L’Unione Agricoltori compatta contro le nuove disposizioni
SIENA. E’ una doccia fredda quella che sta per investire gli agricoltori. Anche quelli della provincia di Siena. Un decreto ministeriale, in corso di pubblicazione in Gazzetta ufficiale, rimodula l’esenzione dell’Imu (Imposta municipale unica). Ovvero, chiunque possieda un terreno agricolo dovrà, entro il 16 dicembre, pagare l’Imu. Secondo alcune particolari modalità contenute nel decreto. L’Unione Provinciale Agricoltori di Siena manifesta un forte dissenso per il provvedimento governativo che va a tartassare un settore che è trainante per l’economia italiana ma che in questo modo va a perdere sempre di più la forza di resistere alla crisi e di fare investimenti.
«E’ davvero una brutta sorpresa – sottolinea Giuseppe Bicocchi, il Presidente dell’Unione Agricoltori di Siena – e tutti hanno taciuto, i ministri in primis, che come ben noto e consacrato costume, enunciano i buoni propositi per un mondo che non c’è. Loro ed i loro oscuri burocrati, incapaci di ridurre lo spreco che tutti i giorni vediamo, dovrebbero immedesimarsi in quegli imprenditori, che avendo rifatto per l’ennesima volta il calcolo, devono, dovrebbero (perché non ci sono più disponibilità) versare importi solo immaginabili negli incubi più sordidi. Così non è possibile, matematica alla mano, fare impresa, dare occupazione e crescere».
Si tratta di un provvedimento che, se messo in atto, non sarebbe coerente con la linea espressa più volte dal Consiglio dei Ministri sulla riduzione del carico fiscale sulle aziende e in particolare sul settore dell’agricoltura.
«Quante volte – aggiunge Bicocchi – abbiamo detto che è necessario utilizzare il buonsenso sulle cose, sulle norme, sulle persone. L’equilibrio consentirebbe a tutti, e diciamo tutti, certamente non con entusiasmo, di fare, seppur con sacrificio, un comune sforzo, contribuendo, con paventata equità, alle pubbliche necessità».
Quello che non va, poi, è anche il modo di applicazione. I comuni verranno distinti in più fasce, secondo certi parametri e non attraverso una media generale riferita a tutto il territorio comunale tenendo anche conto della presenza di zone montane e svantaggiate. Senza considerare che mancano pochi giorni alla scadenza, non c’è ancora il decreto ufficiale e si è appreso dal sito del Ministero che comunque il pagamento dovrà avvenire inderogabilmente entro il 16 dicembre.
«Riteniamo che si tratti di un atto di inaudita gravità da parte del governo e dei ministri competenti, dell’Economia e delle Finanze, dell’Interno e delle Politiche agricole – rafforzano dall’Unione – in violazione dei più elementari diritti riconosciuti a ogni contribuente dal nostro ordinamento, di certezza del tributo, sostenibilità dell’imposta, temporalità del pagamento. Si tratta di un onere che andrebbe a gravare oltre tutto in una condizione di forte criticità per il settore già duramente provato dalle calamità naturali, da un’annata particolarmente sfavorevole per quasi tutte le produzioni e dagli effetti della crisi economica. Inoltre l’iniquo provvedimento si aggiunge ad una Legge di stabilità, in discussione in Senato, che prevede il taglio di un ulteriore 8 per cento del contingente agevolato di gasolio agricolo che si somma a quello già effettuato del 15 per cento”.
“Chiediamo alle istituzioni – concludono dall’Unione – di scongiurare l’attuazione di tali provvedimenti che, se confermati, obbligherebbero le aziende agricole a farsi carico di un onere insostenibile con conseguenze devastanti in una condizione di estremo disagio. È opportuno che questa tassazione sia sostenibile e ripartita con criteri di equità, cosa assolutamente disattesa”.