Lettera aperta del presidente del Consiglio regionale al presidente della Regione
FIRENZE. Caro Presidente,
in questi quattordici anni di comune impegno istituzionale la nostra interlocuzione sulla sanité e stata serrata. Tu, nel ruolo di assessore. ll sottoscritto, di componente per dieci anni della quarta commissione. Ti é noto, pertanto, il mio pensiero sulla strategicité, per il sistema sanitario, di aziende ospedaIiero-universitarie che siano luogo di eccellenzez per la risposta ai bisogni ’avanzati’ dei cittadini, per la formazione degli operatori medici e sanitari del futuro, per Vattrattivité extraregionale che e fonte di sostentamento del sistema.
Non ti sorprenderà, pertanto, questo mio appello (a te rivolto nella tua funzione statutaria di direttore e di responsabile della politica della giunta regionale) ad una focalizzazione dell’attenzione sull’azienda senese, oggetto oramai da qualche tempo di un lento declino (rispetto a quell’impostazione) non imputabile alle sole note vicende finanziarie dell’università, di cui insieme ci occupammo (e che dalla Regione hanno avuto importante sostegno) e che certo hanno inciso su un ridimensionamento dell’aspetto didattico e formativo
del presidio. Di questo scadimento della vocazione all’eccellenza é prova tangibile il consistente ridimensionamento delle scuole di specializzazione, anche per la scelta aziendale di privarsi di chi a quelle scuole ha dato competenza, lustro e continuité.
La sensazione, diffusa, é che manchi una reale visione strategica in chi, a vario titolo, é chiamato a gestire quello che fino a qualche anno fa era un vanto per un’intera città e che oggi rischia di essere derubricato a mega pronto soccorso territoriale, lontano anni luce da una missione di eccellenza che gli sarebbe, invece, propria. Qualche esempio? Abbondare nei conferimenti di incarichi (attraverso i tanti meccanismi che consente Ia legge o al limite della stessa) anziché procedere con regolari concorsi pubblici non é il segno di un progetto di lungo termine, di un investimento nel tempo nella ricostruzione di un polo di eccellenza.
Occorre rendere a Siena questa visione. lo credo che la discussione sul Piano sanitario e sociale integrato regionale sia l’occasione da cogliere (per me lo é e lo sarà). Per delineare i percorsi e per individuarne gli attori. Se serve, come io credo, anche di nuovi.
Confido che non mancherà il tuo diretto riscontro a questa mia, che ho voluto pubblica perché pubblici sono gli interessi richiamati: quelli dei cittadini e degli operatori per un ritorno de Le Scotte alla Ioro dignità.
Alberto Monaci
in questi quattordici anni di comune impegno istituzionale la nostra interlocuzione sulla sanité e stata serrata. Tu, nel ruolo di assessore. ll sottoscritto, di componente per dieci anni della quarta commissione. Ti é noto, pertanto, il mio pensiero sulla strategicité, per il sistema sanitario, di aziende ospedaIiero-universitarie che siano luogo di eccellenzez per la risposta ai bisogni ’avanzati’ dei cittadini, per la formazione degli operatori medici e sanitari del futuro, per Vattrattivité extraregionale che e fonte di sostentamento del sistema.
Non ti sorprenderà, pertanto, questo mio appello (a te rivolto nella tua funzione statutaria di direttore e di responsabile della politica della giunta regionale) ad una focalizzazione dell’attenzione sull’azienda senese, oggetto oramai da qualche tempo di un lento declino (rispetto a quell’impostazione) non imputabile alle sole note vicende finanziarie dell’università, di cui insieme ci occupammo (e che dalla Regione hanno avuto importante sostegno) e che certo hanno inciso su un ridimensionamento dell’aspetto didattico e formativo
del presidio. Di questo scadimento della vocazione all’eccellenza é prova tangibile il consistente ridimensionamento delle scuole di specializzazione, anche per la scelta aziendale di privarsi di chi a quelle scuole ha dato competenza, lustro e continuité.
La sensazione, diffusa, é che manchi una reale visione strategica in chi, a vario titolo, é chiamato a gestire quello che fino a qualche anno fa era un vanto per un’intera città e che oggi rischia di essere derubricato a mega pronto soccorso territoriale, lontano anni luce da una missione di eccellenza che gli sarebbe, invece, propria. Qualche esempio? Abbondare nei conferimenti di incarichi (attraverso i tanti meccanismi che consente Ia legge o al limite della stessa) anziché procedere con regolari concorsi pubblici non é il segno di un progetto di lungo termine, di un investimento nel tempo nella ricostruzione di un polo di eccellenza.
Occorre rendere a Siena questa visione. lo credo che la discussione sul Piano sanitario e sociale integrato regionale sia l’occasione da cogliere (per me lo é e lo sarà). Per delineare i percorsi e per individuarne gli attori. Se serve, come io credo, anche di nuovi.
Confido che non mancherà il tuo diretto riscontro a questa mia, che ho voluto pubblica perché pubblici sono gli interessi richiamati: quelli dei cittadini e degli operatori per un ritorno de Le Scotte alla Ioro dignità.
Alberto Monaci