarietà ad una disposizione profondamente discriminatoria e lesiva dei più elementari diritti delle persone. L’Arci, quindi, si è limitata a riferire e a commentare una disposizione del ministero guidato a Maroni, senza lederne la reputazione”.
“Viene naturale pensare – conclude il documento – che dietro questa denuncia ci sia la volontà di intimidire l’Arci per metterla a tacere, come altre fastidiose voci di dissenso. Ma dopo il 17 ottobre scorso non sarà così semplice. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per dire, insieme a noi, che le scelte del governo sull’immigrazione alimentano odio, discriminazione e ingiustizie e che i diritti umani vanno garantiti sempre, a tutti e a tutte. Questo governo deve rispondere a tutta quella piazza, non solo all’Arci. Se altri argomenti non ne ha, provi a denunciarci tutti”.