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SIENA. Maurizio Banchetti, presidente di Assoturismo Confesercenti Siena, commenta così la proposta di modifica della legge sugli agriturismi, in discussione al Consiglio regionale: “Concorrenza selvaggia e sleale, approssimazione nei servizi, vita media delle imprese sempre più breve. La Regione vuole vivere così? Noi no di certo”.
Una revisione normativa che, se approvata, getterebbe nel caos il settore turistico e quello della somministrazione alimenti. Ecco perché: “per servire pasti al pubblico, un ristorante o un pubblico esercizio è tenuto al rispetto di una serie di requisiti urbanistici, igienico-sanitari e fiscali: ad essi non è invece tenuto l’agriturismo, che attualmente però è autorizzato a somministrare pasti solo a chi vi pernotta. Con la nuova legge questa limitazione cadrebbe, e quindi le strutture rurali potrebbero far concorrenza in tutto e per tutto agli altri esercizi, con il vantaggio rispetto a questi di non dover sottostare agli adempimenti. Una alterazione macroscopica della concorrenza”.
Non solo: il nuovo testo spianerebbe la strada anche all’apertura di nuovi agriturismi, legandola alla sola dichiarazione di inizio attività, consentendo loro di organizzare anche pacchetti turistici: “ a quel punto – si chiede Banchetti – cosa racconterà la Regione alle agenzie di viaggio, dopo che a queste è stata enfatizzata per anni l’importanza di offrire un servizio qualificato? Oppure a quelle persone che si improvviseranno imprenditori turistici, e dopo poco tempo saranno costrette a chiudere, visto che già adesso l’occupazione dei posti letto supera a stento il 20 per cento delle disponibilità? Ci chiediamo come si concilia tutto questo con la qualità dei servizi al turista che la Toscana vorrebbe accreditarsi, anche con la recente campagna pubblicitaria.”
Per Confesercenti dunque il testo di legge in itinere e “totalmente irricevibile”, ed in proposito nei giorni scorsi il presidente regionale assieme all’omologo di Confcommercio ha scritto un circostanziato documento ai Consiglieri regionali. “Ci chiediamo per quale motivo un agriturismo non dovrebbe assicurare gli stessi standard di pulizia di un ristorante, tanto più che l’attività prevalente di quelle strutture dovrebbe essere il lavoro della terra. Chi approverà questa legge dovrà spiegarlo a noi, ai consumatori e a quei turisti ‘qualificati’ che le Terre di Siena e la Toscana vorrebbero attirare. Si sta profilando un caos: noi crediamo sarebbe più opportuno lasciar fare ad ognuno il suo lavoro. Invece con il movente di voler salvare un settore, quello agricolo, se ne affossa un altro, quello dei pubblici esercizi, già messo a dura prova negli anni passati con lo sdoppiamento delle licenze. Sia ben chiaro che a questo punto ci apprestiamo ad un tutti contro tutti selvaggio”.
Una revisione normativa che, se approvata, getterebbe nel caos il settore turistico e quello della somministrazione alimenti. Ecco perché: “per servire pasti al pubblico, un ristorante o un pubblico esercizio è tenuto al rispetto di una serie di requisiti urbanistici, igienico-sanitari e fiscali: ad essi non è invece tenuto l’agriturismo, che attualmente però è autorizzato a somministrare pasti solo a chi vi pernotta. Con la nuova legge questa limitazione cadrebbe, e quindi le strutture rurali potrebbero far concorrenza in tutto e per tutto agli altri esercizi, con il vantaggio rispetto a questi di non dover sottostare agli adempimenti. Una alterazione macroscopica della concorrenza”.
Non solo: il nuovo testo spianerebbe la strada anche all’apertura di nuovi agriturismi, legandola alla sola dichiarazione di inizio attività, consentendo loro di organizzare anche pacchetti turistici: “ a quel punto – si chiede Banchetti – cosa racconterà la Regione alle agenzie di viaggio, dopo che a queste è stata enfatizzata per anni l’importanza di offrire un servizio qualificato? Oppure a quelle persone che si improvviseranno imprenditori turistici, e dopo poco tempo saranno costrette a chiudere, visto che già adesso l’occupazione dei posti letto supera a stento il 20 per cento delle disponibilità? Ci chiediamo come si concilia tutto questo con la qualità dei servizi al turista che la Toscana vorrebbe accreditarsi, anche con la recente campagna pubblicitaria.”
Per Confesercenti dunque il testo di legge in itinere e “totalmente irricevibile”, ed in proposito nei giorni scorsi il presidente regionale assieme all’omologo di Confcommercio ha scritto un circostanziato documento ai Consiglieri regionali. “Ci chiediamo per quale motivo un agriturismo non dovrebbe assicurare gli stessi standard di pulizia di un ristorante, tanto più che l’attività prevalente di quelle strutture dovrebbe essere il lavoro della terra. Chi approverà questa legge dovrà spiegarlo a noi, ai consumatori e a quei turisti ‘qualificati’ che le Terre di Siena e la Toscana vorrebbero attirare. Si sta profilando un caos: noi crediamo sarebbe più opportuno lasciar fare ad ognuno il suo lavoro. Invece con il movente di voler salvare un settore, quello agricolo, se ne affossa un altro, quello dei pubblici esercizi, già messo a dura prova negli anni passati con lo sdoppiamento delle licenze. Sia ben chiaro che a questo punto ci apprestiamo ad un tutti contro tutti selvaggio”.