"I temi della rappresentanza al centro della festa"
SIENA. Da Alessandra Navarri, presidente Antigone: donne e lavoro, riceviamo e pubblichiamo.
“Si avvicina l’8 marzo. Quest’ anno è un appuntamento che deve essere guardato con un’attenzione maggiore di sempre: per le vicende che hanno riguardato il Presidente del Consiglio, ma soprattutto per la risposta che c’è stata il 13 febbraio nelle piazze di tutta Italia. E’ una risposta che non va strumentalizzata e sulla quale bisogna riflettere attentamente. Della vicenda di Berlusconi, non mi ha appassionato, infatti, la discussione sul suo profilo morale e tanto meno su quello delle ragazze coinvolte. Ad Arcore si è consumato, in modo cialtrone e plateale, un rapporto di potere. Lo stesso che, in modo silenzioso, si consuma nella società italiana nei confronti delle donne e che è alla base dei diritti negati a lavoro, e conseguentemente alla propria autonomia di costruire un progetto di vita, alla rappresentanza, alla cittadinanza in senso generale.
Credo che il 13 febbraio, la risposta sia stata a questa negazione generale che le donne patiscono e che deriva dal rapporto di potere storico fra uomo e donna. Occorre quindi affrontare la questione senza enfasi e senza pensare che basti una manifestazione per riaprire dei percorsi che devono prevedere la riapertura di un dibattito intorno al progetto di governo del Paese che le donne debbono elaborare autonomamente selezionando la propria classe dirigente in grado di rappresentarlo e portarlo avanti. Questo presuppone un patto forte e trasversale fra le donne della politica, del lavoro, dell’associazionismo.
La crisi della politica intesa come sistema attraverso il quale si è organizzata la democrazia in Occidente e governato la società fino ad oggi, che è stato rappresentato e gestito prevalentemente dagli uomini, ci chiama ad un’assunzione di responsabilità generale che non può più passare da un dibattito ghettizzato o elitario, né da una classe dirigente femminile di basso profilo, che strumentalizza la questione femminile per un posto al sole personale, magari costruito sulla pelle di altre donne. L’8 marzo deve avere al centro della discussione questi temi e aprire un percorso vero. Altrimenti il 13 febbraio sarà stata un’ennesima bella manifestazione che lascerà il destino delle donne sostanzialmente immutato e al palo”.