Oggi (25 gennaio), presso le “Stanze della Memoria” (via Malavolti, 9), l’incontro si aprirà alle ore 17.30 con la presentazione del libro “Il mio nome è Lucy. L’Italia del XX secolo nei ricordi di una transessuale” – il racconto di una storia di vita che si intreccia a quella politica, sociale e culturale italiana – alla presenza dell’autrice ed, eccezionalmente, della protagonista Lucy. A seguire la proiezione del promo di un documentario su Lucy in corso di realizzazione. Ad introdurre ed arricchire il dibattito sarà presente Sandra Landi, scrittrice e saggista attiva nel campo dell’antropologia culturale e delle scienze sociali, con particolare attenzione alle storie di vita.
Alle ore 21.00 l’appuntamento proseguirà con la proiezione de “L’altro ieri”, documentario di Gabriella Romano sull’omosessualità femminile durante il fascismo raccontata attraverso le testimonianze di cinque donne, preceduta da un intervento della dr.ssa Chiara Cerri che esporrà un suo approfondimento del rapporto tra memoria, omosessualità e omofobia durante il nazi-fascismo.
“Il mio nome è Lucy. L’Italia del XX secolo nei ricordi di una transessuale” è la storia, narrata in prima persona, dell’ormai ottantacinquenne Lucy che ripercorre le tappe fondamentali della sua esistenza: dalla difficile infanzia di ragazzo omosessuale alla deportazione nel campo di concentramento di Dachau, fino alla scelta di sottoporsi all’intervento di riattribuzione del sesso. Quello di Lucy è il racconto di una vita vissuta controcorrente, sempre in bilico tra il segreto e l’esibizione, tra la volontà di far prevalere la consapevolezza della propria alterità e la necessità di reprimerla per adeguarsi a certe drammatiche svolte politiche e sociali della storia del nostro paese. La sua testimonianza, raccolta con estrema sensibilità da Gabriella Romano, ci insegna quante e infinite prove occorre affrontare per vivere e difendere la propria umanità.
Il documentario “L’altro ieri” (regia di Gabriella Romano) racconta il periodo fascista da un punto di vista esclusivamente femminile, dando voce a cinque donne che ne descrivono il clima, fatto di repressione, paura e soprattutto silenzio. Un racconto a più voci che testimonia il limitatissimo spazio sociale che le donne occupavano e, allo stesso tempo, ne rievoca la ricchezza del mondo interiore, le aspirazioni e i sogni. E in un contesto che valorizzava la donna solo in funzione del suo ruolo di madre, l’omosessualità femminile era l’ultimo tabù, visto spesso come segno inequivocabile della presenza del demonio o classificato come una manifestazione di “isterismo”, da curare psichiatricamente. Una parola da non pronunciare mai e della quale la morale dell’epoca, ovviamente, negava l’esistenza.
La Giornata della Memoria “L’ALTRO STERMINIO” è un’iniziativa promossa dal “Movimento Pansessuale” di Siena in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza Senese. L’ingresso è libero.