Lo ha detto il rettore all'inaugurazione dell'anno accademico
di Augusto Mattioli
SIENA. Un anno accademico inaugurato sotto il segno di una forte preoccupazione e inquietudine per lo stato di salute dei conti dell’ateneo. Una cerimonia tutto sommato, al di la delle apparenze sobrie. Non ci sono state, almeno nell’aula magna, manifestazioni di dissenso eclatanti. Nel cortile gli studenti del Das hanno attaccato uno striscione nel quale hanno detto di non riconoscere la legittimità dei vertici dell’ateneo. Sindacalisti del Cisapuni della Uil hanno distribuito copie di articoli recenti sull’ateneo (quello della Uil con la richiesta di un passo indietro da parte del rettore in relazione all’inchiesta sulle elezioni), mentre l’intero centrosinistra senese in un volantino ha chiesto “per il risanamento dell’ateneo rigore, trasparenza e legittimità” e in tempi rapidi verità per tutelare l’università e i suoi lavoratori. Il comune – si legge nel documento – dovrà mettere in atto tutte quelle azioni istituzionali e legali per tutelare l’intera comunità senese compresa la costituzione di parte civile nell’eventuale processo che la magistratura senese intendesse aprire” .
“Sembra tutto uguale a come era una volta. Ma sappiamo bene che non tutto è come una volta. O meglio come una volta credevamo che fosse”. Queste le parole d’esordio dell’intervento del rettore Angelo Riccaboni alla sua prima inaugurazione dell’anno accademico dopo che nel 2010 la cerimonia fu cancellata. Un intervento sotto il segno della preoccupazione per la situazione finanziaria dell’ateneo, di fronte un uditorio formato da autorità civili e religiose, professori, dipendenti tecnico-amministrativi, l’assessore regionale Cristina Scaletti, i rettori delle università di Pisa, Firenze e dell’università per stranieri e non molti studenti. “Quella di oggi non è ne una festa nè una celebrazione – ha sottolineato il rettore– non lo permette la situazione di difficoltà in cui versa il nostro ateneo”. In effetti rispetto a qualche anno fa una inaugurazione che nella sostanza è stata molto diversa, più realistica nel parlare dei problemi e senza alcun tentativo di nascondere la polvere sotto qualche tappeto, come si è fatto negli anni passati.
Lo ha fatto il rettore, che – tra l’altro – ha puntualizzato riguardo al buco finanziario che “gli organi di governo valuteranno, nel momento in cui la procedura giudiziaria lo consentirà, l’eventualità che l’ateneo si costituisca parte civile”. Lo ha fatto Lorenzo Costa, sindacalista dell’Unione sindacale di base, che ha parlato a nome del personale tecnico amministrativo, sottolinenando che “il personale tecnico amministrativo viene percepito più come una zavorra che una risorsa”. Costa nel suo intervento ha parlato anche dei problemi generali dell’università italiana . “Viviamo anni di sottofinanziamento e di riforma autoritaria e baronale. Riguardo il sottofinanziamento appare chiaro che Siena non è più sola. Questo non può far pensare che mal comune è mezzo gaudio” .Non poche le critiche alla riforma Gelmini che prefigura secondo Costa una università verticistica. “Un disastro” ha sottolineato-. Costa ha anche chiesto che per rilanciare l’ateneo occorre “un punto di rottura con il passato che deve essere forte, costruttiva e positiva”.
Riccaboni ha ricordato in breve i dati del bilancio. Al 31 dicembre del 2010 il disavanzo di amministrazione era di 37,8 milioni. I mutui 95 milioni. “Cifre assai significative – ha avvertito – ma la criticità più preoccupante della nostra situazione viene dal disavanzo di competenza prodotto ogni anno, che genera nuovo debito, nel 2010 era di 18m milioni. E la nostra crisi è accentuata dalla difficilissima situazione economica occidentale, mentre i problemi si sono acuiti per la distrazione di chi ha governato l’università, riducendo in questi anni il fondo di finanziamento ordinario”.
Il rettore ha parlato anche del lavoro per rilanciare l’ateneo “il cui corpo è sano e l’impegno generale è forte. Occorre assolutamente continuare con il metodo della programmazione e del rigore”ed ha sottolineato come nel nuovo statuto ci siano “importanti presupposti per il rilancio dell’ateneo” Che può costituire, secondo il rettore, “un eccezionale volano per lo sviluppo della città inserendosi a più livelli nell’economia locale. In tale contesto l’università ha accolto con grande entusiasmo l’offerta di collaborare alla promozione di Siena come capitale della cultura europea nel 2019”.
Lo ha fatto il rettore, che – tra l’altro – ha puntualizzato riguardo al buco finanziario che “gli organi di governo valuteranno, nel momento in cui la procedura giudiziaria lo consentirà, l’eventualità che l’ateneo si costituisca parte civile”. Lo ha fatto Lorenzo Costa, sindacalista dell’Unione sindacale di base, che ha parlato a nome del personale tecnico amministrativo, sottolinenando che “il personale tecnico amministrativo viene percepito più come una zavorra che una risorsa”. Costa nel suo intervento ha parlato anche dei problemi generali dell’università italiana . “Viviamo anni di sottofinanziamento e di riforma autoritaria e baronale. Riguardo il sottofinanziamento appare chiaro che Siena non è più sola. Questo non può far pensare che mal comune è mezzo gaudio” .Non poche le critiche alla riforma Gelmini che prefigura secondo Costa una università verticistica. “Un disastro” ha sottolineato-. Costa ha anche chiesto che per rilanciare l’ateneo occorre “un punto di rottura con il passato che deve essere forte, costruttiva e positiva”.
Riccaboni ha ricordato in breve i dati del bilancio. Al 31 dicembre del 2010 il disavanzo di amministrazione era di 37,8 milioni. I mutui 95 milioni. “Cifre assai significative – ha avvertito – ma la criticità più preoccupante della nostra situazione viene dal disavanzo di competenza prodotto ogni anno, che genera nuovo debito, nel 2010 era di 18m milioni. E la nostra crisi è accentuata dalla difficilissima situazione economica occidentale, mentre i problemi si sono acuiti per la distrazione di chi ha governato l’università, riducendo in questi anni il fondo di finanziamento ordinario”.
Il rettore ha parlato anche del lavoro per rilanciare l’ateneo “il cui corpo è sano e l’impegno generale è forte. Occorre assolutamente continuare con il metodo della programmazione e del rigore”ed ha sottolineato come nel nuovo statuto ci siano “importanti presupposti per il rilancio dell’ateneo” Che può costituire, secondo il rettore, “un eccezionale volano per lo sviluppo della città inserendosi a più livelli nell’economia locale. In tale contesto l’università ha accolto con grande entusiasmo l’offerta di collaborare alla promozione di Siena come capitale della cultura europea nel 2019”.