
SIENA. Sugli studi di settore e sulla validità di questro strumento atto ad accertare la congruità delle dichiarazioni dei redditi di determinate categorie di contribuenti si discute da molto tempo in Parlamento.
Oggi (25 luglio) la notizia che il deputato del Pd, Franco Ceccuzzi, unitamentre ad altri deputati del suo schieramento – tra cui Susanna Cenni e Luca Sani – ha ottenuto l'approvazione di un ordine del giorno che riguarda proprio la riforma di questo strumento fiscale.
L'attenzione dell'onorevole Ceccuzzi si è soffermata sulle città termali come Chianciano che, per il perdurare della crisi non possono certo avere contribuenti "aderenti" agli studi di settore.
“L’ordine del giorno – spiega lo stesso Ceccuzzi – si sofferma su molti punti tra cui i contribuenti in contabilità ordinaria, la necessità di considerare come presunzioni semplici gli indici di normalità economica ed in particolare chiede l’abrogazione degli scontrini fiscali per gli esercenti che applicano gli studi di settore. Un provvedimento necessario e atteso dai contribuenti e dai consumatori, anche in virtù del fatto che gli studi di settore rappresentano uno strumento del tutto affidabile nella misurazione del reddito da non rendere più necessaria l’emissione dello scontrino. Inoltre chiede che la revisione degli studi avvenga ogni quattro anni anziché ogni tre per dare riferimenti più stabili ai contribuenti e semplificare il lavoro dell’amministrazione finanziaria”.
“Il testo – continua il deputato senese – sollecita, inoltre, il governo a varare un provvedimento con il quale indirizzare l’attività di accertamento verso soggetti diversi da quei contribuenti che risiedono nelle città a monocultura termale così definite da un rapporto abitante – posti letto da 1 a 1,5 e dalla perdita di almeno il trenta per cento di ospiti negli ultimi trenta anni – laddove gli effetti di una crisi duratura rendono impossibile per le imprese e gli esercenti il raggiungimento dei ricavi indicati quali livelli di congruità. In queste realtà appare assolutamente improbabile, se non impossibile, che si possano verificare presupposti di evasione fiscale e dunque è utile per l’amministrazione finanziaria rivolgere altrove l’attività di accertamento per razionalizzare le risorse impiegate e renderla proficua nei confronti delle vere sacche di evasione”.